ANVERSA DEGLI ABRUZZI – A una settimana dal Salone del Gusto, che a Torino ha richiamato 350mila persone e ha visto l’Abruzzo presente con un proprio spazio dove le aziende hanno potuto presentare i propri prodotti con un fitto programma di incontri e degustazioni, una voce critica si leva dal mondo rurale. È quella di Nunzio Marcelli, tra i fautori del riconoscimento dell’Igp Agnello del Centro Italia e della creazione della rete Appia che unisce i pastori di tutta Italia, titolare dell’azienda La porta dei parchi di Anversa degli Abruzzi (L’Aquila), che era tra gli espositori coi suoi prelibati formaggi.
“La presenza dell’Abruzzo è stata organizzata dalla Camera di commercio di Chieti-Pescara che ha dato un consistente contributo agli espositori e che per questo ringrazio”, dice Marcelli a Virtù Quotidiane, “delegando ai Gal l’organizzazione. Se non fosse stato per la disponibilità degli stessi produttori, peraltro poco citati, lo spazio Abruzzo non avrebbe potuto certo rappresentare quell’autenticità che deriva dalla produzione agropastorale e che di fatto è la parte più significativa e sicuramente più attrattiva della nostra identità. La regione Abruzzo è capofila nel riconoscimento della transumanza come patrimonio dell’umanità dell’Unesco, ma a questo impegno non seguono ancora concrete attività di sostegno e riconoscimento delle attività pastorali e del loro contributo alla biodiversità, al turismo, all’economia, all’enogastronomia e alla tutela dell’ambiente”.
“I Gal”, rileva Marcelli, “rappresentano purtroppo un esempio di gestione poco partecipata e democratica nella promozione del territorio; con una presenza costante sui media hanno promosso la loro stessa esistenza, non certo il lavoro duro e serio dei produttori abruzzesi”, accusa l’allevatore, “che faticano a riconoscersi nelle azioni da essi portate avanti, sempre criptiche e con scarso o nessun riferimento alla realtà territoriale”.
“Invito le istituzioni ad attivare un monitoraggio adeguato sui risultati concreti di queste attività e sulle modalità di gestione”, aggiunge Marcelli. “Noi produttori, a tutto campo, confermiamo la nostra intenzione a promuovere un’immagine dell’Abruzzo autentico, capace di utilizzare in maniera sostenibile le risorse territoriali”.
“Auspichiamo e sollecitiamo un confronto aperto e concreto con chi si occupa della verifica e della gestione di questi organismi economici delegati dalla Regione allo sviluppo, che sarebbe dovuto essere ‘dal basso'”, insiste l’imprenditore agricolo.
“La nostra azienda”, chiarisce Marcelli, “ha sostenuto per la sua presenza al Salone del gusto, un costo di 1.500 euro, pari al 50 per cento del costo previsto. Siamo stati invitati dalla locale condotta Slow Food, preoccupata di mantenere alti l’immagine e l’identità rurale e pastorale autentica dell’Abruzzo, a cui vanno i nostri ringraziamenti e a cui abbiamo messo gratuitamente a disposizione i nostri servizi per la causa comune, facendo degustare due pietanze simbolo della pastorizia: il verace pancotto, senza reinterpretazioni, e la succulenta pecora alla callara o alla cottora, che tanto ha deliziato i palati dei nostri antenati e dei giovani contemporanei”.
“Lo stand della nostra azienda (nella foto) è stato molto frequentato”, ammette infine Marcelli, “soprattutto dagli amanti dei prodotti radicati sul territorio, che utilizzano i prodotti dell’Abruzzo, isola glaciale nel Mediterraneo. Diversi ristoratori di varie regioni si sono dimostrati molto interessati, grazie ad una degustazione di formaggi da pascolo a latte crudo che rappresenta al meglio la tradizione di produzione abruzzese, quella non ‘manipolata’”. (m.sig.)