CASTEL DEL MONTE – Nella provincia dell’Aquila, esattamente a Castel del Monte, c’è un consigliere di minoranza, Luciana Morico, che da qualche mese ha intrapreso, un sentiero non certo facile su cui camminare: quello che dovrebbe condurre alla trattazione, e possibile soluzione, del problema riguardante la presenza dei cinghiali nel territorio in numeri davvero preoccupanti.
Di certo il problema non riguarda solo il piccolo borgo dove il consigliere, per diversi periodi dell’anno, vive. Sono di dominio pubblico i video e le fotografie di cinghiali che si aggirano per le periferie delle grandi città, come Roma, rovistando fra la spazzatura o mentre attraversano le strade, indisturbati.
Immagini che fanno il giro del mondo, aumentando la preoccupazione di tutti.
Stavolta il grido della Morico è ancora più forte: con una lettera aperta indirizzata, tra gli altri, al ministro delle Politiche Agricole, ai capigruppo dei maggiori partiti di Camera e Senato, al presidente della Regione Abruzzo, all’assessore Agricoltura della Regione Abruzzo, ai capigruppo consiliari della Regione Abruzzo, al presidente della Provincia dell’Aquila, al presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga e naturalmente al sindaco di Castel del Monte, il consigliere, a nome di “ Uniti per Castel del Monte” – di cui è capogruppo – ha descritto la situazione in cui versa il paese montano, “circondato” da almeno 3 branchi (composti da circa 30/40 capi ciascuno) che in 3 diversi punti del paese “assediano” i residenti ed i turisti arrecando, nel contempo, notevoli danni alle coltivazioni delle aziende agricole del territorio che tanto si attivano nelle produzioni tipiche quali farro, lenticchie, grano, orzo e foraggio, prodotti di qualità legati alla cultura delle nostre comunità e che rappresentano la ricchezza del territorio stesso.
Nella lettera è stato rivolto alle cariche Istituzionali un invito a voler trattare l’argomento con decisione e assoluta rapidità, al fine di trovare una soluzione giusta – da applicare con leggi apposite – nel pieno rispetto dell’uomo e dell’animale, perché possa essere ristabilita quella convivenza naturale che oggi è assolutamente fuori controllo.