Cronaca 29 Dic 2021 10:11

ROCCO SCAMOLLA, FALEGNAME QUASI PER CASO DA CINQUANTACINQUE ANNI

rocco scamolla

PESCINA – “A vent’anni volevo fare il contadino, mi piaceva la terra. I miei erano contadini e avevano abbastanza terra. E invece ho fatto il falegname: quello che vedete è la fatica di 55 anni, dell’essere stato molto tenace, molto duro. Ho dovuto lavorare, ma lavorare nel vero senso della parola. Non mi ha dato niente nessuno. Ho cominciato in una bottega di 50 mq; poi, dopo 10 anni, ho realizzato un fabbricato di 100 mq. Doveva essere una sistemazione provvisoria e invece sono rimasto lì 35 anni! Qui dove sono ora, ho cominciato nel 2006. Nel fondo provo un po’ di amarezza perché avrei potuto fare di più e sicuramente in modo più sereno. Già dagli anni ‘70-‘80 avrei potuto ingrandirmi e crescere, ma per 40 anni tutta la zona artigianale è rimasta bloccata per il piano regolatore! La zona doveva partire nel 1978 e invece è partita nel 2004! Se sono arrivato ad oggi, è stato solo per la mia caparbietà e perché pensavo ai figli, che adesso lavorano con me”.

Rocco Scamolla, nato a Pescina 78 anni fa, ha raccontato la sua storia ai ricercatori dell’Università dell’Aquila nell’ambito del progetto “Almeno seicento metri sopra al mare: la montagna abruzzese. Uno sguardo sul Sirente-Velino”.

“Negli anni ’50, qui a Pescina, c’era il centro di formazione professionale. Eravamo 400-500 ragazzi che venivamo da tutto l’intorno: ci si iscriveva per fare il muratore, il falegname, il tornitore, l’elettromeccanico, l’elettricista. Io mi sono iscritto un po’ in ritardo e non c’erano più posti per meccanico industriale, così mi sono iscritto a falegnameria”.

“L’ultimo anno della scuola”, ricorda, “fecero un corso per l’espatrio finanziato dai tedeschi. Ci davano 600 lire: 300 settimana per settimana e 300 solo se espatriavamo. A farci gli esami sono venuti direttamente i tedeschi che dopo qualche mese ci hanno chiamato. Ci fecero la visita medica, il contratto e ci spedirono in Germania. Era un treno pieno di italiani, con giovani e meno giovani. Avevo 19 anni e non capivo il tedesco”.

“Ho lavorato a Dortmund come carpentiere per circa due anni in una ditta pioniera delle travi in lamellare. Guadagnavo 70-80.000 lire al mese. Quando sono tornato, l’insegnante mi ha detto: ‘Io me ne vado in Canada; ti do le chiavi della bottega e cominci a lavorare. Quando potrai e se te lo ricordi, mi manderai i soldi’. In realtà, io non me la sentivo di pigliarmi questa responsabilità anche perché non avevo mai fatto una finestra, una porta, un mobile. Ma soprattutto avevo il dubbio che fosse un lavoro povero. Quando il maestro mi ha detto l’utile che aveva fatto in un anno, pensavo mi stesse prendendo per i fondelli: aveva fatto circa 3 milioni! A quel punto mi sono convinto”.

Il progetto di ricerca “Almeno seicento metri sopra al mare: la montagna abruzzese. Uno sguardo sul Sirente-Velino” del Laboratorio Cartolab del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila in convenzione con la sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia, è stato realizzato, tra il 2020 e il 2021, con gli allievi del secondo anno del Corso di Reportage audiovisivo.


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