ATTIVITÀ STORICHE PIÙ FORTI DELLA CRISI: A SCANNO LA BOTTEGA CHE VALORIZZA SPECIALITÀ D’ALTRI TEMPI

SCANNO – Per le strade del borgo più bello d’Italia, nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo, si tramanda da oltre cento anni il percorso commerciale della famiglia Cocco e dei suoi avi.
L’azienda “Cocco Sapori d’Abruzzo”, attività storica segnalata dal Gambero Rosso, è solo l’apice del cammino compiuto da quattro generazioni che valorizza ogni genere di prodotto tipico abruzzese.
“La bottega storica sorge all’inizio degli anni ’60, quando i miei genitori si trasferirono da Pratola Peligna a Scanno – racconta il proprietario Diego Cocco a Virtù Quotidiane – . La nostra tradizione commerciale, però, ha inizio molto tempo prima, per merito dei miei bisnonni materni che aprirono all’inizio del ‘900 una piccola osteria nella piazzetta più suggestiva del paese”.
“I miei nonni, invece, Ettore e Michelina Pagliari, portarono avanti l’attività dei bisnonni e ci ricordavano spesso che la nostra famiglia aveva gestito un’osteria già dal 1860 di fronte la Chiesa della Madonna del Carmelo”.
Chi visita Scanno (L’Aquila), quindi, è piacevolmente costretto a far una tappa presso la bottega di Diego, che vende da oltre sessanta anni i prodotti tipici abruzzesi per eccellenza.
“Siamo stati i primi in Abruzzo a specializzarci su prodotti come liquori, vini, formaggi e pasta – ricorda Cocco – . Siamo stati persino i primi clienti della pasta Rustichella d’Abruzzo e anche della pasta Cocco, di un mio lontano cugino, specialità divenute ormai famose in tutto il mondo. Infatti la mia famiglia da parte di mio padre è originaria di Fara San Martino, sede dei più importanti pastifici locali”.
Anno dopo anno il negozio si è sempre più specializzato nella selezione dei migliori prodotti tipici divenendo un punto di riferimento per quanti apprezzano le cose buone della meravigliosa terra d’Abruzzo, la Regione Verde d’Europa.
Ma se negli anni ’60 Scanno era considerata una delle mete turistiche per eccellenza, attirando visitatori da ogni dove, oggi, da un punto di vista di incremento turistico – come sottolinea Cocco – non si può dire la stessa cosa.
“Prima c’era un turismo sia quantitativamente sia qualitativamente migliore. È cambiato tutto, soprattutto da un punto di vista della qualità. Oggi abbiamo un turismo ‘mordi e fuggi’ che lascia poco e niente al territorio. È colpa anche un po’ dei locali che non sono riusciti ad adeguarsi all’offerta turistica più qualificata e nel corso degli anni il borgo è andato via via desertificandosi”.
Ma anche la crisi generale ha avuto e ha tuttora un suo peso notevole.
“Abbiamo risentito molto anche della crisi degli ultimi anni, sia economica, sia turistica – spiega il proprietario – . Le difficoltà si sono verificate anche per la mancanza di una politica organica di intervento e di sviluppo dell’Abruzzo, soprattutto interno, da parte delle autorità regionali e locali. Ma non solo. Gli errori amministrativi penso siano stati molti e inoltre siamo, come tante altre realtà storiche, soggetti a delle politiche fiscali deleterie e scellerate, fatte di un esubero di tasse, controlli, sanzioni che non ci agevolano, piuttosto creano le condizioni perfette per farci chiudere”.
Realtà commerciali ultradecennali come quella della famiglia Cocco – che non detengono nessuna agevolazione nonostante il carattere storico che le contraddistingue – rappresentano un’identità per un popolo e una terra come quella abruzzese. Ma non solo, costituiscono anche un canale di distribuzione importante per le piccole imprese locali che non possono vendere online o aspirare ad entrare nei grandi canali di distribuzione.
“Sono andato avanti con la passione. Questa mi ha aiutato molto. Ovviamente ho dovuto ridurre notevolmente gli acquisti per far fronte a questo periodo particolare – conclude Cocco – . A dire la verità non sono ottimista, non credo che le cose possano migliorare se resteranno attive queste politiche. Quando andrò in pensione, probabilmente l’attività verrà chiusa, anche perché non penso che qualcuno della mia famiglia abbia questa aspirazione. Si tratta di mestieri complicati, che necessitano di un’alta professionalità, conoscenza dei prodotti, quindi anni di esperienza. Mi auguro, però, nel profondo del cuore di assistere ad una controtendenza che possa cambiare le cose”. Antonella Valente
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