L’AQUILA – Tra chi apre e chi chiude, chi si improvvisa sperando nel marketing e chi sfrutta il momento ignorando quanto di buono offre il territorio che lo circonda, è bello ritrovare certezze quando si va a cena fuori. Tra queste, all’Aquila c’è di sicuro Elodia, e d’altra parte se un’insegna sopravvive a tutte le stagioni e da oramai mezzo secolo porta avanti la propria attività qualcosa vorrà pure dire.
Il ristorante della famiglia Moscardi nel 2022 si è trasferito in centro storico, in una prestigiosa location – quella di Palazzo Cipolloni Cannella lungo corso Vittorio Emanuele – dove propone i piatti di sempre insieme ad alcune novità (in carta, accanto al piatto c’è la data di creazione) e la ricca cantina a cui si è ormai abituati.
In un’epoca in cui sembra che la cucina non sia degna di attenzione se non propone almeno un prodotto che arriva dall’altro capo del mondo, e in cui molti subiscono il fascino di nomi altisonanti, è poi encomiabile ritrovare nel menù il pollo in casseruola: un piatto povero, se vogliamo, che oggi pochissimi ristoranti preparano ma dal sapore tutto da riscoprire, capace di valorizzare materia prima locale e in grado, anche, di combattere i drammatici rincari con cui questo settore più di altri deve fare i conti. Insomma una ricetta che, come altre, andrebbe riscoperta e a cui in tanti dovrebbero ispirarsi per rivedere la propria offerta.
Così come da esempio dovrebbero essere la costanza nel tempo, che da Elodia è una certezza, a partire dalla cucina nelle mani di Nadia e Wilma naturalmente, per arrivare al servizio di sala, dove Antonello ha già trasmesso l’impeccabilità al figlio Riccardo. I due non smettono mai di esplorare e conoscere, sempre alla scoperta di prodotti e territori nuovi.
Non va infine ignorato l’ottimo rapporto qualità-prezzo, davvero poco frequente per chi è abituato a girare ristoranti di ogni livello. Aperto nel 1974 a Camarda, frazione dell’Aquila alle pendici del Gran Sasso, Elodia si appresta a spegnere cinquanta candeline viaggiando senza timori a vele spiegate nel mare magnum della ristorazione che, di certezze, oggi ne offre ben poche.
LE FOTO