La peronospora attacca i vigneti abruzzesi, “mancano azioni preventive”

CHIETI – La primavera ballerina e le inevitabili infezioni. La pioggia degli ultimi mesi sta danneggiando tutta la produzione agricola in Abruzzo e, in modo particolare, la viticoltura, con la diffusione della peronospora, la malattia che colpisce la vite interessando tutte le parti verdi della pianta e che può provocare una perdita totale della produzione. “Manca un’azione preventiva alla base”, denuncia l’enologo Vittorio Festa.
Il problema investe, soprattutto, le aziende vinicole della provincia di Chieti, dove si stima un impatto negativo, in termini di raccolta, del 50 per cento, anche se per il momento non vi sono dati reali. Siamo ancora in una fase di conteggio. L’attuale situazione è quella che dipende dalle abbondanti piogge di metà maggio, considerando che, così come spiega a Virtù Quotidiane l’agronomo Marco Di Domenico, il periodo di incubazione della peronospora oscilla dai 10 ai 20 giorni.
A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, sono stati la Coldiretti, la Confederazione italiana agricoltori e il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, che hanno chiesto alle istituzioni delle possibili soluzioni e un sostegno ad hoc.
L’assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, annuncia intanto che è convocato per lunedì prossimo, 12 giugno il cosiddetto tavolo verde regionale – di cui fanno parte associazioni di categoria, Consorzi, distretto Daq vino Abruzzo e Assoenologi – il secondo nel giro di poche settimane, per discutere della difficile situazione del comparto vitivinicolo e del settore agricolo in generale.
“Abbiamo già avviato un’interlocuzione con il Ministero e convocato una seduta della conferenza delle Regioni per affrontare la situazione e garantire una prospettiva di ripresa per i nostri viticoltori”, dice a questo giornale. “L’intento è quello di chiedere lo stato di calamità, ma al momento non è possibile avere il quadro chiaro delle risorse necessarie, considerando che è prematuro fare una stima effettiva dei danni. Tuttavia, faremo il possibile per individuare le strategie più opportune”.
Con l’aiuto dell’agronomo Di Domenico e dell’enologo Festa cerchiamo di spiegare perché e quando si manifesta la peronospora, che compromette la qualità delle uve.
“La pioggia, l’umidità, la variabilità meteorologica e le temperature che non superano i 30-35 gradi favoriscono la diffusione di questa patologia, che in questo caso ha colpito le foglie e anche i grappoli”, precisa Festa. “Con il sole e le temperature più elevate, la malattia scompare. Alcuni comuni della provincia di Chieti hanno già chiesto lo stato di calamità naturale, ma non è possibile fare una stima reale al momento”.
Come si può intervenire, dunque, per combattere la diffusione della patologia? “Oltre alla corretta gestione del suolo”, spiega Di Domenico, “con l’utilizzo dei fitofarmaci, che però devono avere una condizione ottimale per agire. Dal 5 al 20 maggio abbiamo avuto 14 giorni di pioggia, quindi il rispetto dei turni, necessario per l’utilizzo dei fitofarmaci, non è stato garantito”.
“Il punto”, precisa Festa, “è che il trattamento in sé non risolve il problema, non abbiamo certezze in tal senso. Bisognerebbe intervenire in maniera preventiva, elaborando in maniera adeguata i dati che possono essere forniti dalle centraline presenti in vigna. Serve, però, competenza per raccogliere e leggere bene determinati ‘indizi’. Non si può agire seguendo i semplici protocolli”.
Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, così come annunciato dal presidente Alessandro Nicodemi, presenterà un pacchetto di proposte, “perché i danni, in termini di raccolta, sono elevati”, dice. “Il punto è che il perdurare delle piogge non ci ha permesso di entrare nei campi e lavorare. La peronospora non è stata quindi causata direttamente dalle condizioni climatiche, ma il terreno completamente bagnato ha impedito il trattamento nei vigneti. L’infezione, inoltre, non ha attaccato solo le foglie, ma anche il grappolo e quando questo accade non si può più raccogliere”.
Tra le misure che il Consorzio intende proporre alle istituzioni, il rifinanziamento della vendemmia verde, oltre a concordare con l’Abi, Associazione Bancaria Italiana, la sospensione dei mutui e i finanziamenti agevolati.
“Il danno c’è e non può essere trascurato”, secondo il presidente di Coldiretti Chieti Pier Carmine Tilli. “Su alcune tipologie di uve, nell’alto chietino in particolare, l’impatto negativo sulla produzione è stato del 100 per cento, anche se i dati sono approssimativi. A preoccupare maggiormente è il reddito degli operatori. Gli effetti in termini economici sono particolarmente rilevanti se si tiene in considerazione tutta la superficie impiantata e il volume d’affari che il comparto genera, in particolar modo nel chietino. Ad ogni modo la pioggia sta recando danni a tutta la produzione agricola, non solo al settore vitivinicolo. Anche la zootecnia, per esempio, sta soffrendo. È già stata inoltrata alla Regione la verifica dei danni per la richiesta dello stato di calamità. Vediamo cosa emergerà dal tavolo regionale, fissato per il 12 giugno”.
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