ANELLO DEL MONTE D’ARAGNO, UN SENTIERO STORICO MA POCO BATTUTO

L’AQUILA – La passione per il trekking dilaga e sempre più camminatori sono alla ricerca di nuovi sentieri da esplorare. Sentieri vicini alla città dell’Aquila, percorribili durante tutto l’anno e non solo d’estate come le alte cime oltre i 2000 metri.
Quello che vi presentiamo oggi non ha soltanto caratteristiche naturali e panoramiche, ma è un vero e proprio percorso storico, poiché attraverso di esso generazioni di pastori hanno raggiunto, dai propri paesi, i grandi appezzamenti terrieri alle pendici del Gran Sasso: parliamo del sentiero per il Monte d’Aragno.
Tra i sentieri che conducono alla cima, noi abbiamo scelto di seguire un ampio anello che permettere di affrontare gradualmente il dislivello complessivo di oltre 500 metri rendendolo accessibile a gran parte degli escursionisti.
Si parte dalla frazione di Aragno, dove si lascia l’auto in via Quartaro. Da lì si prosegue per le stradine del paese vecchio verso l’alto fino a intercettare, in una traversa di via Cava, un’antica mulattiera che, da subito ripida e poi più dolce, in breve piega verso ovest inoltrandosi nella pineta.
Tra antichi muretti a secco, in appena mezz’ora si giunge al primo punto panoramico: la Croce di Aragno in località Entrata, dalla quale si gode del panorama su tutta L’Aquila Est e sulla catena dei Monti Ocre e Cagno.
Seguendo il sentiero, a tratti scavato nella roccia, si continua ancora in direzione Ovest verso il valico detto L’Inforcatura (1,15 h). È questo il punto più caratteristico. Come è possibile notare dall’ampiezza del sentiero, dai muretti e dalle briglie che lo proteggono, questa era una vera arteria di comunicazione, una strada lavorata e mantenuta per secoli che collegava agli altopiani necessari alla pastorizia.
Dall’Inforcatura il sentiero diventa più facile, ma fino all’ultima salita verso il Monte d’Aragno è necessaria un po’ di attenzione per seguire la traccia. Noi, dopo appena circa 5 minuti di cammino, abbiamo tagliato semplicemente verso nord-est, scendendo lungo un vallone. L’importante è scorgere la carrareccia che si snoda sull’altopiano e tenerla come punto di riferimento.
È possibile tuttavia sia seguire le creste verso est fino al Monte d’Aragno, sia allungare ancora l’anello fino a intercettare più a occidente le tracce della stessa carrareccia e poi seguirla nella direzione opposta.
Dalla strada il percorso è evidente, non resta che seguirlo fino al rudere di un rifugio per pastori, dal quale in direzione sud-est inizia la salita, senza percorso segnato, verso la cima.
Per giungere a destinazione alla croce del Monte d’Aragno manca solo una mezz’ora di cammino attraverso la cresta (circa 2,30 h). Da qui il panorama spazia a 360°, dalle cime innevate del Gran Sasso alla lontana Maiella, dalla conca aquilana all’altopiano della Ienca verso il Monte Stabiata. Il territorio è selvaggio, primordiale, eppure familiare e accessibile.
Completiamo l’anello ripercorrendo i nostri passi lungo la cresta e torniamo alla carrareccia che in direzione est si fa più battuta. Non rimane che seguirla per circa un’ora e riscendere verso l’abitato. Per accorciare di poco il cammino è possibile imboccare l’unica evidente deviazione a destra che, attraverso un’altra stradina, ci riportata direttamente nella zona alta di Aragno, dove abbiamo lasciato le auto (4 ore circa di cammino, soste escluse).
L’ultima indicazione che vogliamo lasciarvi riguarda la traccia del sentiero. Sebbene sia quasi sempre evidente la direzione da prendere, il percorso non è mai segnato. Servono dunque un pizzico di orientamento e di attenzione per non sbagliare cammino.
Il territorio, comunque, per bellezza, posizione e la presenza di antichi manufatti, è sempre entusiasmante e di certo merita un’escursione da parte degli appassionati che cercano nuovi percorsi dove mettere alla prova la propria esperienza.
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