Cantine e vini Vinitaly 2025 29 Apr 2025 18:25

Naturalmente low alcol e versatile. Il Lambrusco è il vino del momento. Ventisei “custodi” vogliono rilanciarlo

VERONA – “Cosa possiamo fare per custodire l’essenza del Lambrusco”? È a partire da questa domanda che un gruppo di 26 produttori, quelli i cui nomi sono legati a nodo stretto con i Lambruschi di qualità che ci sono nel panorama italiano, si sono riuniti per diventare “Custodi del Lambrusco”.

L’associazione, fondata nel 2024, ma ufficializzata pochi giorni prima della 57esima edizione del Vinitaly 2025, ha tirato fuori un vero e proprio Manifesto, fatto di 8 punti per rivendicare che il Lambrusco può essere un vino “leggero e spensierato, ma mai superficiale e banale”.

Il primo obiettivo per i Custodi è quello di togliere quel marchio a fuoco che il vino, anche a causa di prodotti svenduti nella grande distribuzione, ha di essere un prodotto “sciocco”, una bollicina di scarsa qualità. La verità è tutt’altra ed è fatta proprio dal lavoro dei tanti produttori, molti dei quali si sono uniti nell’associazione che invece raccontano tutta la versatilità e la qualità sorprendente di questo vino.

“Non si tratta solo di tutela, ma di affermazione. Il Lambrusco”, afferma Fabio Altariva, presidente dell’associazione, “è storia, cultura e identità di un territorio, e merita di essere riconosciuto come tale. I Custodi del Lambrusco nascono con una missione chiara, riscrivere il futuro di questo vino. Vogliamo esaltarne il valore autentico, senza compromessi, e restituirgli il ruolo che merita tra i grandi vini. Il Lambrusco non è solo un vino, è la storia, la cultura e l’identità di un territorio che vogliamo proteggere e raccontare, per chi c’era prima di noi e per chi verrà dopo”.

Le aziende che fanno parte della neonata associazione sono Azienda Agricola Manicardi, Azienda Agricola Messori, Azienda Agricola Pezzuoli, Azienda Agricola San Paolo, Ca’ De’ Medici, Cantina Della Volta, Cantina Divinja, Cantina Ventiventi, Cantina Vezzelli Francesco, Cantina Zucchi, Cavaliera, Cleto Chiarli Tenute Agricole, Fattoria Moretto, Garuti Vini, La Battagliola, La Piana Winery, Le Casette, Lini 910, Marchesi Di Ravarino, Opera02, Podere Il Saliceto, Rinaldini Az. Agr. Moro, Terraquilia, Venturini Baldini, Villa Di Corlo, Zanasi Societa’ Agricola.

Praticamente nessuna è socia del Consorzio Lambrusco Doc: molte non ne hanno mai fatto parte, e altre sono fuoriuscite da poco, fondando l’associazione per esprimere più in prima persona quel progetto di valorizzazione che hanno in mente, “ma pronti a collaborare con l’ente consortile” assicura Altariva.

Complici anche le richieste di mercato che oggi vanno nella direzione di vini a bassa gradazione alcolica, freschi, leggeri, briosi, il Lambrusco diventa il vero vino del momento, con la sua versatilità che lo rende adatto, sì alla cucina tradizionale emiliana, ma anche a tantissimi altri sapori, fino a quelli etnici.

Ne è convinto, e consapevole, Claudio Biondi il presidente del Consorzio del Lambrusco Doc, che tutela le sei denominazioni del Lambrusco – Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Modena Doc, Reggiano Doc e Colli di Scandiano e di Canossa Doc – oltre alla Spergola.

“Il Lambrusco è un vino naturalmente a bassa gradazione e con una versatilità estrema nelle sue sei denominazioni. Da anni organizziamo degustazioni con cucine etniche, con risultati straordinari”, dice.

Per dimostrare tutte le sfaccettature di questo vino brioso, il Consorzio nell’ultimo Vinitaly, all’interno dello spazio espositivo dell’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna ha organizzato cinque speed tasting tematici, da 15 minuti ciascuno, ogni giorno di fiera.

I Custodi del Lambrusco


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