Peronospora, produzione vinicola abruzzese a rischio crollo: “Mai successo negli ultimi trent’anni”

PESCARA – Non è di certo un’ottima annata, parafrasando il titolo del film diretto da Ridley Scott, ma “particolare” per il settore vitivinicolo, sia in Abruzzo che nel resto d’Italia. A riferirlo sono i produttori, alle prese con la peronospora, l’infezione che sta attaccando la vite e che sembra avere effetti a macchia di leopardo con la provincia di Chieti più colpita di tutte a differenza di quella teramana e dell’entroterra aquilano dove le maturazioni sono indietro di circa venti giorni, dove gli effetti sono al momento più contenuti.
Così come spiegato da Virtù Quotidiane, questa patologia può causare gravi danni, compromettendo la qualità delle uve e provocando un calo della produzione di oltre il 50 per cento, in alcuni casi anche del 70 per cento, se non di più, anche se non è possibile fare una stima reale al momento. Si dovrà aspettare il mese di ottobre, per avere contezza dei danni.
Al di là delle azioni che, in base a quanto sollecitato dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, verranno intraprese dalle istituzioni per cercare di porre rimedio a un problema che colpisce le cantine abruzzesi e non solo, abbiamo raccolto alcune testimonianze dei vignaioli e degli imprenditori che si trovano a fronteggiare una situazione che possiamo definire anomala.
“Lunedì, al tavolo verde, è emersa l’intenzione, da parte della Regione, di redigere una relazione per richiedere lo stato di emergenza”, spiega il sindaco di Tollo (Chieti) Angelo Radica, produttore e presidente dell’Associazione Città del Vino. “In provincia di Chieti i danni, in termini di raccolta, si stima siano superiori al 70 per cento. Nel mese di maggio la pioggia, durata settimane, ha impedito di entrare nei campi. Ora che si può lavorare, seppur a intermittenza, ci troviamo a difendere almeno quella piccola percentuale rimasta intatta”.
“I danni saranno pesanti”, aggiunge Sabatino Di Properzio, di Fattoria La Valentina, cantina green. “I nostri vigneti bio sono stati attaccati, sia a Spoltore che a San Valentino in Abruzzo Citeriore. Ogni territorio è differente e la peronospora non ha colpito tutti nello stesso momento, ma io temo che il risultato sarà lo stesso. In alcune zone la terra è ancora bagnata, per via delle pesanti piogge di maggio. Negli ultimi giorni abbiamo avuto uno stop, ma ora le previsioni non sono buone. Questa è un’annata molto particolare. Posso tranquillamente affermare che da quando abbiamo fondato l’azienda, negli anni Novanta, non è mai stata riscontrata una situazione del genere”.
Per Nicola Altieri, dell’azienda agricola Fontefico di Vasto (Chieti), “vi sono delle difficoltà di intervento a causa delle attuali condizioni climatiche. Con un’azione preventiva, che solitamente caratterizza il nostro approccio biologico, riusciamo ad arginare il problema, ma i danni ci sono, anche se la stagione è ancora lunga e non possiamo quantificare. Di sicuro una perdita del raccolto c’è, ma ogni appezzamento, anche se non troppo distante da un altro, risponde in modo diverso ai trattamenti e viene colpito in maniera differente dalla peronospora”.
“Da noi l’infezione è partita da pochi giorni e i danni sono ancora limitati, ma non possiamo non intervenire con i fitofarmaci. L’ozono non basta più”, spiega Elisabetta Di Berardino, della cantina vitivinicola La Quercia, di Morro d’Oro (Teramo), particolarmente preoccupata per l’inevitabile calo della produzione, anche se per il momento la peronospora, nei suoi vigneti, non ha colpito il grappolo, ma solo la foglia.
In linea generale, si spera nel sole che possa asciugare i terreni, consentendo così l’ingresso nei campi, ma i danni ci sono e le ripercussioni economiche fanno paura.
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