Baia Papaja e San Marco a Pescara: l’evoluzione di lidi vicini, guidati da un unico proprietario

PESCARA – Baia Papaja e San Marco non sono solo due stabilimenti balneari attigui, ma possono essere concepiti come un’unica grande realtà, anche se la loro storia è diversa. Ad unirli, tra le altre cose, l’odore del prato che hanno in comune.
Bagni Marcello si chiamava un tempo il primo dei due: un piccolo chiosco in una spiaggia immensa, frequentato da poche persone, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, e per tale ragione simile a un’oasi della pace, dove poche comitive e qualche famiglia si godevano il mare in tranquillità. Per anni la clientela è rimasta la stessa. Poi è cambiata gradualmente. Nel 1988 la concessione viene acquistata da Luigi Sebastiani e dal fratello Antonio, già proprietario del San Marco dal 1972. Sarà il primo, chiamato da tutti Gino, a gestire lo stabilimento fino all’estate 2022, con l’aiuto di alcuni esercenti in grado di occuparsi del bar e dell’attività di ristorazione, avviata negli ultimi anni.
L’8 novembre scorso Gino, all’apparenza timido e burbero, ma nei fatti solo riservato ma particolarmente affettuoso con i clienti storici, è venuto a mancare. Così è subentrato il nipote Gaspare, figlio di Antonio. La concessione di entrambi gli stabilimenti è nelle sue mani e della moglie Silvia Mattioli, anche se sia papà Antonio che mamma Annamaria Di Candia lavorano ancora senza sosta al San Marco, lo stabilimento che con il tempo hanno contribuito a far crescere diventando uno dei principali punti di riferimento per le famiglie che lo frequentano e per coloro che scelgono i campus estivi per i propri figli. Il grande prato condiviso dalle due imprese balneari vicine, infatti, è la location ideale per organizzare feste di compleanno e per ospitare gruppi di bambini e quindi quelle che un tempo venivano chiamate colonie estive.
Ora, mentre al San Marco, in cucina e dietro il bancone, ci sono Gaspare, la moglie, i loro figli e i nonni, la gestione di Baia Papaja è affidata al Caboulot, storica birreria di Silvi Marina (Teramo). Al timone il responsabile Giuseppe Di Pronio che, assieme al suo staff, si occupa anche della ristorazione. La struttura, per l’estate 2023, ha subito delle lievi modifiche volute dal proprietario Gaspare, che nel 2019 aveva ristrutturato anche il San Marco, aggiungendo la piscina.
A ricordare com’era lo stabilimento San Marco tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta è proprio lui, cresciuto tra l’odore del mare e quello delle pizze che, man mano, la madre preparava in cucina.
“All’inizio c’era solo un chiosco di legno. Il bagnino piantava gli ombrelloni e li toglieva la sera. Il bar non era stabile, ma mobile. Restava aperto per l’estate e a fine stagione scompariva, secondo quanto racconta mio padre”, riferisce Gaspare. “Nel ’75 hanno cominciato a realizzare la struttura, un prefabriccato poggiato sulla sabbia. Poi, con il tempo, sono state apportate diverse modifiche, che hanno portato la struttura ad assumere l’aspetto attuale. Le ultime variazioni sono state effettuate l’estate prima del Covid, nel 2019. Abbiamo aggiunto la piscina, rinnovato la cucina, il bar, la sala ristorante”.
La ricetta della pizza, sia quella da spiaggia che quella al piatto, è sempre la stessa. Al San Marco è possibile anche mangiare pesce, sempre cucinato dalla signora Annamaria. Piatti della tradizione, come spaghetti alle vongole o rigatoni agli scampi più altre specialità di mare.
“Dopo il Covid credo sia cambiato il modo di concepire il mare. Ci sono stati anni in cui le persone, almeno qui da noi, sceglievano di stare in spiaggia solo per alcune ore. Adesso arrivano la mattina e vanno via la sera, a volte anche tardi. A Ferragosto c’è il pienone. Prima i pescaresi preferivano andare in montagna il 15 agosto e al mare arrivavano persone da fuori. Ora non è più così”, precisa Gaspare, che fa un salto nel passato, quando non c’era la pista ciclabile sul lungomare e quasi tutti gli stabilimenti, soprattutto in zona Nord, avevano l’area dedicata al parcheggio delle auto.
“I turisti non mancano. Ora ce ne sono di più, ma anche prima venivano, tanto che probabilmente siamo stati tra i primi a lasciare degli ombrelloni liberi, da affittare per una o due settimane”, dice Gaspare.
Negli ultimi anni anche a Baia Papaja, un tempo meno affollato, è aumentata la clientela e l’ampia spiaggia consente ugualmente di vivere il mare in tranquillità, con l’aggiunta di maggiori servizi sia per i bambini che per gli adulti, tra il campo di calcio, l’area giochi e l’immenso giardino in cui godersi una cena e organizzare delle feste per i più piccoli.
Nell’estate 2023, di tanto in tanto, i clienti più affezionati immaginano di intravedere Gino, seduto davanti al tavolino, sullo stabilimento, con la mappa degli ombrelloni e delle palme sotto gli occhi e quella matita in mano con cui segna qualcosa, forse un appunto sul saldo o su chi ha chiesto una sedia o un lettino in più.
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