L’Aquila, la storia locale raccontata attraverso archeologia e modellismo per raggiungere tutti

L’AQUILA – La conoscenza della storia locale attraverso una divulgazione scientifica semplificata di ciò che è l’archeologia, magari anche attraverso plastici in scala che possano permettere di dare uno sguardo al passato di cui ormai ci rimane solo qualche traccia.
È l’obiettivo della neonata associazione Gente e Territori, che oggi all’Aquila ha tenuto un seminario in cui sono stati affrontati temi legati allo sviluppo territoriale, visto in particolare dalla prospettiva di una divulgazione partecipativa ed inclusiva anche attraverso l’utilizzo del modellismo, che consente la riproduzione quasi del tutto fedele di antichi oggetti di uso quotidiano, capace di incuriosire il più possibile.
All’incontro “Archeologia Sperimentale, Modellismo e rievocazione storica: un altro modo per raccontare i territori” moderato da Viviana De Vecchis sono intervenuti il professor Alfonso Forgione dell’Università dell’Aquila, l’esperto di modellismo Domenico Impelluso, la vice presidente dell’Aquila che Rinasce, che lo ha promosso insieme a Gente e Territori, Virginia Como e il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo.
“Per noi è fondamentale oltre alla ricerca archeologica la ricerca scientifica e la divulgazione”, ha fatto osservare Forgione. “Spesso si parla di ‘archeologia pubblica’ ma in realtà l’archeologia o è pubblica o non si parla di archeologia. Il nostro compito è quello di far conoscere nel dettaglio le nostre ricerche e soprattutto di superare quel divario culturale ancora troppo forte nei nostri territori”.
“Per noi è difficilissimo far capire o far comprendere un’emergenza archeologica o un reperto archeologico, trasformarlo e raccontarlo in maniera semplice e diretta evitando il rischio di allontanare le persone dai musei e dalla cultura”, ha aggiunto Forgione, responsabile del laboratorio di Archeologia dell’Ateneo. “Quindi dobbiamo raggiungere tutte le fasce della popolazione senza dimenticare le disabilità e per farlo utilizziamo anche quegli oggetti che magari possono sembrare banali o troppo semplici. Lo scopo è quello di far conoscere la propria storia a chi prima di tutto vive quei territori e poi ben venga il turismo e la divulgazione ampia”.
“Siamo una piccola associazione appena nata, ma già operativa da tempo sul territorio”, ha detto Impelluso di Gente e Territori. “Ci muoviamo nell’ambito della ricostruzione storica e della ricerca in generale. A partire dalla ricerca fotografica, ponendoci interrogativi sul come e perché, passando a ricostruire materialmente quello che è stato trovato pensando a ciò che potesse essere un tempo. Costruiamo facendo ricerca storica, tra libri di biblioteche, siti internet, incontri con rievocatori storici, muovendoci fisicamente nei musei per vedere com’era fatto quell’oggetto. Solo alla fine ci mettiamo in laboratorio per costruire, ma partendo da materiali diversi dagli originali. Anche per una questione di sicurezza, considerando che questo progetto voleva includere alunni e giovani ipovedenti che dovevano prendere in mano un oggetto come un’ascia. Quindi abbiamo mantenuto la forma, mentre per i materiali abbiamo utilizzato il legno e la resina che poi abbiamo verniciato per farli sembrare più simili a quelli originali in ferro”.
“Per il futuro”, ha anticipato Impelluso, “stiamo progettando partecipazioni alla Mostra di Tolkien, a progetti che si stanno sviluppando sul territorio e che riguardano l’archeologia medievale. Come il simulacro di una delle varie torri normanne costruite sul territorio che non vediamo, perché sono crollate. Stiamo facendo tutto un discorso di analisi sugli scavi a partire da quello che è rimasto: praticamente nulla. Ci sono dei muri di 2 al massimo 4 metri rispetto alla loro grandezza originaria magari di 10-15 metri. Quindi c’è tutto uno studio su come venivano fatti i piani interni, su come dovevano essere fatte le finestre, su come veniva difeso, come comunicavano tra loro le torri, come poteva essere, se c’era una guarnigione nella torre. Questo studio viene fatto sulla base dei reperti scavati dall’Università dell’Aquila”.
“Per esempio nei pressi del Castello di Castiglione a Tornimparte, sono stati trovati dei pezzi di armatura. E allora ci si chiede se c’erano degli armigeri e se c’era, dove dormivano? Così si procede verso un progetto di ricostruzione in scala”, ha aggiunto.
“La nostra associazione quest’anno taglia il traguardo del primo decennio di attività”, ha detto la Como, “una realtà che si percepisce all’interno di un contesto socio-economico-culturale sia locale che nazionale non soltanto come agente sociale creatore e promotore di eventi ma soprattutto come un hub capace di riunire e coordinare soggetti e realtà in una sinergia di progetti sempre più ambiziosi. Come il progetto ‘Nuovi spazi per emozionarci’. I nostri progetti si basano sui valori di cultura, identità e inclusione. Valori che all’interno di un iter puramente realizzativo passano anche per le opportunità offerte dal terzo settore. Tra i risvolti virtuosi di questo approccio riusciamo a sostenere soggetti operanti a vari livelli”.
“Gente e Territori si propone di sviluppare una serie di progetti nell’ambito della ricerca scientifica, dell’archeologia sperimentale, del modellismo e della rievocazione storica”, ha aggiunto. “Abbiamo già avuto modo tante volte di parlare dell’importanza dei mondi immaginari e di come si declinano all’interno del territorio e della realtà, che non sono soltanto quelli raccontati dalla letteratura fantastica o fantascientifica, ma sono anche quelli lontani nel tempo e nello spazio che orbitano intorno ai diametri del epos del mito della storia. Tre elementi strettamente intrecciati. Mondi che, se nati nel territorio, hanno la capacità di forgiare e veicolare una serie di valori individuali e collettivi che grazie alla divulgazione e alla rievocazione possono essere concretamente vissuti e condivisi”.
“Attraverso la ricerca e l’innovazione coniughiamo il mondo del modellismo e della rappresentazione in scala con il mondo dell’archeologia”, ha commentato Santangelo. “Quindi, l’Università dell’Aquila attraverso il professor Alfonso Forgione e Domenico Impelluso ha creato un modo diverso di poter raccontare quello che sono le scoperte scientifiche attraverso il modellismo e la ricostruzione con la resina. Il Consiglio regionale è orgoglioso di patrocinare l’evento. Annachiara Valente
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