Merano WineFestival 07 Nov 2023 17:27

Merano Wine Festival, Kocher: “Da quantità a qualità, com’è cambiato il vino in 32 anni”

MERANO – Cala il sipario sulla trentaduesima edizione del Merano Wine Festival, la rassegna ideata da Helmut Köcher nel 1992 ormai divenuta punto di riferimento del panorama vitivinicolo nazionale e internazionale. Un inno alla qualità da sempre ricercata dal wine hunter che dalla fine degli anni ’80 aveva colto l’importanza di disegnare una nuova immagine del vino italiano.

“In quegli anni”, ricorda il patron del festival nell’intervista di bilancio della edizione 2023 a Virtù Quotidiane, “c’era il problema del metanolo, dunque il vino era oscurato da un’immagine negativa. Il Merano Wine Festival ha voluto contrastare quella immagine e far capire che il vino poteva essere di grande qualità. Abbiamo cominciato a cercare i produttori che con anima e convinzione realizzavano prodotti unici. Nella prima edizione erano appena 55 e li abbiamo fatti diventare ambasciatori di quel messaggio di qualità”.

È stata, ed è tuttora una vera vocazione quella del Merano Wine Festival, che punta anno dopo anno a valorizzare anche gli aspetti legati alla salubrità del vino, tema oggi più che mai attuale dopo che l’Irlanda ha proposto di apporre sulle etichette delle bottiglie il vino nuoce gravemente alla salute.

“Ci sono vecchi libri che risalgono all’Impero Romano che dimostrano esattamente il contrario. Il vino con il suo Dna può diventare ambasciatore prezioso per l’Italia che con la sua grande biodiversità data dagli oltre mille vitigni può diventare davvero la prima nazione nella promozione del vino di qualità”.

Per veicolare l’importanza dell’eccellenza, per Köcher occorre lavorare anche sui prezzi di mercato. “Ci sono regioni che portano sugli scaffali vini a 2 euro. Non è un bel messaggio, specie su vini che sono classificati doc. Qui c’è tanto lavoro da fare, specie tra le cooperative e i consorzi”. In questo, il modello da seguire per il wine hunter è dato dall’Alto Adige, “dove da anni i consorzi sono ambasciatori di qualità”.

Nella costante ricerca di eccellenze, l’edizione appena conclusa di Merano Wine Festival che Vq ha seguito con cinque giorni di speciali, ha dedicato degli approfondimenti ai vini georgiani in anfora, prodotti da appena il 5 per cento dei vignaioli, “che credono nel ritorno alle origini scegliendo una fermentazione e una vinificazione che risale a 8 mila anni fa, che l’Unione sovietica ha provato a spazzare via”. E poi le grandi referenze italiane, Masseto, Sassicaia e Tignanello, a cui sono state dedicate due masterclass, “per spolverare la storia di tre territori”, ha detto Köcher, “e far comprendere quanto è importante lavorare a questi livelli così alti”.


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