NEI GIOIELLI RITROVATI DELL’AQUILA, IL MESSAGGIO UNIVERSALE DI PALAZZO NAPOLEONE SOSTIENE LA RICOSTRUZIONE


L’AQUILA – Quando si pensa a L’Aquila come a una città fantasma, ci si sbaglia di grosso. È vero, soprattutto la sera, può accadere di essere presi dallo sconforto camminando per i vicoli perché tante sono ancora le zone buie, senza luce alla finestre e ancora puntellate.

Eppure di giorno, L’Aquila torna a vivere, con le sue attività commerciali aperte, i cantieri, chi lavora nel centro e si ferma al bar per un caffè e una chiacchiera e chi semplicemente passeggia e resta ogni giorno meravigliato ed estasiato da quello che vede, quelle cose che ha sempre avuto sotto gli occhi e che forse non apprezzava qualche anno fa ma che oggi tornano a vedere la luce.

L’Aquila risplende, nonostante la distonia tra la vegetazione rigogliosa di maggio e il vento freddo, ultimo scampolo dell’inverno, anche grazie alle molte iniziative culturali che stanno tornando a colorare la città.

Una di queste è l’apertura che oggi ha permesso a un ampio pubblico di godere dei restauri di tre storici edifici aquilani, Palazzo Napoleone e Palazzo Bruni-Riga tra via Cavour e Via degli Scardassieri, e Palazzo Visconti in Via Persichetti, resa possibile grazie all’iniziativa dei Fai (Fondo Ambiente Italiano).

Si parte da Palazzo Visconti, dove una dei proprietari dell’immobile, Diana Di Berardino, apre la porta della sua casa ai visitatori: danni ingenti avevano colpito il bene che alcuni anni prima del terremoto aveva visto dei significativi lavori di manutenzione e restauro che hanno permesso alla struttura di non subire ulteriori problemi.

Importanti sono stati i lavori di consolidamento e restauro che hanno permesso di preservare e risanare, oltre all’intero palazzo e in piena sicurezza, un pavimento realizzato interamente in tessere di mosaico di marmo e pietra tornati a splendere grazie alla tecnica del distacco del mosaico romano.

E ancora, è stato possibile osservare da vicino un altro pavimento pregiato, in legno a intarsi. L’affresco sulla volta del salone è stato attribuito al Patrignani (allievo del Patini) in quanto sembra che il viso della fanciulla sia proprio quello di sua figlia.

All’interno di Palazzo Napoleone, ai piani superiori, sono stati ritrovati elementi decorativi che ricorrono come il tema “amor vincit omnia”, sono state recuperate le cromature originali delle volte affrescate nelle sale, un antico pozzo decentrato per posizionare l’ascensore sotto cui c’era una cisterna per l’acqua, in alcuni casi sono stati interamente ricostruiti muri portanti con un’attenzione particolare data proprio alle volte pieni di affreschi.

Nell’ipogeo del Palazzo invece, si trovano le ex prigioni sotterranee. Pare che un cunicolo ipogeo conducesse i prigionieri alla torre di Palazzo Margherita la sera prima per farli assistere alla costruzione del patibolo che l’indomani sarebbe servito per la loro esecuzione.

Interessante la storia delle rampe di scale: le prime due sono originali, sembra realizzate con un marmo ancora più antico di quello di Carrara in quanto alcuni studi condotti sul materiale hanno portato alla luce delle fossilizzazioni su di esso che lo rendono impossibile da riprodurre.

Palazzo Bruni-Riga, infine, celava agli occhi un tesoro inestimabile: in una sala dove si credeva non ci fosse nulla, è stata svelata una volta di pittura a calce con una serie di angeli che contornano i volti di quattro personaggi.

Dovrebbe trattarsi, con beneficio del dubbio, dei protagonisti del risorgimento italiano: Camillo Benso Conte di Cavour, Vittorio Emanuele II, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Ancora tutte da scoprire le ragioni per le quali la volta era stata completamente coperta e i volti cancellati.

Le tre visite di oggi hanno sì mostrato i danni che il terremoto ha creato, ma hanno anche evidenziato il livello tecnico al quale si è giunti in ambito ingegneristico e architettonico e mostrano che L’Aquila, come era una volta per le prime del teatro e dei film, resta un laboratorio in pieno fermento di progetti, idee e creazioni. Luisa Di Fabio

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