Cronaca 01 Ago 2020 15:46

L’AQUILA ASSEDIATA DAGLI INCENDI, QUEI “PERCHÉ?” A CUI LA POLITICA DEVE RISPONDERE

L’AQUILA ASSEDIATA DAGLI INCENDI, QUEI “PERCHÉ?” A CUI LA POLITICA DEVE RISPONDERE

L’AQUILA – Ormai è disastro ambientale tra le montagne aquilane. I fronti del fuoco sono due e sono estesi per diversi chilometri.

Purtroppo, sono oltre 500 gli ettari di bosco già andati in fumo gran parte dei quali nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei monti della Laga.

Un disastro che per la Federazione per la rinascita Forestale è dovuta alla Riforma Madia che ha destrutturato il Corpo Forestale dello Stato accorpandolo all’Arma dei Carabinieri.

“La Ferfa esprime un sincero e doveroso ringraziamento nei confronti dei vigili del fuoco e dei volontari di protezione civile che in questi giorni stanno lottando come possono tra le fiamme e i fumi per spegnere l’incendio boschivo. Ciò premesso, ci chiediamo perché oggi in Italia negli incendi boschivi si impiegano Direttori delle Operazioni di Spegnimento (Dos) che devono venire da lontano, non conoscono né il territorio da tutelare né le squadre Anti Incendio Boschivo (Aib) da coordinare?”.

“Perché”, si domanda ancora la Federazione, “i 36 elicotteri dell’ex Corpo forestale dello Stato con i suoi piloti e tecnici forestali non vengono più impiegati prontamente negli incendi boschivi?”.

E ancora, “perché gli ex forestali che prima gestivano a tutto tondo le emergenze legate agli incendi boschivi (dal numero telefonico 1515 alle investigazioni, passando per la lotta aerea e il coordinamento a terra) ora o si limitano alle perimetrazione delle aree percorse dal fuoco ai fini statistici e alle indagini di polizia giudiziaria (quelli transitati nei cc), o vengono impiegati in compiti diversi (quelli transitati nei vv.f.), oppure non vengono impiegati per niente (quelli transitati nei ministeri)?”.

“Perché alcuni influenti politici locali del Pd che all’epoca votarono in Parlamento la soppressione del Corpo forestale dello Stato, di fronte a questo ennesimo disastro ambientale (ricordiamoci anche i tragici eventi avvenuti nel 2017 nel Morrone e a Rigopiano) non riescono a riconoscere l’errore politico commesso e si limitano a lanciare generiche invettive contro i piromani (neanche contro gli incendiari, sic!)?”, chiede ancora la Federazione per la rinascita Forestale.

“Per questa classe politica il problema non è una riforma che ha distrutto una struttura operativa efficiente nella lotta contro gli incendi boschivi (la Forestale per l’appunto). Il problema sono i piromani! Oppure il caldo!”.

“Lo scorso anno la stessa classe politica dava la colpa degli incendi boschivi ai cambiamenti climatici, in ossequio alle denunce della ragazzina Greta Thumberg“, ricorda la Ferfa.

“Torniamo indietro negli anni, per capire le enormi differenze tra spegnere gli incendi boschivi con e senza il Corpo forestale dello Stato. Estate 1994: stesso bosco di Arischia andato a fuoco. O all’estate 2003: l’estate più calda degli ultimi 150 anni”.

“Ebbene”, rileva la Ferfa,  “nel 1994 ad Arischia bruciò una parte di bosco di gran lunga minore rispetto ad oggi e nel 2003 è bruciato un terzo del patrimonio forestale andato invece in fumo nel 2017”.

“Gli incendi boschivi c’erano anche prima, gli incendiari pure, ma la differenza la faceva il Corpo forestale”, afferma senza mezzi termini la Ferfa.

“Perché? Perché il Corpo forestale era capillare, conosceva il territorio, aveva migliaia di Dos (direttori operazioni di spegnimento) di provata esperienza, adusi a cooperare con eccellente osmosi operativa con elicotteri e Canadair, nonché con i volontari di protezione civile che venivano formati nelle Scuole del Cfs”.

“Il Dos dirigeva il tutto sul suo territorio (che, ripetiamo, conosceva palmo a palmo), da posizione dominante coordinava il tutto, il luogo dell’incendio veniva presidiato e bonificato”.

“Adesso? Adesso sono stati trasferiti i compiti dell’antincendio boschivo ai Vigili del fuoco, che fanno tutto quello che possono, ma non possono eguagliare nel settore l’efficienza dei Forestali”, fa osservare la Federazione.

“Perché? Non fraintendete, stimiamo e rispettiamo i Vigili del fuoco, ma gli stessi – con soli 360 uomini ricevuti di rinforzo dal Corpo forestale (quasi tutti prossimi alla pensione), metà della flotta aerea dell’ex Forestale (l’altra metà è passata ai Carabinieri), con comandi nella città e nient’affatto capillari – come potrebbero eguagliare l’opera dei Forestali?”.

“Ma proseguiamo nel dipingere al meglio questa riforma fantastica che ha soppresso la Forestale. Gli agenti che facevano i Dos nella Forestale (e che sono transitati coattivamente nei vvf per tale condizione), non hanno potuto proseguire l’opera per la quale erano specializzati, talché l’incarico di Dos, nei Vigili del fuoco, è devoluto esclusivamente ai caposquadra”.

“Risultato? Adesso un ex agente forestale, specializzato Dos, vede bruciare i boschi che conosce, ma non può interveniree deve attendere il Dos neospecializzato dei Vigili del fuoco che si trova a 70 km di distanza. Fantastico”.

“E questo solo per dirne una. Ci si dirà ‘sì, ma almeno abbiamo risparmiato!’ Eh no! Neanche questo!”.

“A parte i danni incalcolabili all’ambiente, alle foreste e alla fauna selvatica morta o privata dei propri habitat naturali, che già basterebbero a sancire il fallimento della riforma, ci sono tutte le costose convenzioni fatte con ditte private”, rileva la Ferfa.

“Risparmio? Macché. Spreco? Eccome. Sono aumentati i centri di costo della spesa pubblica. Sono aumentate le convenzioni con le ditte private di elicotteri per lo spegnimento degli incendi boschivi”.

“Ma poi, secondo voi, i Forestali e i Vigili del fuoco sono la stessa cosa? Eh, no! Il Forestale ha una mentalità improntata sulla protezione dell’ambiente e della natura, il Vigile del fuoco invece è nato per il soccorso tecnico urgente nei centri abitati”.

“Vi sembra uguale? Il Vigile del fuoco è aduso a proteggere case, beni e persone, il Forestale non soltanto! Il Forestale, oltre a questo, concepisce il bosco quale patrimonio naturalistico inestimabile, luogo di biodiversita’ da salvaguardare nonché bene comune ricco di servizi ecosistemici da proteggere”.

“E poi”, prosegue la Ferfa, “il Forestale conosce gli alberi e le tipologie di bosco: non sono tutti uguali, non tutti hanno lo stesso valore naturalistico e ognuno reagisce alle fiamme in modo differente. E potremmo continuare”.

“Sia chiaro che di tutto questo non facciamo nessuna colpa ai Vigili del fuoco, che hanno ricevuto un compito ingrato con zero strumenti”.

“‘Si, ma la colpa è dei piromani’, si dice! Ma come? È stato gridato ai quattro venti che l’Arma dei carabinieri ha implementato e migliorato le tecniche investigative dei forestali creando ‘la più grande polizia ambientale del mondo’, e la colpa è dei piromani? Siamo seri, i piromani (pochi) e gli incendiari (tanti) ci sono sempre stati e non si sono nel frattempo quintuplicati”.

“E allora di chi è la colpa? Vi poniamo un’altra domanda. Come mai Renzi & co. hanno deciso di ridurre le numerose forze di polizia accorpandone una a competenza specialistica? Come mai non ha accorpato i reparti ‘doppioni’ delle due polizie a competenza generale? Eppure avrebbe risparmiato molto di più”, fa notare la Federazione. “Come mai si è pensato di sopprimere un corpo di soli 8.500 uomini (lo stesso organico della polizia locale di Roma Capitale), mentre polizia e carabinieri contano 220.000 uomini? Mentre la guardia di finanza è l’unico corpo militare con compiti tributari in Europa?”.

“Ve lo spieghiamo subito: perché accorpare, anche solo parzialmente, i Carabinieri alla Polizia avrebbe significato comprimere le dirigenze di questi corpi, tagliare i posti da generale e prefetto. E il Pd non ha avuto la determinazione (o la forza) necessaria per farlo. E così è andata”.

“Un’ultima cosa”, conclude la Ferfa, “la Forestale è stata distrutta, il Corpo Forestale non esiste più; tutti i suoi 8.500 uomini sono stati fatti transitare nei Carabinieri, nella Polizia, nella Finanza, nei Vigili del fuoco e nei Ministeri. Ma i Corpi forestali delle cinque Regioni a statuto speciale esistono ancora, così come gli innumerevoli operai forestali della Sicilia, Calabria, Sardegna,…Speriamo di essere stati chiari”.


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