PER NATALE ZONA ROSSA FINO AL 6 GENNAIO, BEFFA PER RISTORANTI E BAR


ROMA – Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione nei giorni lavorativi. È quanto ha stabilito il Consiglio dei ministri dopo il vertice del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia.

Nel periodo delle festività si potrà uscire dal territorio dei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti, entro un raggio di 30 chilometri.

Non ci si potrà però muovere per andare nei comuni capoluogo, anche se si trovano entro un raggio di 30 km.

Un nuovo decreto legge Covid, per disporre le restrizioni nel periodo dal 24 dicembre al 6 gennaio, sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato oggi.

“Nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre 2020 e il 6 gennaio 2021 sull’intero territorio nazionale si applicano le misure” del dpcm del 3 dicembre sulle zone rosse, “nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e 4 gennaio 2021 si applicano le misure” sulle zone arancioni. È quanto si legge nella bozza del nuovo decreto Covid, composto da 3 articoli, con le restrizioni per il Natale, anticipato dall’Ansa.

Durante i giorni festivi e prefestivi tra il 24 dicembre e il 6 gennaio lo spostamento verso le abitazioni private è consentito una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le 22 verso una sola abitazione ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone, ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi, si legge inoltre.

Non è previsto alcun anticipo del coprifuoco, rispetto a quello stabilito finora alle ore 22, nel decreto sulla stretta di Natale. Per le visite consentite a massimo 2 non conviventi per una volta al giorno si fa riferimento “ad un arco temporale che va dalle 5 alle 22”, ovvero ai limiti dell’attuale coprifuoco.

Una nuova – l’ennesima – doccia fredda su bar e ristoranti che non potranno riaprire, costretti a subire ancora incertezze, decisioni a singhiozzo, chiusure e aperture a intermittenza. Per non parlare di ristori insufficienti e tardivi.

Una improvvisazione che peserà sull’intero comparto, con chiusure (definitive) annunciate e sin troppo prevedibili: nel caso qualcuno non se ne sia accorto – fanno osservare gli addetti ai lavori – bar e ristoranti non si accendono e si spengono premendo un pulsante, le attività di questo tipo hanno bisogno di programmazione, di tempistiche certe, di un po’ di tempo prima di far ripartire la macchina dopo uno stop.

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