ALL’ALBERGHIERO “DE CECCO” UNA GIORNATA PER CELEBRARE L’EXTRAVERGINE DI OLIVA APRUTINO-PESCARESE


PESCARA – Valorizzare il nostro patrimonio gastronomico quale strumento e volano anche per il ripopolamento dei borghi e delle aree interne significa avere la lungimiranza di un bartender come Massimo Urru che ha reinventato il Bloody Mary all’olio d’oliva o la maestria di un pastry chef come Federico Anzellotti che, dopo il cioccolatino al Montepulciano, ha avuto l’ingegno di cimentarsi con il panettone prima e la colomba poi all’olio d’oliva. Prodotti e creazioni che ci danno la misura dell’impegno, dell’abnegazione e dell’amore dei nostri imprenditori per la nostra terra”.

Così la dirigente dell’Istituto Alberghiero “De Cecco” di Pescara aprendo “Olivicoltura nel paesaggio Abruzzese–Dritta, Toccolana, Leccino: le cultivar protagoniste nell’area Aprutino Pescarese”, la giornata dedicata all’olio extravergine d’oliva, divisa tra il dibattito tra esperti del settore e assaggi di ricette e cocktail con “sua maestà” l’olio delle colline pescaresi.

“Compito della scuola”, ha aggiunto, “è quello di saper coniugare la formazione dei nostri ragazzi, i nostri futuri professionisti, con la passione per il territorio e per i suoi frutti”.

Tra gli ospiti della giornata il presidente della Provincia di Pescara Ottavio De Martinis, l’architetto Alessandro Sonsini esperto in Architettura e Paesaggio, il coordinatore regionale di Città dell’Olio Emanuele Faieta, i sindaci aderenti al Consorzio Città dell’Olio, Silvano Ferri presidente del Consorzio Dop Aprutino-Pescarese, Simone D’Alessandro direttore Ricerche Hubruzzo e Federico Anzellotti presidente nazionale Pastry & Culture Italian Style.

Presenti in platea, negli spazi dell’Officina del Gusto, alcuni dei sindaci degli 8 comuni dell’olio tra cui Riziero Zaccagnini di Tocco da Casauria, Sandro Marinelli di Pianella, Gilberto Petrucci di Penne, Matteo Perazzetti di Città Sant’Angelo, Gianfranco De Massis di Elice, Claudio De Collibus di Moscufo, Gabriele Starinieri di Loreto Aprutino e Paolo D’Amico di Collecorvino.

A entrare nel merito delle diverse coltivazioni è stato Silvano Ferri: “L’olio extravergine d’oliva racchiude in sé tre valori: la tipicità, la qualità e il paesaggio tipico. È una nostra tipicità con ben 23 principali cultivar che da 25 anni continuano a vincere concorsi, testimoniando le nostre potenzialità, la conoscenza e la professionalità”. Quindi i saluti istituzionali del Presidente De Martinis: “Forse l’unico aspetto positivo del Covid è quello di aver riportato in Italia le ferie di connazionali che oggi hanno scoperto i nostri territori anziché mète esotiche. Da qui si comprende la rilevanza di giornate dedicate alla scoperta delle nostre potenzialità produttive”.

“Coltivare le varie tipologie di olio d’oliva – ha aggiunto Emanuele Faieta – significa preservare la nostra identità offrendo anche ai ragazzi, ai più giovani, una prospettiva occupazionale”.

“Più che di paesaggio – ha sottolineato Sonsini – occorrerebbe parlare di territorio, che vede protagonisti grandi imprenditori appassionati, che però spesso non incontrano una politica altrettanto sensibile capace di supportare in modo concreto tale struttura economica. Oggi le aree rurali si stanno svuotando, ed è allora importante supportare la giovane imprenditoria capace di reinventare quelle aree. Abbiamo cominciato trent’anni fa con la trasformazione degli spazi dedicati ai vini, le cantine, in luoghi dell’accoglienza, seguendo l’onda californiana. Ed è stata una scelta di successo che oggi dobbiamo replicare nell’olivicultura che diventa olivicoltura, attraverso quel formidabile strumento di programmazione che è l’Agritectura”.

“L’Abruzzo – ha detto il sociologo D’Alessandro – ha molti esempi di nuovo popolamento dei borghi, che non è il ritorno di chi è andato via, ma l’arrivo di gente completamente nuova, che trova una ragione di creatività nel restituire nuova vita alle aree interne, generando un flusso di ritorno e ‘restanza’ attraverso l’utilizzo delle risorse enogastronomiche”.

A presentare il primo cocktail all’olio d’oliva è invece stato il bartender internazionale Massimo Urru, che per l’occasione ha presentato un Bloody Mary all’olio d’oliva, ossia succo di pomodoro abruzzese, 4 cl di Vodka, sale, tabasco e olio abruzzese. Presenti all’evento gli studenti delle classi quinte che hanno presentato il Progetto Pon “Il Futuro in un Filo d’Olio”, seconda edizione, coordinati dalla professoressa Rossella Cioppi.

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