DISTURBI ALIMENTARI, ALLO SCALCO DELL’AQUILA CENA DI BENEFICENZA CON FONDAZIONE COTARELLA E ANIMENTA
di Giorgia Roca

L’AQUILA – Un equilibrio tra parole, buon vino ed ottimo cibo, il tutto racchiuso nella causa benefica abbracciata dal ristorante aquilano Lo scalco, e presentata nella cena esclusiva di ieri, il cui ricavato andrà interamente a sostegno dei progetti sociali di Fondazione Cotarella – legata alla famiglia del celebre enologo Riccardo – e dell’associazione no profit Animenta in ambito di prevenzione, sensibilizzazione e supporto dei disturbi del comportamento alimentare.
Un importante tema che dal 2018 viene ricordato il 15 marzo di ogni anno, tramite la giornata nazionale contro i disturbi dell’alimentazione, e simboleggiato dal fiocchetto lilla indossato per l’occasione, da quando l’associazione Mi nutro di vita di Stefano Tavilla diffonde la cultura della cura, sostenendo gli interessati e le famiglie coinvolte da tali patologie.
A condurre per mano tutti gli ospiti della serata in un percorso che dalla beneficenza si spinge sino al rapporto esistente tra Dante Alighieri e L’Aquila con le relative leggende, è stato il giornalista e scrittore Angelo De Nicola, ideatore degli appuntamenti culturali che Lo Scalco propone ciclicamente.
Un intreccio di voci significative nel mondo della ristorazione, dell’enologia e della medicina si sono ritrovate intorno al filo conduttore della salute e della consapevolezza.
“Queste occasioni nascono sia per far conoscere le storie che portiamo avanti, sia per creare momenti di riavvicinamento al cibo e al vino per tutti coloro che ne sono spaventati, infatti stasera sono presenti anche dei ragazzi che stanno affrontando un disturbo alimentare, e vederli insieme significa creare degli ambienti protetti in cui si sentano accolti. È fondamentale per noi lavorare in modo sistemico e sistematico con aziende, ristoranti e istituzioni”, ha detto Aurora Caporossi, fondatrice e presidente dell’associazione Animenta insieme a Laura Montanari.
Animenta, inoltre, ha creato una linea di pasta secca, al vertice della piramide tra gli alimenti fobici, con etichette dedicate al complesso momento del pasto.
“Lungo il percorso abbiamo incontrato Animenta con la quale siamo entrate in empatia, condividendo obiettivi e intenti e da allora organizziamo aperitivi solidali e laboratori di cucina all’interno dei ristoranti stellati, il primo dei quali proposto da Pipero a Roma”, ha commentato Enrica Cotarella, terza generazione della famiglia Cotarella, nota e apprezzata azienda vitivinicola dell’Alta Tuscia, a cavallo tra Lazio e Umbria dal 1979.
Infatti, i progetti sociali della Fondazione prendono spunto da un’esperienza negativa familiare, trasformata in occasione di miglioramento, e sono volti al reinserimento nella quotidianità di bambini e ragazzi in età adolescenziale.
Tra gli invitati anche il professor Franco Marinangeli che ha ricordato come “in questa provincia purtroppo manca una sensibilità a questa problematica e, invece, dovremmo considerare che si tratta di patologie terminali dell’età adolescenziale ben più gravi di quelle oncologiche alle quale siamo abituati. Inoltre, si riscontra un aumento esponenziale dei casi, in seguito alla pandemia da Covid, dunque è essenziale parlarne”.
Entrando nel vivo del menù della cena, gli antipasti serviti sono stati burro all’aringa, pallottina cacio e ova, fegato croccante al sesamo, tortino di patate allo zafferano di Navelli con pecorino di Pizzoli, miele e mandorle, accompagnati dal Best brut Falesco metodo Charmat della linea Est est est di Montefiascone: un blend di Trebbiano, Malvasia e Roscetto, quest’ultimo tipico vitigno del lago di Bolsena.
Parte integrante dei progetti sociali è rappresentata dai vini della fattoria Tellus della Fondazione, come lo Chardonnay in purezza 2022, in acciaio dalla sapidità tipica delle zone vulcaniche come il lago di Bolsena, che è arrivato in tavola insieme alla tagliatella di seppie con crema di piselli e maionese; riso su riso, cavolfiore e paprika; e fusillo d’Abruzzo al ragù d’agnello. Della stessa zona di produzione è Tellus Syrah in purezza, annata 2020 in barrique francese e affinamento in bottiglia, che si è ben affiancato alla guancia di vitello aquilana con granella di pane allo zenzero. A conclusione, gelato alla nocciola di Carolina e Gina con crumble e ratafia d’Abruzzo.
Una serata che ha sottolineato la fiducia nella collaborazione e nella forza d’animo del singolo come di una città intera “chiunque sposi il progetto di Fondazione Cotarella ha sempre un approccio positivo, ma questa è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un ristoratore che si è messo a completa disposizione della causa benefica, donando l’intero incasso della serata, superando così le nostre aspettative. Ci siamo sentiti accolti all’interno di una famiglia e di una realtà straordinaria. Inoltre, tornare all’Aquila mi dona sempre una certa carica e noi sorelle vi siamo molto legate, non escludo che questa sinergia possa proseguire con futuri eventi, magari nel periodo estivo”, ha concluso Enrica Cotarella.
Ospite d’eccezione Alessandro Pipero, patron dell’omonimo ristorante stellato di Roma: “Sono molto legato a questo progetto benefico perché la prima serata l’abbiamo ospitata da noi con il nostro chef Ciro Scamardella. Tutto ciò che ruota attorno alla cucina mi appassiona e, in questo caso, non ho fatto altro che mettere in contatto la famiglia Cotarella con i titolari de Lo scalco, con i quali è nata una vera amicizia, sono rimasto sorpreso e affascinato dalla bellezza della città dell’Aquila e della coesione degli aquilani. La bravura de Lo scalco sta nel fare ristorazione a tali livelli in questa città, che è cosa diversa dal farla nel centro di Roma”.
Un’altra prova superata per la famiglia Ippolito che apre le porte alla cultura nel suo ristorante a Piazza San Pietro: “C’è stata una partecipazione inaspettata ed è importante avere delle realtà come la Fondazione Cotarella ed Animenta che espongono un problema sotto una nuova luce, così come facciamo nel nostro piccolo con gli Horti, quali incontri per narrare in modo diverso un argomento di volta in volta differente”, ha rilevato la responsabile di sala Massimiliana Ippolito.
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