NINO, IL CARONTE DEL TIRINO E IL SEGRETO DEL FIUME PIÙ LIMPIDO D’ABRUZZO

BUSSI SUL TIRINO – Nino Arduini, 26enne di Bussi sul Tirino (Pescara), studente di lettere e filosofia all’Università La Sapienza di Roma, è un accompagnatore di canoa del fiume Tirino, nella Valle che si trova all’estremità sud del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, quasi all’incrocio tra i tre grandi Parchi nazionali del centro Italia che formano il più esteso sistema di aree protette dell’Europa occidentale.
Incarna, Nino, il rapporto che la comunità bussese ha da sempre con il fiume che attraversa il paese, dove “tutti hanno una canoa”, racconta ripercorrendo la sua esperienza con la cooperativa Il Bosso, ormai vicina al ventesimo compleanno: una realtà di giovani che sta contribuendo a far conoscere quest’angolo d’Abruzzo ben oltre i confini nazionali.
Un’oasi ambientale incontaminata che non ci si aspetterebbe di trovare pochi chilometri a monte di quell’area diventata drammaticamente nota per l’inquinamento lasciato da mezzo secolo di industria, croce e delizia della Val Pescara.
La Valle del Tirino, nota per la sua vocazione olivicola e vitivinicola dovuta alle particolarissime condizioni pedoclimatiche, conserva un paesaggio incontaminato che, anche grazie a coraggiose iniziative di giovani del posto, inizia a diventare meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo.
“Dopo il primo anno trascorso alla facoltà di lettere di Chieti mi sono trasferito a Roma per continuare gli studi e cercare una carriera da giornalista o insegnante, al di là del ruolo di guida che svolgo con piacere con la cooperativa Il Bosso”, racconta a Virtù Quotidiane Nino, che ricorda quando, da bambino, venne immerso dai genitori nelle sorgenti di Capodacqua.
Una sorta di battesimo, che in realtà è un gioco e un’abitudine tutta bussese che avviene in quel posto speciale, in dialetto chiamato “la sauce” (il salice), dove gli adolescenti della zona facevamo i primi tuffi saltando dai rami degli alberi e dove azzardavano i primi baci.
“Tre anni fa ho partecipato al corso che ogni marzo prepara le aspiranti guide attraverso lezioni in aula, studiando approfondimenti storici e scientifici riguardo la zona ed imparando le tecniche di comunicazione”, spiega Nino, “in parallelo si tengono lezioni pratiche nel fiume utili ad imparare le tecniche in canoa e le manovre di sicurezza”.
Il corso dura circa tre mesi e viene organizzato dalla stessa cooperativa, che è nata con l’intento di difendere e promuovere l’area della Valle del Tirino attraverso il settore del turismo e della natura sostenibile. Il Bosso attua progetti con l’obiettivo di diffondere la sensibilità ecologica e divulgare la cultura scientifica. Le attività vengono promosse con enti, scuole e associazioni.
La cooperativa dà la possibilità di conoscere l’ambiente e il territorio attraverso forme di turismo responsabili, offrendo da attività di escursioni, canoa, Kayak e mountain bike a iniziative culturali ed enogastronomiche, che nel tempo hanno registrato un sensibile aumento di visite, “un premio al lavoro svolto con impegno e passione”, dice fiero Nino prima di accompagnarci nel giro in canoa.
L’escursione nel fiume parte da località San Martino, proprio sotto Capestrano (L’Aquila). Le guide accolgono i visitatori che, dopo qualche spiegazione tecnica, vengono divisi in piccoli gruppi destinati alle varie canoe. Indossando il giubbotto salvagente si parte remando contro corrente supportati dalle forti braccia delle guide che, sedute a poppa della canoa, svelano ai visitatori la meravigliosa biodiversità che si incontra lungo il percorso.
Il Tirino, dal greco “Tritano” (triplice sorgente), viene alimentato dalla sorgente di Prisciano e un piccolo laghetto nei pressi di Capestrano. “Il fiume nasce dalle riserve del sistema acquifero di Campo Imperatore, l’acqua scorre per circa 50 giorni, tramite un percorso sotterraneo carsico di 25 km, e viene alla luce attraverso il Lago di Capodacqua”, spiega Nino, “il Tirino è alimentato inoltre da altre piccole sorgenti di acqua, visibili nel letto del fiume dalle bollicine emesse, che sprigionando ossigeno, sfavoriscono la nascita di vegetazione”.
Si deve proprio a quest’ultimo aspetto la particolare limpidezza del fiume, considerato uno dei più belli e limpidi d’Europa: “L’ambiente del Tirino, in gergo scientifico oligotrofico, è caratterizzato da acque povere di sostanze disciolte nutritive – spiega il giovane – Inoltre le poche sostanze organiche presenti nella corrente sono il nutrimento perfetto di alcune piante del fiume che, attraverso un processo di ‘fitodepurazione’, depurano l’acqua in modo naturale donandole una limpidità assoluta”.
Proseguendo si fa una piccola sosta in un tratto guadabile dove i più coraggiosi possono immergersi nelle limpide e fresche acque che registrano gli 11°C durante tutto l’anno. Dopo il tuffo e la merenda offerta da Nino, raccogliendo semplicemente sedani d’acqua commestibili, si torna indietro al punto di partenza cullati dalla corrente. Senza bisogno di remare ed in silenzio si ascoltano i suoni del fiume avvolti dalla bellezza circostante, una vera estasi sensoriale che lascia i visitatori incantati.
“Ho notato molti visitatori, di tutte le età, provenienti dal nord Italia, altri dall’Est Europa poi Australia ed America”, osserva Nino quando, tornando verso terra, si iniziano a sentire parlottii di diverse lingue, “qualche mese fa ho ospitato sulla mia canoa un operatore turistico di New York che realizzava un video promozionale della Valle del Tirino”.
Il fiume, capace di attrarre visitatori da tutto il mondo, vanta un patrimonio naturale di grande rilevanza, tuttavia svilito da anni di trascuratezza nella valorizzazione delle risorse ambientali ed umane della Valle. Storie del centro Italia che hanno ispirato la pellicola cinematografica Liberi del 2003. Film completamente girato nella zona di Bussi sul Tirino e Pescara con la partecipazione di Elio Germano, particolarmente legato a questa terra e che recentemente ha anche tenuto un workshop a Capestrano, nel ruolo di un ragazzo bussese figlio di un operaio della Montedison licenziato, che stanco della vita di provincia cerca un futuro diverso altrove.
Lungometraggio che sottolinea le realtà della Valle, messa a dura prova dalle vicende dell’ex stabilimento della chimica, evidenziando le problematiche sociali e lavorative delle aree interne.
Ciononostante oggi la Valle vede protagonisti i ragazzi del Bosso, che ridisegnano un modello positivo ed un esempio da seguire in controtendenza al contesto di spopolamento e sfiducia che interessa molti giovani abruzzesi. Valerio Epifano
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