Trentodoc, dagli abissi alle vette. Quando la degustazione diventa “estrema”

TRENTO – Un viaggio sensoriale attraverso profondità e altitudini. La degustazione Trentodoc “Estremi”, guidata da Roberto Anesi – miglior sommelier d’Italia AIS 2017 – ha regalato al pubblico del Trentodoc Festival la possibilità di scoprire etichette che raccontano anche dal punto di vista fisico il territorio in cui nascono.
“Questo appuntamento – ha sottolineato Anesi – è stato un percorso esplorativo nel Trentodoc. Un racconto di storie: ogni etichetta porta con sé il territorio da cui nasce, le sfide del tempo e la scelta di luoghi estremi che diventano parte integrante del carattere del vino”.
Gli ospiti hanno degustato Trentodoc capaci di raccontare storie fuori dall’ordinario: bollicine che hanno riposato per oltre 200 mesi, quasi vent’anni sui lieviti. Bottiglie che sono veri testimoni di un’epoca passata, prodotte con il sapere di allora e degustate oggi con la consapevolezza attuale.
Non meno affascinanti i Trentodoc che hanno trovato rifugio in luoghi estremi: nelle profondità del lago di Garda a 40 metri, nel buio e nella freschezza costante, o nel lago di Levico, a meno 25 metri, dove le bottiglie hanno beneficiato di una “cantina naturale” rappresentata dall’acqua. Un processo complesso, che ha visto gli operatori collocare e recuperare le ceste di bottiglie.
Dalle acque ai ghiacci: protagonista anche il racconto del ghiacciaio Presena, dove dopo tre anni di affinamento tradizionale, le bottiglie vengono trasferite in una grotta del ghiacciaio per altri tre anni. Un percorso che lega la viticoltura alla montagna trentina.
Il Trentodoc Festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento e organizzato dall’Istituto Trento Doc con Trentino Marketing, in collaborazione con Corriere della Sera e il contributo attivo della filiera dell’accoglienza.
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