Cultura 30 Ott 2023 10:10

A Secinaro si torna a discutere di Superaequum, “la soprintendenza riprenda le ricerche”

A Secinaro si torna a discutere di Superaequum, “la soprintendenza riprenda le ricerche”

SECINARO – Delle origini di Superaequum, insieme a Corfinium e Sulmo una delle tre porzioni di territorio in cui i Romani suddivisero il territorio degli antichi Peligni, si è tornato a discutere in un partecipato convegno che a Secinaro (L’Aquila) ha visto confrontarsi amministratori, storici ed esperti.

Al centro del dibattito la vexata quaestio che ruota attorno all’ubicazione dell’antico insediamento considerando che, ancora oggi, non sono stati localizzati resti archeologici che facciano pensare alla fondazione di un’entità urbana corrispondente al municipium dei Superequani.

A confrontarsi l’ingegnere Domenico Di Baldassarre, Simone Pasquale e lo storico, archeologo e poeta Evandro Ricci. Presenti i sindaci di Secinaro, Noemi Silveri, Tione degli Abruzzi, Stefania Mariani, e Molina Aterno Luigi Fasciani, che è anche commissario della Comunità Montana Sirentina.

“Si sono ricordate le città importanti del territorio di quel periodo con Sulmo, Superaequum e Corfinium con quest’ultima capitale della Lega Italica con i popoli Peligni, Piceni, Marsi, Marrucini, Frentani, Sanniti, Apuli e Lucani che nel 91 A.C. combatterono contro Roma per aver riconosciuto la loro dignità e i giusti diritti”, spiega l’ingegnere Giuseppe Colantoni, ex sindaco di Secinaro. “Dagli studi portati avanti da Di Baldassarre è emerso che Superaequum fosse allocata nel promontorio a valle di Secinaro nelle aree denominate la Ira, Salitto, Cerenzano e Marracciano”.

“Le origini risalgono all’età del ferro. Durante la Guerra Sociale, Superaequum era in predicato per essere la capitale della lega Italica ma la determinazione finale cadde su Corfinium perché protetta strategicamente dalle gole di San Venanzio”.

“Superaequum”, ricorda ancora Colantoni, “aveva due colonie ricadenti nelle localita di Aschiano con Pagus Boedimus che dette luogo a Gagliano Aterno e in Macrano con Pagus Vecellanus che dette luogo a Castelvecchio Subequo. Sui territori sono ancora visibili i Castellieri risalenti all’occupazione Longobarda dal 568 D.C fino ai Normanni. Molte località dell’area superequana portano i nomi di origine longobarda. La occupazione dei Normanni è visibile dalle torre di Tione degli Abruzzi e dalla torre di Secinaro in una raffigurazione del 1700”.

Il convegno ha suscitato particolare interesse con i partecipanti che si sono augurati che la Soprintendenza Archeologica riprenda le ricerche nel territorio di Secinaro i cui studi, un po’ approfonditi, risalgono all’archeologo Antonio De Nino, scomparso nel 1907. Anche e soprattutto per consegnare alla storia la Città di Superaequum la cui ubicazione ufficiale, dopo 2000 anni, è ancora ignota a differenza di Corfinio e Sulmona.


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