CASTELVECCHIO CALVISIO – Un centinaio di abitanti effettivi, un centro storico con conformazione ellittica unica nel suo genere, una parte di territorio comunale sull’altipiano di Campo Imperatore che in estate è adibito a pascolo, con stazzi non molto usati dai pastori: è Castelvecchio Calvisio, paese dell’Aquilano a mille metri di quota di cui si hanno le prime notizie attendibili dall’epoca della caduta dell’Impero Romano.
Seriamente danneggiato dal terremoto del 2009, è inserito nella rete dei Borghi autentici d’Italia, con le strette stradine coperte da volte e archi, le case che si sviluppano su più livelli con le antiche scale in pietra e i prodotti tipici quali cicerchie, lenticchie, formaggi e lo zafferano della Piana di Navelli.
Insieme a operatori locali Mountain Evolution-Scuola di montagna ha organizzato ieri una visita guidata del paese. Con partenza alle 11, si è conclusa con una degustazione di prodotti tipici intorno alle 12,30.
“Abbiamo creato un’offerta di fine settimana che ha portato gente anche nelle strutture ricettive in questo periodo di bassa stagione – spiegano gli organizzatori – Gli stazzi di Castelvecchio, nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, potrebbero essere punto di appoggio per lo sci di fondo, le escursioni invernali e le ciaspolate”.
Proprio con una ciaspolata è iniziato il tour intorno a Castelvecchio Calvisio. Saliti in auto dalla strada che collega Santo Stefano di Sessanio all’altipiano di Campo Imperatore e alla località Lago Racollo, i partecipanti in ciaspole hanno attraversato l’altopiano fino alla base di Monte Prena, per raggiungere poi gli stazzi. Qui sono stati accolti da vin brulé e zuppa, dal coro Calvisio e musica popolare. Poi il ritorno alle auto, con passeggiata di un quarto d’ora in ciaspole.
“Sull’altopiano di Campo Imperatore l’unica struttura che potrebbe dare appoggio al turismo naturalistico invernale è il Rifugio Racollo nel Comune di Santo Stefano di Sessanio, ma per raggiungerlo – spiegano gli animatori di Mountain Evolution – occorre che le strade siano aperte”.
Ed è stato proprio grazie alle sollecitazioni arrivate da chi vive la montagna in ogni momento dell’anno che nei giorni scorsi enti locali e operatori economici della zona si sono accordati per collaborare alla pulizia dalla neve delle strade che conducono ai luoghi più suggestivi.