TRA MODERNARIATO E DESIGN: “VERORARO” DI DAVIDE SALCE È LA SCOMMESSA VINTAGE D’ABRUZZO
di Mattia Fonzi

PESCARA – Fare di necessità virtù non è una questione di sopravvivenza, ma a volte diventa segno di intelligenza creativa, ingegno vitale, estro e talento.
È quel che si pensa quando si incontra Veroraro, la scommessa imprenditoriale di un giovane abruzzese. Davide Salce ha 33 anni, è originario di Pratola Peligna (L’Aquila) e ha studiato comunicazione a Perugia. Ha fatto tanti lavori, come molti suoi coetanei, soprattutto tra quelli provenienti da quelle aree interne abruzzesi che con i loro panorami regalano pace per gli occhi e l’anima, ma che contestualmente generano amarezza per il difficile contesto economico e sociale.
Così un anno e mezzo fa, Davide Salce, insieme al fratello Matteo – di dieci anni più grande e una vita diversa, da consulente aziendale nella metropolitana Milano – ha deciso che voleva fare della sua passione il suo lavoro.
Ha iniziato a mettere a frutto la sua manualità sugli oggetti di arredo, con il restauro e il restyling di mobili.
È nato quindi Veroraro, un laboratorio e show room di stanza a Pescara, dove Davide ormai vive e lavora.
“Vivendo in un contesto che ritengo all’avanguardia, mio fratello ha sviluppato sensibilità verso un certo tipo di oggetti, che spesso vengono chiamati impropriamente vintage – afferma Salce, raccontando a Virtù Quotidiane la genesi di Veroraro – si è appassionato, e ha portato molti di questi oggetti in Abruzzo”.
Parliamo di prodotti di qualità, di design, di modernariato, risalenti principalmente agli anni ’50, ’60 e ’70, perché “questi decenni hanno rappresentato il periodo d’oro del design italiano”.
Ai fratelli Salce, insomma, piace riportare ai vecchi splendori oggetti di arredo. La filiera non è corta: l’approvvigionamento avviene principalmente sul web, attraverso annunci online e reti di collezionisti e accumulatori seriali, ma anche mercatini in giro per l’Italia.
Si acquistano gli oggetti, e poi si organizzano viaggi per andare a prenderli: “Ad esclusione di Val d’Aosta e Trentino, ho guidato in quasi tutto il Paese per andare a prendere i prodotti”, afferma orgoglioso Davide.
Si portano poi nel laboratorio di Pescara, e si rivendono, sia in loco che online, dopo averli restaurati a dovere.
A Veroraro ci si concentra su oggetti di arredamento riutilizzabili realmente, per una casa meno convenzionale rispetto a quello che si può trovare nel “normale” negozio di arredamento.
Si va quindi dalle credenze a librerie svedesi che oggi non vengono più prodotte, fino ai divani in pelle, o a particolari tavoli con piani in marmo o in vetro colorato.
E poi il restyling di poltrone e sedie, dove si scelgono tessuti di pregio, imbottiture e velluti che, applicati, danno una vita nuova all’oggetto.
Ed è così che nelle case finiscono anche gli oggetti più particolari, come una sedia proveniente dal bar di una nave da crociera degli anni ’50.
Design, vintage e modernariato. Parole che sentiamo pronunciare spesso un po’ per moda, ma quali sono le differenze? “Il vintage è retrò, il design è eterno – spiega il giovane pratolano – il modernariato, per come viene interpretato oggi nell’arredamento, può essere l’incontro tra vintage e design”.
In ogni caso, parliamo di oggetti iconici di arredamento, di cui alcuni rimasti immortali e prodotti ancora oggi, come la poltrona Le Corbusier LC4 1930, prodotta prima dalla Thonet e poi dalla Cassina, “rimasto nei decenni uno standard nel design”.
Tutto questo è il mondo e la professione di Davide Salce: girare l’Italia per vedere e comprare oggetti di valore spesso gravati dagli anni o abbandonati nelle residenze, e ridare loro un respiro moderno, mantenendo tuttavia la versione originale, senza mai stravolgere, sfruttando la luce originale e la bellezza opacizzata nel corso degli anni.
A Veroraro si lavora il legno, il palissandro, l’acciaio, l’ottone, velluti e pellami, marmo e vetri colorati, qualcosa anche in vetroresina, affidandocisi anche a professionisti del settore e del territorio, che contribuiscono a ridare bellezza: “Ci facciamo forti di diverse competenze nel nostro territorio, molte anche sconosciute ai più, come il tornitore che ricrea la vite per quel mobile, una professionalità che in altri luoghi non si trova, che ti dà la possibilità di crescere sempre e scoprire i segreti dell’artigianato. Si tratta di veterani di fabbriche della Valle Peligna, ormai chiuse da tempo, che racchiudevano una serie di persone con altissime competenze tecniche, che ci danno un supporto fondamentale per il nostro lavoro”.
Oggetti di tanti anni fa, insomma, riportati all’antico splendore, grazie a competenze e passione. Di necessità, virtù.
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