CAFFÈ EXCELSIOR, DA PIÙ DI 80 ANNI IL BAR DEI PESCARESI

PESCARA – Anni ’40, corso Umberto, la via centralissima di Pescara, è praticamente costellata di bar, tra il Caffè Tempera, nei locali del Palazzo Imperato, l’edificio in stile liberty che apre il corso all’angolo con corso Vittorio Emanuele II, poi Roma Caffè, il bar Cigno, Caffè Lucchi, il Caffè D’Amico con sala da tè al piano superiore e il Caffè Excelsior, il bar del Cinema Teatro Excelsior. Aperta al pubblico nel 1924 fu la prima sala cinematografica di Pescara. La sesta ad essere inaugurata in tutta Italia.
Anni ’70, i tanti bar cominciano a far posto ai negozi di alta moda. Con Paride Albanese che porta Giorgio Armani a Pescara, il capoluogo adriatico diventa punto di riferimento delle grandi firme del glamour.
E poi oggi, che i negozi sono sempre tanti. Ma si tratta per lo più delle grandi catene.
Mentre il profilo di corso Umberto in più di 80 anni cambia e si modella, c’è una costante a rimanere invariata. La presenza di Caffè Excelsior.
Nato appunto come bar del teatro, con pure la funzione di prevendita dei biglietti, nel palazzo all’angolo con via Cesare Battisti, fino agli inizi degli anni ’70 appartiene a don Arturo D’Alessandro. Nel 1971, un giovanissimo barista, militare dell’Aeronautica, Carlo Miccoli, insieme al socio Enrico, comincia a tracciare la strada del nuovo Caffè Excelsior. Quel bar punto di riferimento per tutti i pescaresi, dove nel corso degli anni “si sono consumati amori e tragedie”, racconta a Virtù Quotidiane, il titolare Miccoli.
Carlo, oggi 70 anni, comincia a lavorare nei bar all’età di 14. “Ho lavorato per Camplone, sia a Portanuova che a corso Umberto e nella gelateria Lido. Poi dentro il bar dell’Aeronautica, fino a che nel 1971 insieme ad Enrico abbiamo preso in gestione il Caffè Excelsior. Siamo rimasti il bar del cinema fino al 1988 quando poi la sala venne chiusa”. Con uno spazio enorme a disposizione Miccoli crea persino uno dei primi pub di Pescara. “Avevamo circa 80 coperti. Ma si sa, ci sono le mode e le mode poi passano. Era finita l’era dei locali troppo grandi e così nel 1990 ci siamo trasferiti nel bar dove siamo tutt’ora”.
A pochi passi dalla sede originaria, lì dove negli anni ’40 c’era il Bar Cigno, inizia la storia dell’Excelsior che fa ancora parte della quotidianità di Pescara. È qui che i pescaresi assaggiano per la prima volta il mitico vetrino. “Era il 1995 e ho deciso di usare i bicchierini del punch per servire il caffè classico, con crema di latte e cacao”. Il vetrino, ancora oggi richiestissimo, anche nella sua variante estiva con zabaione e gelato, dall’Excelsior diventa un must in tutti i locali della città.
E sempre qui cominciano anche i primi aperitivi di Pescara. “Nella mia esperienza da Camplone – ammette Miccoli – ho avuto la fortuna di avere un grande maestro: il barman Osvaldo Martellucci. Ricordo che arrivò a Pescara da Milano. Aveva una quarantina d’anni e io una ventina e mi ha insegnato a fare i drink. Qui all’Excelsior facciamo cocktail con professionalità, fantasia e prodotti buoni. Spesso li dedichiamo ai nostri clienti affezionati”.
Dietro il suo bancone, Miccoli ha incontrato il mondo della moda, del cinema, dello sport e dello spettacolo. Del passato e del presente. “Ricordo Giannini e la Melato, ma pure Armani e Versace che sono venuti a trovarci – dice orgoglioso -. La domenica pomeriggio mettevamo gli altoparlanti all’aperto e trasmettevamo le partite del Pescara in trasferta con la prima radio di Michele Appignani”. Quel Pescara che tante volte ha festeggiato proprio all’Excelsior le grandi vittorie. Dai primi passaggi in serie B fino a quelli in serie A.
Dal 2011, con l’uscita dalla società di Enrico, Miccoli è affiancato dai figli Marco, 45 anni, da 20 insieme a Carlo nel bar, Roberta, 43 anni, avvocato che ha scelto di dedicarsi all’attività di famiglia da circa 7 anni. Ovviamente Rosa, la moglie di Carlo, di origine aquilane, Lucia la compagna di Marco e i dipendenti, molti dei quali con la famiglia dell’Excelsior per 20, 30 o 40 anni, come Lorenzo, che sebbene in pensione, continua a dare una mano dietro il bancone.
“Fare il barista è qualcosa che si ha dentro – rivela Miccoli -. Bisogna avere una predisposizione verso la gente, nel dialogo con il pubblico. D’altra parte quando le persone hanno un problema dove vanno? Dal barbiere o dal barista. In tanti anni abbiamo sempre combattuto e siamo sempre usciti vincitori”.
Il segreto dell’Excelsior è proprio l’ospitalità. Quella riconosciuta da chiunque entra anche solo una volta in questo bar cult. Quella che ha portato migliaia di clienti, pescaresi, ma anche da fuori Italia, a schierarsi con il Caffè Excelsior nel 2015 quando il Comune fece rimuovere improvvisamente il gazebo all’esterno del locale, scatenando una vera e propria rivolta. Un segnale di affetto per Miccoli e la sua famiglia, di cui oggi c’è traccia su una parete del bar, tempestata da centinaia di selfie dei clienti con il cartello #iostoconlExcelsior.
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