Cronaca 07 Ago 2017 16:26

INCENDI: DISTRUTTI PRATERIE E BOSCHI DI CAMPO IMPERATORE

INCENDI: DISTRUTTI PRATERIE E BOSCHI DI CAMPO IMPERATORE

L’AQUILA – Polemiche a due giorni dall’incendio sui versanti aquilano e pescarese del massiccio del Gran Sasso.

Il rogo si è sviluppato da un barbecue acceso illegalmente nel cuore del Parco nazionale, distruggendo ettari di prateria e di bosco e faggeta.

Ed è proprio l’Ente Parco a finire nel mirino, mentre il sindacato autonomo dei vigili del fuoco, Conapo, denuncia l’insufficienza di uomini e mezzi.

“Gli ultimi accadimenti che hanno riguardato Campo Imperatore non ci consentono più di rimanere inerti. La nostra montagna giorno dopo giorno sta accusando colpi sempre più pesanti, non è più tollerabile che in un luogo così pregiato, in cui bisogna coniugare conservazione e sviluppo, si svolgano attività che nulla hanno a che vedere con il modello turistico di grande qualità e sostenibilità che cerchiamo di affermare”, dice Alfonso D’Alfonso, imprenditore agrituristico e presidente della Dmc Gran Sasso, L’Aquila e Terre Vestine, per il quale “non è più giustificabile avere risposte tipo quelle date dal Parco che si limita ad emanare divieti ed  affiggere cartelli”.

Per Dino Rossi, allevatore del Cospa, “uno dei primi responsabili è Matteo Renzi e sarebbe da iscrivere nel registro degli indagati, a seguire i dirigenti del Parco Gran Sasso Laga, i quali hanno dimostrato di non avere a conoscenza della precarietà del territorio da loro amministrato dovuto all’eccesso siccità”.

“È evidente che la gestione incendi nel Paese è fuori controllo e, come spesso accade, oggi rappresenta l’ennesima emergenza che, riteniamo, si poteva e si doveva evitare”, dice Elio D’Annibale segretario regionale Abruzzo del Conapo, che sottolinea come siano “innumerevoli le dinamiche e le responsabilità che hanno prodotto questa situazione”.

“Dato per scontato – spiega – che i disastri cui stiamo assistendo da settimane quasi sempre sono opera della mano sciagurata dell’uomo, per dolo o colpa che sia, rileviamo che si latiti paurosamente in termini di prevenzione e controllo. Nonostante essi rappresentino gli unici strumenti da mettere in campo per fronteggiare questo fenomeno. Rispetto all’incendio sviluppatosi nei giorni scorsi a Fonte Vetica ci chiediamo come tra le altre misure preventive messe in campo, venti membri di un’associazione di volontariato, sei carabinieri/forestali e due vigili urbani, non sia stato previsto un presidio dei Vigili del Fuoco tenendo presente che per raggiungere tale località da L’Aquila è necessario un tempo di percorrenza di oltre un’ora; che la prevista e consolidata Rassegna degli Ovini avrebbe richiamato un’altissima affluenza di visitatori, come peraltro aveva fatto presente il sindaco di Castel del Monte nel corso del tavolo tecnico tenutosi in Questura il 4 agosto scorso e poi effettivamente stimata in circa 30 mila persone; che l’abnorme assembramento di persone si sarebbe riversato a Fonte Vetica con migliaia di automezzi tra cui auto, moto e soprattutto camper con al seguito bombole di gas, e che il tutto si sarebbe svolto in particolari condizioni climatiche, ampiamente previste, per cui in queste settimane anche nella zona di Campo Imperatore si registrano temperature altissime e siccità”.

Il Movimento cinque stelle, con il consigliere regionale Domenico Pettinari, attacca: “Il presidente della giunta Abruzzo, Luciano D’Alfonso, è ancora alle prese con il piano valanghe, ed oggi si trova a dover fare i conti con un incendio di proporzioni immani per i pochi investimenti sia su prevenzione, sia su soccorsi”.


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