L’AQUILA – I cacciatori di chinghiali d’Abruzzo, nati da un gruppo WhatsApp di 140 squadre abruzzesi, composte mediamente da circa 25 persone per contestare il Piano faunistico venatorio “che penalizza i veri cacciatori di cinghiali, seguita a distruggere l’agricoltura e sicuramente gli incidenti stradali raddoppieranno”, si mobilitano per l’emergenza Coronavirus.
“Il 7 di marzo ci eravamo dati l’appuntamento tutti al Grand hotel di Montesilvano per illustrare ai mass-media il nuovo Piano faunistico in fase di approvazione, ma appena si è percepito la pericolosità del Coronavirus abbiamo ritenuto opportuno rimandare l’incontro molto prima che uscisse il decreto”, dice in una nota il portavoce Dino Rossi, “in quanto i cacciatori sarebbero venuti da varie aree della regione”.
“Un atto di responsabilità e di pronta azione al fine di evitare il trasferimento dell’infezione da un punto all’altro della nostra regione. Visto il propagarsi del virus, abbiamo fatto proprio un gioco di squadra per fare un’indagine conoscitiva presso i nostri ospedali e si è scoperto che mancano i macchinari di prima necessità, come per esempio saturimetri, visiere trasparenti, defibrillatori e altri strumenti che permetterebbero alle strutture di diagnosticare e smaltire i pazienti il più veloce possibile”.
“Noi capisquadra cinghialai d’Abruzzo ci siamo messi all’opera e nel giro di pochissimi giorni abbiamo raccolto fondi per l’acquisto di 10 saturimetri che verranno donati nei vari centri Covid-19”, dice Rossi. “Questa mattina i saturimetri verranno consegnati nei primi presidi di Penne, Atri, Pescara e Chieti, se si riesce anche a L’Aquila”.
“‘Andrà tutto bene’, se i soldi donati verranno spesi bene!”, chiosa Rossi.