Flagello peronospora in Abruzzo: Consiglio regionale compatto, ma per i produttori “ora servono i fatti”
L’AQUILA – Due documenti, uno della maggioranza di centrodestra e l’altro delle opposizioni, sono stati approvati oggi all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Abruzzo per sostenere la causa del comparto agricolo, e di quello vitivinicolo in particolare colpito dalla pernospora che ha messo in ginocchio il comparto.
Secondo le stime sono circa 260 i milioni di bottiglie persi, dal momento che mancano all’appello più di 2,7 milioni di quintali di uva pari a circa 2 milioni di ettolitri di vino: un danno che non inferiore ai 380 milioni di euro per l’intera filiera.
“Abbiamo dato una prima risposta mettendo a disposizione circa 5 milioni di euro, nel frattempo stiamo sollecitando il governo per misure più strutturali e interloquendo anche con il sistema bancario per arrivare alla sospensione dei mutui”, ha ricordato l’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente, per il quale “come Regione abbiamo fatto il massimo che potevamo”.
Imprudente ha incitato anche ad assicurare le colture, “una partita che stiamo trattando nonostante sia una strada difficile da percorrere perché è difficile assicurare alcune tipologie di colture soprattutto da alcune malattie”, proprio come la peronospora.
Risposte per ora insufficienti secondo il presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi: “Oggi abbiamo ribadito le nostre preoccupazioni e le nostre necessità e almeno la politica ha ascoltato, ora speriamo che qualche risposta possa arrivare”.
Prima dell’assemblea in seduta straordinaria con unico punto all’ordine del giorno “Attuazione di misure urgenti e dirette da parte della Regione Abruzzo a sostegno del settore agricolo abruzzese”, c’era stata l’audizione in conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente Lorenzo Sospiri su richiesta di Dino Pepe, consigliere del Pd ed ex assessore all’Agricoltura, del presidente della Cia Abruzzo Nicola Sichetti, di Pietropaolo Martinelli e Roberto Rampazzo di Coldiretti, del presidente e il direttore di Confagricoltura Fabrizio Lobene e Stefano Fabrizi, del presidente Copagri Leo Spina, Andrea Di Fabio di Legacoop Abruzzo, Antonio Marascia di Confcooperative, dello stesso Nicodemi, del presidente dell’Associazione Città del vino Angelo Radica, oltre ai segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Carmine Ranieri, Franco Pescara, Leonardo Lippa e Gianna De Amicis e al presidente dell’Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto.
“Oggi il Consiglio regionale ha confermato grande attenzione e sensibilità rispetto alle istanze del mondo agricolo e del settore vitivinicolo abruzzese”, ha commentato il presidente Lorenzo Sospiri, per “difendere uno dei fiori all’occhiello del nostro tessuto economico e già nel mese di agosto era stato approvata una variazione di Bilancio che stanziava 2 milioni e 500 mila euro per il 2023 e la stessa cifra per il 2024. Una risposta non risolutiva ma significativa ed è certo che continueremo a lavorare con tutti gli strumenti a nostra disposizione per salvaguardare le aziende e i lavoratori”.
“Di fatto, la maggioranza votando il nostro documento ha riconosciuto i limiti dell’azione intrapresa fino ad ora dall’assessore Emanuele Imprudente – hanno detto dal canto loro i consiglieri Dino Pepe, Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Francesco Taglieri, Giorgio Fedele, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi, Barbara Stella, Americo Di Benedetto e Sandro Mariani – . Va inoltre stigmatizzata l’assenza in aula del presidente Marco Marsilio, evidentemente poco interessato alle problematiche che investono i cittadini abruzzesi e il settore primario della nostra economia. In sede di discussione oltre a ribadire le nostre proposte per uscire dalla crisi, proponiamo che durante l’iter di approvazione della Legge finanziaria tutti i consiglieri regionali destinino le risorse della cosiddetta ‘variazione di fine anno’mal settore primario (lo scorso anno la manovra fu di 21 milioni di euro!) . Infine bisogna fare fronte con le altre Regioni interessate, attivando azioni sinergiche attraverso i parlamentari di ogni schieramento politico, perché vengano proposti emendamenti e cambiamenti della manovra finanziaria dello Stato a favore dell’Agricoltura”.
I DUE DOCUMENTI APPROVATI
Il documento della maggioranza impegna il presidente della Giunta Marco Marsilio a proseguire nel raccordo con il Ministero dell’Agricoltura al fine di attivare tutte le misure idonee a supportare il settore agricolo e vitivinicolo abruzzese, anche nell’ottica di reperire risorse aggiuntive e straordinaria rispetto a quelle stanziate a livello nazionale e regionale, quale possibile utilizzo di fondi europei; a richiedere per la regione Abruzzo una quota in deroga nel riparto del Fondo di solidarietà nazionale (Fsn) e nel riparto del Fondo emergenze per l’Agricoltura che verrà costituito nella prossima legge di stabilità nazionale; ad attivarsi presso gli uffici ministeriali preposti per fare in modo che i danni provocati da peronospora possano, in deroga, essere soggetti a risarcimenti da parte del Fondo Agricat; a proseguire nel raccordo con l’associazione bancaria Abi e commissione AB regionale per sensibilizzare l’intero sistema bancario sul fenomeno peronospora, divulgare le opzioni di supporto già in essere adoperandosi caso per caso, vagliare fattibilità di interventi straordinari volti a iniettare nuova liquidità nel sistema produttivo agricolo e vitivinicolo e la possibilità di forme di finanziamento che prevedano un congruo periodo di preammortamento, opzioni di contributi in conto interessi e la prospettiva di un sostegno diretto attraverso il Fondo centrale di Garanzia, valutando l’opportunità di costituire una Sezione Speciale dedicata all’ambito agricolo abruzzese all’interno del Fondo.
Il documento presentato dai consiglieri di opposizione, impegna il presidente della Giunta a mettere in campo aiuti economici che abbiano finalità di sostenere le aziende e l’intera economia agricola abruzzese interessata dai recenti eventi calamitosi; ad attivarsi presso l’Associazione Bancaria Italiana per porre in essere ogni azione utile al fine di accedere al beneficio della sospensione dei mutui in essere; a interessare Fira mediante un adeguato trasferimento di risorse finalizzate all’attivazione di strumenti finanziari specifici di supporto al settore agricolo; ad attivarsi presso il governo nazionale affinché venga emanata una specifica norma in deroga alle disposizioni previste dal decreto legislativo 102/2004, al fine di consentire anche alle aziende sprovviste di copertura assicurativa di accedere ai ristori; ad attuare ogni azione utile che ricomprenda, tra le altre cose: attivazione del fondo mutualistico Agricat; la deroga, per almeno un biennio, al principio della mutualità prevalente delle Cooperative; politiche attive di riduzione per almeno un biennio degli ammortamenti in maniera proporzionale al decremento della produzione; l’esonero contributivo e previdenziale per lavoratori e aziende. Inoltre, si chiede di porre in essere sostegni economici per le lavoratrici e i lavoratori agricoli che hanno subito una riduzione delle giornate lavorative con la conseguenza diretta di una pesante contrazione retributiva; a istituire un tavolo permanente di confronto con tutti i soggetti interessati.
LE RICHIESTE DEL SETTORE VITIVINICOLO
Innanzitutto ristori a fondo perduto per la perdita delle uve per dare liquidità alle imprese; e poi sospensione del pagamento dei mutui e finanziamenti in essere (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le “garanzie bancarie” (come è stato fatto durante l’emergenza Covid) che renderebbero automaticamente le aziende richiedenti inaffidabili di fronte alle banche, per almeno 24 mesi, quindi inabili a qualsiasi tipologia di nuovi finanziamenti; sospensione e/o riduzione dei contributi Inps; e azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già in essere.
Secondo le associazioni, la questione sino ad ora è stata trattata con “disinteresse sia a livello nazionale che regionale. Il governo ha dato 13 miliardi di euro per il granchio blu, 19 per la peste suina. Per il mondo del vino, settore strategico per l’economia nazionale, ad oggi vi è stata solo l’assegnazione di scarsissime risorse economiche, assolutamente insufficienti per affrontare la difficile situazione del momento, perché in ambito regionale si parla di 5 milioni in 2 anni ed in quello nazionale di 7 milioni; dotazioni finanziarie lontanissime da quelle necessarie che dovrebbero aggirarsi quanto meno sul miliardo di euro”.
“Dopo mesi di proclami, promesse e false aspettative la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo ad oggi non è in grado di dare risposte chiare a sostegno del settore”, hanno accusato, annunciando: “Saremo costretti a scendere in piazza; tutti noi in questi mesi abbiamo avanzato specifiche richieste a supporto del mondo produttivo e fornito indicazioni operative in merito all’emergenza peronospora, ma a nulla sono serviti. Siamo pronti anche a riconsegnare le tessere elettorali”.
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