Vini georgiani, salmone stagionato, gin in bottiglie termiche. Le nostre scoperte al Merano Wine Festival
MERANO – Più di mille aziende con duemila vini in degustazione, decine di masterclass, show cooking e prodotti tipici da ogni parte d’Italia. Ma la 34esima edizione del Merano Wine Festival è l’occasione per scoprire vini dal resto del mondo, capire come cambiano le tendenze, anche in denominazioni celebri, e delle autentiche chicche gastronomiche.
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Insieme a quelli di Brasile, Sudafrica e Moldavia anche i vini dalla Georgia, custode della più antica tradizione enologica al mondo, con uno spazio dedicato dove sono presenti 20 cantine: “Sono di tutte le regioni, da Imereti a Kakheti, vini in anfora ma non solo. Ci sono anche vini di Bolnisi, la regione in cui si vinifica in tini di legno e in acciaio”, dice Tamar Tchitchiboshvili, Georgian wine ambassador in Italy.
I vitigni della Georgia protagonisti anche di una degustazione speciale: “Grazie ad una sperimentazione avviata sette anni fa – dice Tamar – gli stessi vitigni georgiani sono stati piantati in Italia dai Vivai Rauscedo, sono cresciuti in territori diversi e sono stati vinificati dando vita a prodotti diversi”.
Nell’estate 2026 la Georgia sarà protagonista dell’evento Merano WineFestival Georgia 2026, curato da Tamar Tchitchiboshvili, che con la sua L’Anfora srl distribuisce e commercializza vini georgiani in Italia.
Da una delle zone più blasonate per i vini rossi, poi, la storia di un’azienda che sta scrivendo una nuova pagina per l’Amarone della Valpolicella: “I nostri prodotti esprimono le caratteristiche del nostro territorio, sapidità, freschezza e piacevolezza di beva. Questo ci sta aiutando anche a combattere la crisi dei rossi”, dice Chiara Turati, che insieme a Federico Pellizzar a Marano – uno dei cinque comuni dell’estremità occidentale della Valpolicella, in provincia di Verona – porta avanti Terre di Leone.
Daniele Tramontano, invece, insieme al socio Giulio Potena, a Castel di Sangro (L’Aquila) in Abruzzo, ha dato vita a un gin in cui il packaging vince: qualità e sostenibilità si fondono grazie a delle bottiglie termiche in acciaio con termometro digitale incorporato, che oltre a garantire la qualità dei distillati e mantenere la temperatura fino a 12 ore, possono essere riutilizzate e sono degli autentici oggetti di design.
“Utilizziamo botaniche naturali italiane e ricette create da noi – dice Tramontano – per produrre tre gin, il dry gin Monte Campo, il Golosity dry gin e l’Instinct dry gin”.
Merano Wine Festival è anche l’occasione per scoprire delle chicche gastronomiche. Come il salmone della Upstream di Parma: Claudio Cerati ha creato un’azienda che lavora materia prima delle isole Faroe, in Danimarca.
Oltre al fresco, ci sono l’affumicato e lo stagionato: “Prendiamo il salmone, lo dividiamo a metà, la parte della ventresca la annodiamo esattamente come si fa per qualsiasi salume da appendere e la appendiamo in celle adatte dove, tra umidità e temperatura controllata, resta per settanta giorni restituendoci un prodotto molto concentrato”, spiega l’imprenditore, autentico cultore del salmone che ha appena scritto il libro La verità, vi prego, sul salmone, un vero e proprio testo scientifico che analizza il nobile pesce sotto il profilo biologico, tecnico, nutrizionale, gastronomico.
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