FESTIVAL EROI DI MONTAGNA, A CASTEL DI SANGRO UN EVENTO SUL FUTURO DEI PAESI E DEL MONDO RURALE

CASTEL DI SANGRO – Con la prima edizione del Festival degli Eroi di Montagna è giunto all’atto conclusivo il progetto La Montagna che (R)esiste, ideato dall’Aps Spazio Pieno in collaborazione con l’associazione Amici di Palmoli, l’Archeoclub di Guardiagrele, il Centro Documentazione Conflitti Ambientali, il gruppo di ricerca MIM–Montagne in Movimento e finanziato dalla Regione Abruzzo con fondi ministeriali.
Festival che si è tenuto, causa maltempo, nella sola giornata di domenica 14 agosto nella suggestiva cornice del centro storico di Castel di Sangro (L’Aquila), tra laboratori di educazione ambientale, stand di prodotti tipici, incontri tematici, musica e tanta allegria.
Il tema principale del festival era celebrare e creare un’occasione di incontro tra gli eroi della montagna, ovvero quelle persone, associazioni e imprese che si confrontano tutto l’anno con l’asprezza del mondo rurale, con le sue difficoltà logistiche ed economiche, ma, nonostante tutto, riescono a diventare modelli virtuosi di sviluppo per l’ambiente, per i paesi dell’entroterra e per il destino di quella parte di territorio regionale e nazionale troppo spesso ignorato.
La testimonianza più autentica, le decine di stand presenti tra i vicoli di Castel Sangro, i prodotti genuini proposti e i volti dei produttori, spesso giovani, che con dedizione e passione descrivevano la loro attività e il risultato del loro lavoro, dalle creme per il corpo al miele, dai legumi alla birra, dai monili alle borse di cuoio o gli indumenti creati con processi naturali.
All’incontro tematico dal titolo “Giovani e aree interne: futuro pensabile, esperienze, progetti, idee”, che si è tenuto nel cortile del Palazzo del Principe, hanno discusso alcuni tra i giovani e le giovani che stanno animando il dibattito pubblico in Abruzzo e in Molise e portando avanti progettualità innovative che già producono i primi risultati concreti.
Moderati dalla madrina dell’evento, Erminia Scioli di Spazio Pieno, si sono confrontati Giulia Ferrante e Raffaele Spadano di MIM–Montagne in movimento, attivi nel comune di Gagliano Aterno, la progettista sociale e responsabile di Coldiretti Donne Impresa Molise, Manuela Virtuoso, il poeta e imprenditore agricolo di Castel del Giudice, Carmine Valentino Mosesso, e Francesco Cianflocca dell’omonima impresa agricola.
“La montagna e i paesi, con i loro esempi e le loro pratiche, rappresentano il futuro del Paese”, è la provocazione lanciata dal poeta Mosesso, cui sono seguite considerazioni e spunti di riflessione tutt’altro che provocatorie e che, anzi, dimostrano che i modelli attualmente applicati nella zone rurali e montane sono sia molto sostenibili sia socialmente produttivi.
Ma è importante, continua Mosesso, “condividere le proprie esperienze, continuare a fare incontri come questi per conoscersi e per capire insieme che tipo di futuro potrà esserci per i nostri territori”. E gli fa eco Manuela Virtuoso, dicendo che “la messa in comune del sapere è decisiva, ma che, certe volte, anche soltanto sapere che qualcuno l’ha fatto prima di te, aiuta a intraprendere con coraggio i cammini meno battuti”.
E c’è una forza in più che oggi i paesi e le aree interne hanno a disposizione “l’incontro tra chi torna con le sue competente e la comunità che lì vive e che accoglie”, dice Giulia Ferrante. “È l’incontro tra la necessità di vivere con qualità e il recupero di una dimensione collettiva” rintracciabili nella dimensione dei paesi, che, unite, possono diventare un vero potenziale di rilancio.
Il dibattito è stato anticipato da un concerto animato da Mauro Petrarca insieme ai ragazzi e le ragazze di Anffas Onlus (Associazione Nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale); un momento di gioia e di coinvolgimento per tutti i presenti che ha, come dire, scaldato gli animi in previsione del pezzo forte della serata: lo spettacolo di CuntaTerra, teatro di performance che trae linfa e contenuti dal mondo della tradizione popolare abruzzese, con il suo “Terra di racconti e Cimarù”. La voce era quella inconfondibile di Marcello Sacerdote accompagnata dalle note dei musicisti Saverio Di Pasquale e Sebastian Giovannucci.
Una prima edizione del Festival degli Eroi di Montagna, insomma, che lascia sperare in una felice prosecuzione e strutturazione negli anni a venire, grazie al sostegno delle associazioni e delle istituzioni coinvolte, che potrà anzitutto rappresentare un punto di riferimento decisivo per il dibattito sempre più acceso sul mondo rurale e sul destino dei paesi. Gli elementi e le energie paiono esserci tutti, non resta che attendere la prossima estate.
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