ABRUZZO, DAL MARE ALLA MONTAGNA MA NESSUNO LO SA: LO “STATO ZERO” DEL TURISMO SECONDO IGOR ANTONELLI
di Mattia Fonzi

L’AQUILA – È originario di un piccolo paese vicino L’Aquila ma ha vissuto in Emilia, India, Germania, Sudafrica e Stati Uniti, lavorando per grandi aziende tedesche e italiane, come il colosso Barilla. A un certo punto della sua vita, però, è tornato in Abruzzo e ha deciso di contribuire alla messa a sistema del turismo, tra mille limiti, incapacità e complessità.
Igor Antonelli, 43 anni, ingegnere laureatosi nella “sua” L’Aquila e poi emigrato come tanti alla ricerca di una vita all’estero, oggi vive a San Felice d’Ocre, a metà strada tra il capoluogo abruzzese e l’Altipiano delle Rocche. Per anni manager della logistica in importanti aziende, dopo il terremoto del 2009 è tornato in Abruzzo. Ha fondato una piccola società personale, la Live Your Mountain (Lym), ha aperto un bed & breakfast nel suo paese, lo “Chalet di Ocre”, e recentemente si è trasferito ai margini della zona rossa del centro storico aquilano, proprio dove insieme alla compagna ha aperto un altro b&b, “Amaranto99”.
Antonelli è uno di quelli che non si ferma mai. Sempre mille progetti, e una visione che va oltre, crea e modella continuamente. Una fucina di idee a disposizione di un territorio che troppo spesso penalizza le sue “eccellenze”. Siano esse luoghi, prodotti o persone.
Qualità nel turismo e nella ricettività, eventi sportivi e passione per la montagna: così si potrebbe riassumere l’attività di Igor Antonelli nel territorio abruzzese. Oltre ad essere uno degli organizzatori del Festival della Montagna dell’Aquila, con Live Your Mountain ha creato lo Skialpdeiparchi, un circuito di sci alpinismo agonistico che tocca tutti i principali Parchi nazionali e regionali dell’Italia centrale. Mentre per l’estate ha pensato e creato un altro contenitore di eventi sportivi: l’Abruzzo Vertical Cup, diverse corse in montagna che portano nell’Abruzzo interno iscritti, turisti, operatori e sponsor.
“Quando mi sono inventato questa attività, investendo tutti i risparmi dei miei lavori precedenti, la mia esigenza era di lavorare a qualcosa che avrebbe contributo ad aumentare la capacità degli abruzzesi di mettere a fattor comune le energie presenti sul territorio”, racconta a Virtù Quotidiane.
Le iniziative dell’ingegnere aquilano mirano a generare un turismo fatto di professionisti, con un focus sull’outdoor, ossia tutte quelle attività che si possono intraprendere all’aperto, in montagna, in tutte le stagioni.
Così è nato di recente il progetto GO, un’idea di respiro regionale finanziata da Invitalia, all’interno della quale è stata sviluppata una piattaforma informatica – portale web e app per smartphone – ma dove ci sono anche un pulmino e un carrello porta bici: “GO è uno strumento evoluto di pianificazione delle attività outdoor – evidenzia Antonelli – dove gli attori principali sono sia i fornitori dei singoli servizi, dall’accompagnatore di montagna alle guide alpine, sia gli albergatori. L’idea è seguire l’ospite, il turista, da quando manifesta la volontà a venire in Abruzzo, fino a quando va via”.
In altre parole il portale aggrega una serie di esperienze e servizi che possono interessare al turista, e lo guida nelle esperienze da pianificare, o lo consiglia quando ci sono cambi di programma: “Se cambia il tempo e non puoi più andare sul Corno Grande, ti avvisiamo perché devi sapere cos’altro poter fare. In Abruzzo si può fare tutto”.
Di turismo da queste parti si parla (e straparla), ma siamo ancora molto lontani da un sistema organico professionale: “Dovremmo aggregare l’offerta, per fare un salto di qualità che la domanda è in grado di percepire”, lamenta Antonelli. E come dargli torto: “Mancano proprio le basi, soprattutto nell’Abruzzo montano, dove ad oggi non si ha percezione soprattuto del ‘servizio’ nel senso più completo del termine, da quello informativo all’assistenza di livello per gli ospiti. Percorrendo dal Gran Sasso alle Grotte di Stiffe non posso trovare strade dissestate o chiuse perché nevica, cassonetti dell’immondizia stracolmi, erba alta ai lati della via, paesi dove si passeggia in mezzo ai cattivi odori perché non funzionano i depuratori”.
Il problema principale è l’assenza totale di una visione d’insieme: il fatto che, per lungo tempo, la Regione Abruzzo non si sia dotata di un assessorato al turismo fa capire con semplicità lo “stato zero” del turismo in regione, come lo chiama il fondatore di Live Your Mountain.
Pur essendo un “luogo unico”, l’Abruzzo non viene infatti riconosciuto come una destinazione turistica perché non si è lavorato negli anni affinché questo accadesse. Oggi, ad esempio, la tecnologia nel turismo è fondamentale: “In tutto il mondo l’utente va su Google e se trova come risultato prima la Slovenia, che peraltro offre servizi a prezzi più bassi, sceglierà la Slovenia”.
Il territorio è percepito insomma unico solo nel momento in cui si arriva, ma la percezione delle magnifiche bellezze e di questa unicità non esiste nel momento della scelta di una destinazione per il proprio viaggio: “Quando le persone arrivano e vivono l’Abruzzo rimangono stupite – afferma – è una reazione di per sé positiva, ma ha anche in sé anche un fallimento nell’azione pubblica”.
Lo stato zero del turismo, dal quale si potrebbe uscire anche con l’aiuto di persone come Igor Antonelli e di tanti altri che, ogni giorno, faticosamente vanno avanti nel meraviglioso e trascurato Abruzzo.
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