Terreni per i pascoli acquisiti con raggiro, all’Aquila in tre alla sbarra

CALASCIO – Si è aperto – seppur con un rinvio dell’udienza preliminare per un difetto di notifica – il procedimento a carico di tre persone, tra cui l’ex sindaco di Calascio (L’Aquila) Ludovico Marinacci, che secondo l’accusa sarebbero responsabili di un disegno criminoso finalizzato all’acquisizione di terreni di montagna i cui proprietari sono deceduti e gli eredi spesso introvabili o che non sono mai entrati in possesso del bene per poi rivenderli.
Una vicenda di cui questo giornale si occupò nel 2020 che oggi approda nelle aule di giustizia dopo che il pm del tribunale dell’Aquila Simonetta Ciccarelli ha chiesto il rinvio a giudizio per Marinacci, Walter Catini e Andrea Catini, padre e figlio, che, in concorso tra loro, avrebbero indotto in errore un notaio e la conservatoria dei registri immobiliari, attestando falsamente di aver posseduto per oltre vent’anni numerose particelle nei comuni di Calascio, Capestrano, Castelvecchio Calvisio, Santo Stefano di Sessanio, Ofena e Castel del Monte.
Questo avrebbe fatto sì che si potesse rivendicare l’usucapione, che permette appunto l’acquisizione di un bene in virtù del suo prolungato possesso.
Secondo alcuni racconti raccolti in passato da questo giornale, in alcuni paesi del comprensorio del Gran Sasso aquilano e della Valle Tritana ci sarebbero anche state delle liti dopo che alcuni proprietari a cui sono stati sottratti dei terreni in modo inconsapevole si sono accorti dell’operazione.
In alcune regioni italiane si sono verificati casi analoghi in cui interi ettari di terreno sono stati venduti all’insaputa dei proprietari e dietro le mega truffe ci sarebbe la lunga mano della mafia dei pascoli, il fenomeno che vedrebbe grandi aziende affittare vaste aree di terreni con il solo scopo di accedere agli ingenti fondi europei, pur senza garantire l’effettiva attività di pascolo degli animali.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Giovanni Macè, Paolo Mancini, Francesco Camerini e Piergiorgio Merli.
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