Cantine e vini Vinitaly 2025 18 Apr 2025 07:50

Umani Ronchi, testimone della riscossa del Verdicchio e del Montepulciano, e la scommessa dell’enoturismo

VERONA – Al Vinitaly partecipa sin dalla prima edizione, è testimone della riscossa di due vitigni a lungo bistrattati e protagonista della new wave dell’enoturismo che sta iniettando fiducia all’intero comparto. Non a caso, è stata anche protagonista di Vinitaly Tourism, il nuovo evento di Veronafiere dedicato alle experience nelle cantine del belpaese.

Umani Ronchi è riuscita negli anni a creare un modello di ospitalità unico e perfettamente strutturato. Dal Grand Hotel Palace Boutique&Wine Hotel nel cuore di Ancona e il bistrot Wine Not?, alla country house Villa Bianchi, nel cuore della zona del Verdicchio a Moie di Maiolati, fino all’Hotel Monteconero, ricavato da un ex monastero con vista sul mare di Sirolo, l’azienda offre una varietà di pacchetti turistici ed esperienze progettati per valorizzare il patrimonio vinicolo, culinario e culturale della regione.

Hotel Monteconero

“Ormai da anni abbiamo preso in gestione diretta il Palace Boutique&Wine, in cui abbiamo integrato attività di visita in cantina, corsi e degustazioni, e dallo scorso anno l’hotel sulla vetta del Conero dove abbiamo progetti importanti per lo sviluppo della parte enoturistica”, racconta Michele Bernetti, che oggi porta avanti l’azienda nata a Cupramontana quasi settant’anni fa e oggi con sede a Osimo (Ancona), con 210 ettari di vigneti tra le Marche e l’Abruzzo.

Umani Ronchi produce vini dal 1957. Da allora tre generazioni – Roberto Bianchi e suo genero Massimo Bernetti che la rilevarono da Gino Umani Ronchi nel 1968 e quella attuale – si sono succedute in cantina e in vigna, mantenendo sempre lo stesso attaccamento alla terra d’origine.

L’azienda, che si avvale del lavoro dell’agronomo Luigi Piersanti e dell’enologo Giacomo Mattioli e che ha terreni in due regioni e in tre territori (il Conero, le terre del Verdicchio e l’Abruzzo, con la tenuta Centovie) al 57esimo Vinitaly ha portato in anteprima la Version 15 di LH2: un Metodo Classico Extra Brut da uve per due terzi Verdicchio e per un terzo Chardonnay che arrivano dalle due sponde opposte dell’Esino e vengono fatte maturare in acciaio e legno piccolo (il 10 per cento dello Chardonnay). Svelata anche la nuova annata – la 2024 – dell’emblematico Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Casal di Serra.

Version 15 di LH2

“Cupramontana è una delle località centrali nella produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi, dopo pochi anni dall’acquisizione dell’azienda mio nonno e mio padre hanno iniziato a crescere nella zona del Conero, zona di produzione dei rossi”, racconta Bernetti. “C’è stata una crescita dei vigneti e delle etichette prodotte, alla fine degli anni Novanta abbiamo acquistato un’azienda a Roseto degli Abruzzi dove produciamo il Montepulciano ma anche Pecorino”.

Verdicchio e Montepulciano, due vini accomunati da fortune alterne che oggi stanno conoscendo un nuovo corso di successo: “Il Verdicchio ha delle chance importanti, è riconosciuto come uno dei vitigni classici italiani dalle grandi potenzialità, capacità di invecchiamento e struttura, qualità positive molto apprezzate dal mercato”, ragiona il produttore. “Il Montepulciano è una denominazione molto più grande, molto conosciuta in tutto il mondo e quindi anche lei con grandi potenzialità”.

pubbliredazionale

Sostieni Virtù Quotidiane

Puoi sostenere l'informazione indipendente del nostro giornale donando un contributo libero.
Cliccando su "Donazione" sosterrai gli articoli, gli approfondimenti e le inchieste dei giornalisti e delle giornaliste di Virtù Quotidiane, aiutandoci a raccontare tutti i giorni il territorio e le persone che lo abitano.