Cronaca 11 Mag 2022 09:31

CONSORZIO VINI, CATALDI: DIMOSTRAZIONE DI FORZA DI TOLLO SVILISCE AZIENDE

CONSORZIO VINI, CATALDI: DIMOSTRAZIONE DI FORZA DI TOLLO SVILISCE AZIENDE

L’AQUILA – Nessuna intesa sul nuovo presidente, un’apertura di Codice Citra per una soluzione condivisa che tenda la mano ai produttori privati a cui Cantina Tollo risponde con un muro. A scattare la fotografia, nitida, di quanto sta avvenendo nel mondo vitivinicolo abruzzese alla vigilia del rinnovo delle cariche nel Consorzio di tutela, dove i due colossi della cooperazione che fino ad oggi si sono alternati nell’esprimere il vertice non trovano un accordo, ci serviva un professore.

Luigi Cataldi Madonna (nella foto), dell’omonima cantina di Ofena (L’Aquila), lo ha fatto ieri inviando una lettera aperta (pubblicata integralmente sotto) alle aziende familiari e alle cooperative.

“Dopo numerose interlocuzioni che non hanno avuto gli esiti sperati”, spiega Cataldi, “Citra ha formulato una proposta di netta rottura con il passato, a mio avviso equa e di buon senso: su 15 membri del cda, fra le aziende cooperative candidate, Tollo avrebbe scelto 5 consiglieri, Citra ugualmente avrebbe scelto 5 consiglieri, mentre alle aziende private candidate si sarebbe lasciata ampia autonomia nell’individuare i restanti 5 consiglieri e fra questi ultimi anche il presidente senza alcun veto incrociato”.

“Purtroppo, però”, rileva Cataldi, “l’altra metà della cooperazione (Tollo) temporeggia nella risposta e si trincera dietro un silenzio contradditorio che temo voglia nascondere la volontà di riproporre il principio dell’alternanza cooperativistica oramai giudicata anacronistica e condannata dalla stessa cantina in tempi non sospetti”.

“Ancora una volta”, accusa ancora il professore, “la figura delle aziende a conduzione familiare viene svilita e mortificata dal comportamento assolutistico di un pezzo della cooperazione che stigmatizza la nomina del presidente e la composizione del CdA, come una semplice dimostrazione di forza fra due schieramenti ed i relativi pesi ponderali”.

Fino ad oggi la presidenza del Consorzio è sempre stata assegnata sulla base dell’alternanza a doppio mandato tra candidati espressione di Citra – come l’uscente Valentino Di Campli – e Cantina Tollo, le due grandi cooperative della provincia di Chieti che detengono la maggioranza dei voti, calcolati per uva raccolta, bottiglie e vino prodotto.

LA LETTERA APERTA

ABBIAMO PERSO TUTTI … forse

Lettera aperta alle aziende familiari e cooperative

Cari Soci, siamo oramai prossimi all’assemblea per il rinnovo del Cda del Consorzio Vini d’Abruzzo ed alla luce di quello che stiamo vivendo e leggendo (Virtù Quotidiane del 4 maggio c.a.), non riesco più a sottacere tutto il mio rammarico.

Non credo che in questa sede sia necessario ricordare le modalità con le quali, sin dalla costituzione del Consorzio, si sono composti i CdA ed eletti i Presidenti; una prassi basata su un tacito accordo nel mondo della cooperazione e fra quest’ultimo e le aziende familiari.

Trascorsi svariati mandati ed in totale posizione paritetica di avvicendamento al vertice del Consorzio da parte delle due più grosse realtà cooperativistiche regionali, questa intesa sembra non trovarsi più per le imminenti elezioni.

Dopo numerose interlocuzioni che non hanno avuto gli esiti sperati, Citra ha formulato una proposta di netta rottura con il passato, a mio avviso equa e di buon senso: su 15 membri del cda, fra le aziende cooperative candidate, Tollo avrebbe scelto 5 consiglieri, Citra ugualmente avrebbe scelto 5 consiglieri, mentre alle aziende private candidate si sarebbe lasciata ampia autonomia nell’individuare i restanti 5 consiglieri e fra questi ultimi anche il presidente senza alcun veto incrociato.

Tale proposta non solo è un gesto di fattiva apertura ma anche una prova di maturità per tutti noi privati, una sfida alla quale non ci dovremmo sottrarre: avere finalmente un presidente privato non imposto ma eletto democraticamente come semplice espressione maggioritaria fra coloro che si sono candidati.

Purtroppo, però, l’altra metà della cooperazione (Tollo) che aveva in passato avallato con entusiasmo la presidenza di un privato, ricordo quando ebbe il coraggio e la forza di indicare il caro amico e collega Gianni Masciarelli, oggi temporeggia nella risposta e si trincera dietro un silenzio contradditorio che temo voglia nascondere la volontà di riproporre il principio dell’alternanza cooperativistica oramai giudicata anacronistica e condannata dalla stessa cantina in tempi non sospetti.

Ancora una volta la figura delle aziende a conduzione familiare viene svilita e mortificata dal comportamento assolutistico di un pezzo della cooperazione che stigmatizza la nomina del Presidente e la composizione del CdA, come una semplice dimostrazione di forza fra due schieramenti ed i relativi pesi ponderali, senza intercettare minimamente il reale cambio di mentalità della gran parte del mondo enologico abruzzese.

In questi anni, tutti noi privati, increduli nel vederci ingiustificatamente demonizzati e ghettizzati ogni volta che si presenta la possibilità di una nostra presidenza in seno al Consorzio di Tutela, la casa di tutti, abbiamo lavorato affinché fosse sempre più evidente e necessaria una maggiore aggregazione ed integrazione fra le aziende cooperative e quelle familiari perché se le prime detengono la massa critica della produzione, le seconde hanno la capillarità del posizionamento e comunque sia tutti insieme concorriamo alla valorizzazione della produzione vitivinicola regionale.

Concludo questa mia breve riflessione con la speranza sia che tu possa condividerla e farla tua con le persone e nelle sedi opportune e sia che Tollo sciolga positivamente la sua riserva sulla proposta avanzata, condividendola, così da scrivere tutti insieme una nuova pagina per il nostro amato Consorzio basata sulla coesione e concordia e non sulla contrapposizione.

Con la stima di sempre, invio i miei più cari saluti.

Ofena, 10 maggio 2022
Luigi Cataldi Madonna

UNA DOVEROSA POSTILLA

Un inciso crediamo di doverlo ai nostri lettori, ma anche ai tanti protagonisti di questa vicenda: come la lettera di Cataldi dimostra, l’intero racconto delle elezioni al Consorzio che ha trovato spazio su queste pagine, la cronaca e i retroscena, è evidentemente stato fedele alla realtà, riportando pedissequamente ciò che accadeva dentro e fuori dalle “stanze dei bottoni”, scevro da qualsiasi condizionamento di sorta. Si è detto molto contro questo giornale, probabilmente dettato dal fatto che mai prima di ora un organo di informazione avesse tenuto l’attenzione così alta nei confronti di ciò che accadeva dentro una delle realtà più importanti per l’economia della regione. Oppure da una scarsa cultura del giornalismo, o perlomeno di quello libero e che svolge il proprio lavoro a prescindere da tutto. I fatti pian piano schiariscono le polveri che i mistificatori sono soliti gettare addosso, restituendo una visuale chiara sulla realtà e ristabilendo i ruoli.


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