PISTA CICLABILE CON ASFALTO ALL’AREA MARINA PROTETTA DI CERRANO

PINETO – È stata ricoperta di asfalto innescando una generalizzata indignazione, la pista ciclabile dell’Area marina protetta di Cerrano, a Pineto (Teramo).
“Più vedo questa foto e più penso che la parola ‘bellezza’ non abbia più senso”, è stato lo sfogo su Facebook di Augusto De Sanctis del Forum dell’Acqua.
“Qualcuno, immagino più d’uno, deve aver elaborato un progetto, averlo visionato e studiato per dare le autorizzazioni, fatto la gara, affidato i lavori. Un procedimento durato mesi. Mi spaventa che in un lasso di tempo così lungo persone che hanno studiato siano riusciti a produrre questo risultato”.
“Che la Torre di Cerrano sia, almeno sulla carta, un patrimonio identitario della nostra regione credo sia pacifico – ha scritto De Sanctis – Che metterci davanti una colata di semplice asfalto nero produca il cosiddetto pugno nell’occhio, altrettanto. Da un punto di vista utilitaristico usiamo la Torre come marchio di presentazione della nostra costa. Che esistano alcune decine di alternative a quel tappetino nero in commercio, da anni, credo sia fatto noto. Però il progetto lo fanno e lo realizzano proprio così!”.
“Mi sconvolge l’assenza di anticorpi adeguati nella pubblica amministrazione. Cosa ha fatto l’Area Marina Protetta? Cosa ha fatto la Soprintendenza? Cosa ha fatto la Regione Abruzzo? Quali reazioni hanno messo in campo? Questo i cosiddetti ‘tecnici’. Poi la parte politica: da oltre 30 consiglieri regionali non mi sembra si sia levata alcuna voce di protesta, magari operosa con accessi agli atti, denunce, verifiche, organizzazione della protesta”, ha aggiunto.
“Anche noi cittadini, noi stessi, come abbiamo reagito davanti ad un’evidente offesa che ha riguardato il nostro patrimonio? La reazione è stata adeguata? Quali strumenti di lotta abbiamo attivato? Io ho firmato un esposto. Basta? Oppure ci lamentiamo solo sui social e poi preferiamo andare al mare, magari davanti alla Torre?”.
“Nel frattempo la bellezza sfiorisce, progressivamente. Non solo, perde proprio senso”, ha continuato De Sanctis.
“Forse dovremmo andare dal sindaco di Pineto, dal direttore e dal presidente dell’Area Marina protetta, dal soprintendente regionale, dal presidente della Regione, dai singoli consiglieri regionali, con gigantografia al seguito. Per chiedere risposte guardandoli negli occhi. Tampinarli finchè non sarà rimosso quell’obbrobrio. Che svolgano il loro dovere dimostrandogli che noi svolgiamo il nostro. Mentre scrivo, però, mi colpisce un elenco così lungo. Perchè un conto è dover ‘attaccare’ 1-2 responsabili, un conto decine, a vario titolo”.
“Credo che la sconfitta sia più in questi numeri e nell’incapacità di organizzare un minimo di risposta adeguata al livello dell’offesa che quella foto stessa rivela. La radice da cui è nata questa immagine è molto profonda. Bisogna provare a sdradicarla ma serve trovare grande forza. Con mio rammarico, per ora non la vedo”, ha concluso.
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