TRA CONFERENZE, MOSTRE E RITROVAMENTI UNICI, LA PALEONTOLOGIA IN ABRUZZO È FIORENTE COME NON MAI

L’AQUILA – Tra impronte gigantesche e orsi delle caverne, la paleontologia in Abruzzo è una disciplina fiorente che sfrutta al meglio le ultime tecnologie e conta una folta schiera di appassionati che tengono vivo l’amore per i dinosauri grazie a mostre e conferenze.
Passione paleontologia anche in Abruzzo
Per molti, la passione per i dinosauri è nata guardando le puntate di Superquark, in cui Piero Angela a bordo di una mongolfiera viaggiava indietro nel tempo, o seguendo le avventure di umani come noi alle prese con queste creature in Jurassic Park. Il successo di quest’ultimo è stato talmente grande, infatti, da aver dato vita a diversi sequel, di cui uno in uscita nel 2021 e prodotto da Universal Pictures, un parco di divertimenti presso gli Universal Studios, diversi fumetti distribuiti in Italia da Play Press e giochi online come la slot machine Jurassic Park di Betway Casinò che, insieme a Game of Thrones, è una delle slot del casinò online ispirate a film e serie tv. Se quello di far tornare in vita i dinosauri e interagire con loro è fortunatamente ancora un sogno, anche se un team di Harvard sta da tempo cercando di clonare un mammuth, ciò non rende meno affascinante la disciplina della paleontologia, che grazie alle nuove tecnologie, sta facendo passi da gigante ed è supportata da professionisti ed esperti che cercano di educare il più possibile il pubblico.
Questo discorso vale anche per l’Abruzzo, regione che custodisce alcuni dei siti più importanti d’Italia e che è stata capace di sfruttare con saggezza il suo patrimonio paleontologico attraverso incontri, mostre e conferenze. Ne è un esempio l’esistenza dell’associazione ANTEO, che riunisce appassionati del settore, organizza uscite sul campo per scoprire e ammirare fossili e pubblica articoli a tema paleontologia sulle pagine del suo sito web. Sono anche un’ottima occasione di interazione con gli esperti le diverse conferenze organizzate sul territorio come nel caso l’incontro Nelle grotte dell’Abruzzo, tenuto lo scorso novembre dai paleontologi Andrea di Cencio e M. Adelaide Rossi. Evento sempre molto atteso è inoltre l’Abruzzo Mineral Show, una fiera che offre ai visitatori la possibilità di ammirare fossili, conchiglie e meteoriti in maniera totalmente gratuita. Con una valutazione di cinque punti su cinque su Tripadvisor è infine da non dimenticare il Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino in Abruzzo Citeriore, in cui sono esposti ossa di dinosauro e resti di insetti intrappolati nell’ambra.
I più importanti ritrovamenti in Abruzzo
Ma quali sono i fossili ritrovati in Abruzzo? Come nelle vicine Puglia e Campania, anche in Abruzzo è presente una grande quantità di fossili e conchiglie affiorate nei rilievi rocciosi che possono essere ammirati anche durante una semplice passeggiata, ad esempio, all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Tra i vari ritrovamenti effettuati nella regione, uno ha fatto molto parlare di sé per la sua unicità e per il sapiente uso della tecnologia che è stato fatto per studiare a fondo il sito. Nel 2006, a 1900 metri di altitudine sul Monte Cagno, sono state infatti individuate diverse orme appartenenti a tetrapodi, cioè carnivori bipedi simili al celebre T-Rex. La posizione isolata e difficilmente raggiungibile del sito ha però fatto sì che solo nel 2017 queste orme, grazie all’utilizzo di un drone le cui registrazioni sono disponibili su YouTube, sono state finalmente analizzate e ricostruite in grafica 3D. In questa fase, i paleontologi si sono accorti di aver fatto una scoperta unica: una di queste orme è infatti lunga ben 135 centimetri e la rende l’impronta di dinosauro più grande d’Italia.
Un’altra scoperta avvenuta in Abruzzo ha dell’incredibile ed è relativa a quei ritrovamenti paleontologici di cui pochi parlano: quelli dei mammiferi preistorici, distanti dai dinosauri a cui solitamente l’idea di fossile. Come racconta un articolo pubblicato su Il Centro, durante gli scavi presso una cava situata nel Parco della Maiella sono stati rinvenuti i resti di diversi animali come orsi delle caverne risalenti all’ultima glaciazione, leoni delle caverne, uri e perfino la mascella di un macaco, le prime ossa di questo animale rinvenute nella regione. Questi ritrovamenti sono fondamentali per ricostruire il passato dell’Abruzzo, a partire dal periodo in cui la regione era ancora sommersa dal mare e ricca di atolli di corallo, passando per l’era caratterizzata da un clima tropicale in cui passeggiavano indisturbati dinosauri di dimensioni gigantesche, arrivano infine al tardo pleistocene in cui i bisnonni degli attuali mammiferi cercavano riparo dal freddo nelle grotte.
Anche se forse lontana dalle avventure al cardiopalma che abbiamo ammirato in Jurassic Park, l’odierna paleontologia è una disciplina ricca di fascino e che conta appassionati in tutte le regioni, compreso l’Abruzzo, che vanta inoltre siti unici nel loro genere.
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