Ristoranti e insegne 09 Set 2025 18:38

A Savona il ristorante all’interno del Museo della Ceramica guidato da una squadra under 30

A Savona il ristorante all’interno del Museo della Ceramica guidato da una squadra under 30
Claudia Becce e Gianfranco Rossino

SAVONA – L’indole della città di Savona è ormai conosciuta in tutt’Italia. L’arte della ceramica è da tempi immemori alla base dell’economia e dello sviluppo locale, talmente inglobata nella rete sociale da far sorgere all’interno del museo dedicato un ristorante unico nel suo genere.

Bino è il ristorante del Museo della Ceramica di Savona. Una realtà che ha saputo unire l’arte culinaria a quella della ceramica in un progetto che punta a valorizzare le eccellenze territoriali a tutto tondo.

L’ambiente interno punta sulla luminosità e il minimalismo con tavoli e arredi contemporanei e vetrine espositive, tra cui spiccano le opere provenienti dalla collezione locale, in prestito direttamente dal Museo ella Ceramica. La sala, aperta e raccolta, si affaccia sul dehors nella piazzetta antistante.

Bino porta il suo estro creativo in un contesto artistico. A guidarlo oggi è una squadra giovane e dinamica. Troviamo a dirigere la cucina lo chef Gianfranco Rossino che nonostante la sua giovane età (28 anni) porta con sé un importante bagaglio culturale che si è formato con le numerose esperienze avvenute in giro per l’Italia. Con il suo studio incrociato tra ricette della tradizione e prodotti locali, cerca di creare un menù vario spaziando tra prodotti di mare, terra e vegetali.

La gestione del servizio e della cantina è in mano a Claudia Becce (24 anni) che punta a offrire un servizio dinamico e non troppo impostato e ingessato, cercando di fare divertite il cliente. Anche la cantina, come la cucina, è frutto di una attenta ricerca tra produttori locali e non solo. Il team di Bino punta ad incentivare giovani promettenti del panorama gastronomico. La squadra è, infatti, composta da ragazzi under 30.

Sono proprio loro a raccontare a Virtù Quotidiane l’esperienza del ristorante Bino: “Il progetto Bino, così come lo si conosce oggi, nasce il 26 gennaio 2024 grazie alla collaborazione tra Luca Becce, padre della responsabile di sala Claudia, e Giuse Ricchebuono”. Lo chef del ristorante stellato Vescovado di Noli ha, con il suo contributo, dato il via alla rivoluzione della proposta gastronomica.

Oggi tale proposta si potrebbe riassumere così: “Tre parole chiave: territorio, rispetto della materia prima e di conseguenza stagionalità”.

“Nei nostri piatti potete trovare un’attenta analisi di quelle che sono le ricette della tradizione ligure rivisitate in modo contemporaneo ottenendo sapori semplici ma non scontati. Prendiamo spunto dal patrimonio che il nostro territorio ci ha donato e ci costruiamo la nostra identità di cucina”.

“Nonostante ci troviamo in una località balneare come Savona, l’idea più comune è quella di un menù impostato principalmente su prodotti a base pesce anche se in realtà, come la nostra tradizione insegna, in Liguria possiamo trovare un bellissimo incontro tra mare e terra”.

Il risotto alla savonese

“Uno dei nostri cavalli di battaglia è il risotto alla savonese. Riso Acquarello riserva 8 anni, zafferano di Quiliano dell’azienda agricola Cervaro, mantecato con burro dell’azienda agricola Ferrari di Dego, toma di pecora brigasca de I formaggi del Boschetto di Albenga, alloro di Ciantagalletto che gentilmente ci porta una contadina locale, a terminare il piatto una demi glacé di coniglio alla ligure dell’azienda Pastorino di Pontinvrea”. Un piatto che racchiude appieno l’essenza della ricerca territoriale e la collaborazione con le piccole realtà autoctone.

“Grazie alle numerose attività che circondano il nostro territorio, abbiamo la fortuna di poter acquistare le materie prime a km 0 direttamente dai produttori locali, c’è un rapporto sinergico tra Bino e i produttori del posto”.

Un secondo di carne

I pregi e difetti delle città ci sono sempre e accompagnano anche le attività ristorative. “Savona è un paese travestito da città e come tale vive di abitudini. Negli ultimi anni la situazione gastronomica savonese è leggermente migliorata ma si fa fatica a lavorare con i locali specialmente per una realtà fresca e giovane come la nostra, troviamo più soddisfazioni con una clientela che viene da una grande città e di conseguenza con una mentalità più aperta”.

Non si adagiano sugli allori questi giovani ragazzi e dichiarano di avere nuovi sogni nel cassetto per il progetto Bino, ma, per scaramanzia, non si sbilanciano ancora. In attesa dell’annuncio, non resta che fare un giro a Savona, città dalla grande bellezza e dall’altrettanto notevole proposta gastronomica.

Luca Becce e Giuse Ricchebuono


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