Cronaca Vinitaly 2025 15 Apr 2025 15:59

Terre d’Alta Puglia, dal Nero di Troia (e un suo disciplinare) per promuovere il territorio attraverso il vino

VERONA – La Capitanata pugliese è un territorio in fermento dal punto di vista del vino e, facendo sponda sul Nero di Troia, dieci produttori hanno scelto di unirsi per dare una meritata identità al vitigno. Si tratta dell’associazione Terre d’Alta Puglia che unisce le aziende Ladogana, Volpone, Casa Primis, Maria Faretra, Domus Hortae, Ciatò, Tenuta Posta della Casa, Sabrina Scopece, Terre di Maria e Palatino. A rappresentarli è Vittorio Feola, anche lui produttore da generazioni nel territorio di Orta Nova (Foggia).

“Tre anni fa abbiamo iniziato a pensare che riunirci sarebbe stato l’unico modo per poter dire la nostra in materia. L’idea, come produttori di vino, era ed è valorizzare il vitigno Nero di Troia che nel nostro territorio si esprime al meglio e ha da sempre caratterizzato i prodotti enologici. Così Terre d’Alta Puglia nasce per aprirsi anche al Castel del Monte, altra zona caratterizzata dalla sua presenza massiccia e valorizzata da produttori di grande caratura”, ha detto a Virtù Quotidiane il presidente Feola.

Un obiettivo realizzabile, ma che richiede la creazione di un prodotto riconoscibile da portare non solo in giro per l’Italia, ma anche fuori, vendendolo come un’espressione univoca e centrata di Nero di Troia. Per realizzare questo è stato elaborato un disciplinare, con l’ausilio di un comitato tecnico scientifico in grado di direzionare il gruppo verso le migliori scelte in materia enologica. Ora il cammino  è iniziato e i risultati non tarderanno ad arrivare.

Dopo aver creato un prodotto che sia davvero identitario, serve la vendibilità. Per questo l’associazione punta a creare un brand attrattivo per il pubblico che ama bere vino e il lifestyle pugliese. Proprio su questo aspetto si unisce l’obiettivo di essere presenti  aprendo le cantine, coinvolgendo le attività di zona del settore, creare movimento e quindi, anche valore economico.

“Ora è il momento di iniziare a fare sul serio e pensare anche alla promozione del Tavoliere di Puglia e dintorni. Per concretizzare il tutto è necessario organizzare percorsi degustativi che possano unire non solo il vino, ma anche le eccellenze gastronomiche della zona. Servono, oltre al supporto delle istituzioni, eventi mirati che possano dare visibilità ai prodotti della zona”.

Un’idea che l’associazione promuove è creare una sorta di Strada del Vino che possa unire tutti gli aspetti enunciati, quindi dare al territorio la possibilità di riscattarsi e di creare economia, oltre a generare flussi turistici non solo specializzati.

E se quest’anno alcune delle aziende hanno esposto e altre no, per il prossimo anno si spera che la musica cambi: “Il Nero di Troia può davvero rappresentare la Puglia dopo il Primitivo. Per questo non molliamo e auspichiamo, il prossimo anno, di essere a Vinitay con uno stand comunitario adatto a garantire l’esperienza completa del Nero di Troia a curiosi e buyer italiani e stranieri”.


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