Altre 19 Set 2022 09:59

CBD IN ITALIA E IN EUROPA, COSA DICONO LE LEGGI NAZIONALI E COMUNITARIE IN MERITO AL CANNABIDIOLO

CBD IN ITALIA E IN EUROPA, COSA DICONO LE LEGGI NAZIONALI E COMUNITARIE IN MERITO AL CANNABIDIOLO
foto Farmacianews

News sulla normativa sul CBD in Italia e in Europa

Cosa dicono le leggi nazionali e comunitarie in merito al cannabidiolo

Nonostante la cannabis light sia stata legalizzata da qualche anno, molte persone hanno ancora dei dubbi in merito alla possibilità di assumere il CBD, ovvero il suo principio attivo più importante.

Il fatto che da diverso tempo sia possibile ordinare olio CBD su Justbob e su altri siti Internet specializzati nella vendita di prodotti derivati dalla canapa legale dovrebbe essere sufficiente a sottintendere la sua legalità, ma alcuni appassionati cercano ulteriori conferme.

Vediamo, dunque, quali sono le leggi aggiornate sul CBD a livello italiano ed europeo.

Quali sono le caratteristiche del CBD

Il cannabidiolo è uno dei principi attivi più noti e importanti della cannabis. Conosciuto con l’acronimo di CBD, questo componente è stato ignorato a lungo dall’opinione pubblica e dalla ricerca scientifica in favore di un altro principio attivo, il THC, responsabile degli effetti psicoattivi della pianta.

Tuttavia, da quando è stato scoperto il sistema endocannabinoide, gli studi si sono concentrati anche sul CBD e poiché i risultati del lavoro degli scienziati hanno evidenziato gli effetti positivi sull’organismo, sempre più persone hanno iniziato a interessarsene.

Il cannabidiolo può essere estratto da varie parti della cannabis, principalmente dalle infiorescenze e dalle foglie, e possiede proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, analgesiche e ansiolitiche. Ma, soprattutto, non ha alcun effetto stupefacente.

Il suo utilizzo sarebbe molto utile nel trattamento di disturbi come ansia, stress e insonnia; inoltre, le sue proprietà lenitive e rilassanti aiutano a tenere sotto controllo i sintomi di alcune condizioni debilitanti dell’apparato digerente come nausea e sindrome del colon irritabile, agevolando la digestione.

Interagendo con i recettori del sistema endocannabinoide, il CBD aiuta a ripristinare la sua normale funzionalità e a riequilibrare diverse funzioni vitali. Non solo: in base ai risultati di vari studi scientifici, la sua assunzione placa i sintomi di patologie gravi come il morbo di Parkinson, l’epilessia e la sclerosi multipla.

Il fatto che questa sostanza non dia effetti stupefacenti e abbia proprietà benefiche probabilmente ha influito sulle decisioni dell’Unione europea e dello Stato italiano in merito alla sua regolarizzazione. Vediamo quali sono le ultime novità al riguardo.

Il CBD nella legislazione europea

La visione europea del CBD è cambiata definitivamente il 19 novembre 2020, data in cui la Corte Europea ha emesso una sentenza in cui questa molecola viene dichiarata legale in quanto priva di effetti psicoattivi o dannosi per la salute. Inoltre, nel testo viene precisato anche che il CBD non crea dipendenza.

Di fatto, questa sentenza legittima la commercializzazione e il consumo del CBD nel territorio comunitario, e tutti i Paesi membri sono tenuti a rispettare tale indicazione. Tuttavia, esiste la possibilità per ogni singolo Stato di porre dei limiti al suo utilizzo per ragioni di salute pubblica.

Nel testo della sentenza vengono chiarite anche le regole in merito alla commercializzazione del cannabidiolo, che prevedono che le piante da cui viene estratto siano state coltivate in Europa e abbiano una concentrazione di THC inferiore allo 0,2%. Inoltre, il cannabidiolo deve essere estratto da tutte le parti della pianta e non solo dalle infiorescenze o dalle foglie.

Indubbiamente sulla decisione della Corte Europea non ha influito esclusivamente il fatto che il CBD non dia dipendenza e non sia dannoso per l’organismo, ma anche il gran numero di effetti benefici che lo caratterizzano.

Ora vediamo cosa dice la legge italiana sulla cannabis e sul CBD.

La legge italiana sul CBD

In Italia la normativa sulla cannabis ha avuto la sua ultima svolta significativa nel 2016: è di quest’anno, infatti, la promulgazione della Legge n. 242/16 che regolamenta la coltivazione e commercializzazione della cannabis light.

In base al testo della legge, è possibile coltivare piante di cannabis che non contengano una percentuale di THC superiore allo 0,2%, e i suoi derivati possono essere venduti e posseduti. Tuttavia, c’è un vuoto legislativo in merito al consumo. La legge non lo vieta apertamente ma non specifica in alcun modo nemmeno la sua legalità.

Tra gli utilizzi consentiti sono stati messi nero su bianco quello cosmetico, quello alimentare e quello per il collezionismo, ma manca qualsivoglia riferimento all’uso della cannabis light a scopo ricreativo. Non solo: non è specificata la posizione legale del CBD.

Tuttavia, poiché l’Italia è un Paese appartenente all’Unione Europea, la sentenza del 19 novembre 2020 ha validità giuridica anche nel suo territorio; di conseguenza, il CBD è una sostanza legale e può essere consumato anche in Italia, a patto che rispetti i parametri indicati nel testo della sentenza della Corte Europea. Attenzione: si parla di CBD, non di cannabis light.

In conclusione

Il cannabidiolo può essere una soluzione per il trattamento di condizioni più o meno gravi e poiché il suo consumo è stato legittimato da una sentenza della Corte Europea è possibile assumerlo senza violare alcuna legge.

È importante, però, acquistare derivati di CBD presso rivenditori autorizzati che rilascino un certificato di conformità.


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