Cronaca 04 Gen 2019 20:15

ALLA CHIESA DI SAN LORENZO DELLA SERRA PER LA VIA MARIANA: SENTIERI TRADIZIONALI DA SALVARE

ALLA CHIESA DI SAN LORENZO DELLA SERRA PER LA VIA MARIANA: SENTIERI TRADIZIONALI DA SALVARE

L’AQUILA – L’antica mulattiera che dalla Rivera sale a Poggio di Roio non ha bisogno di presentazioni, è nota a ogni aquilano, è la Via Mariana del Rosario. La Via Mariana fu istituita nel 1942 per volere dell’arcivescovo dell’Aquila monsignor Carlo Confalonieri a coronamento del restauro che interessò il Santuario della Madonna della Croce, comunemente noto come “Madonna di Roio”.

Il sentiero boschivo doveva favorire il pellegrinaggio degli aquilani al Santuario ed essere percorso recitando il rosario. Fu solo nel 1961 però, ancora per volontà del Confalonieri divenuto cardinale, che vennero poste le quindici edicole in pietra lavorate dall’illustre Studio Vaticano del Mosaico e raffiguranti i Misteri del Rosario.

Sotto la prima grande edicola che indica l’inizio del cammino, sulla strada Sr 615 che sale a Roio, lo spazio per parcheggiare è esiguo. A destra e a sinistra del tabernacolo troviamo un segnale stradale quasi divelto e cartello giallo arrugginito e malconcio che recita “Via Mariana pedonale, 3 km”.

Presa la salita, dopo poche centinaia di metri ci si lascia alle spalle le ultime abitazioni e ci si avvia per la carrareccia. Qui un piccolo segno bianco e rosso da sentiero non guasterebbe per evitare di finire in qualche proprietà privata.

Sulle prime, va detto, la Via Mariana non conserva il fascino che la sua storia dovrebbe garantire, pare una stradina poderale qualsiasi la cui cura resta affidata alla buona volontà dei proprietari dei terreni limitrofi: è un peccato.

Si tarda almeno il tempo di superare tre o quattro edicole prima d’immergersi nel bosco vero e proprio e iniziare godere di silenzio e di spiritualità. Le edicole stesse sono sporche, in stato di abbandono quando non incantate a tal punto da far presagire un prossimo crollo. Le pietre del muretto a secco che delimita il sentiero, col crescere delle radici degli alberi, in più punti sono venute giù invadendo la carreggiata.

Non fosse per la bellezza del panorama che si offre sull’Aquila e sul Gran Sasso ricoperto di neve non ci sarebbe granché da vedere. In meno di mezz’ora la strada sterrata finisce. Siamo su una via lastrica che permette l’accesso alle prime case di Poggio di Roio.

Superiamo la piccola lapide posta a ricordo della leggenda della statua della Madonna e arriviamo sulla piazza davanti al Santuario restaurato di recente e reso alla popolazione nel 2017. Il nostro cammino, però, non finisce qui.

Decidiamo di proseguire sul Monte Serra fino alla chiesetta cistercense di San Lorenzo. Superato il Santuario si svolta a sinistra, in via dell’Aquila, e si prosegue per un centinaio di metri. Ancora a sinistra, un cartello segnala il sentiero che in mezzo chilometro conduce alla chiesa.

San Lorenzo della Serra è stata seriamente danneggiata dal terremoto. Anche solo avvicinarsi è pericoloso. Il posto però è bello, carico di fascino e molto caro alla comunità roiana, che nel 2011 volle porre dinanzi alla chiesa una piccola cappella di legno intitolata al Santo per provare a tener viva la tradizionale scampagnata che qui si tiene ogni agosto.

Proseguiamo ancora raggiungendo il punto di osservazione contrassegnato da una piccola croce poco più a monte. Finalmente l’emozione del panorama spazza via il magone accumulato durante il cammino: L’Aquila è ai nostri piedi e possiamo ammirarla da un punto di vista perpendicolare a Corso Vittorio Emanuele che la taglia.

L’incanto della natura, la fortunata conformazione territoriale, al solito, preservano la bellezza che le amministrazioni, troppo spesso, non sanno valorizzare né preservare. Alessandro Chiappanuvoli


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