C’ERA UNA VOLTA LO SPAVENTAPASSERI NEI VIGNETI DI GORIANO VALLI

GORIANO VALLI – “Come fai a parlare se non hai cervello?”. “Non ne ho idea ma c’è un mucchio di gente che pur avendo un cervello parla a vanvera continuamente”. Chi è che non ricorda il celebre romanzo Il meraviglioso mago di Oz e la divertente conversazione tra la bimba, Doroty, e lo spaventapasseri parlante?
È proprio così che lo spaventapasseri, il custode dei campi per eccellenza, tra mistero fiabesco e ricerca antropologica, diventa protagonista per una sera della Vigna di More di Tione degli Abruzzi (L’Aquila), la splendida tenuta accudita nella conca del medio Aterno di Goriano Valli da Adriana Tronca, imprenditrice fervente e appassionata del suo territorio.
L’iniziativa “C’era una volta lo Spaventapasseri”, in programma sabato 22 luglio, accompagna i partecipanti in un viaggio alla riscoperta della civiltà contadina e soprattutto dello spaventapasseri, il fantoccio di legno e stoffa utilizzato anche dai nostri nonni a difesa dei campi coltivati.
“La figura dello spaventapasseri mi affascina da sempre – racconta a Virtù Quotidiane Giuseppina Riocci, insegnante di San Demetrio ma originaria di San Panfilo d’Ocre, con la passione per i manufatti della civiltà contadina, autrice di diverse mostre sull’argomento – per questo ho approfondito il suo significato antropologico”.
“Realizzato con legno di fico, come testimoniano alcuni scritti, lo spaventapasseri risale ai tempi dell’antica Roma. Passato dalla civiltà pagana a quella cristiana, evoca i riti propiziatori legati alla bontà della terra. Un residuo di antichi rituali, lo spaventapasseri – aggiunge Giuseppina – è simbolo di contrasto contro il cattivo raccolto, la grandine, il malocchio, al tempo stesso figura simbolica simile all’uomo, necessaria per l’allontanamento dei predoni”.
“I miei spaventapasseri sono realizzati con materiali semplici, fedeli alla tradizione – racconta – ognuno ha la sua storia. L’iniziativa a Vigna di More vuole essere un momento di riflessione e rievocazione storica. Tra le altre cose, ho scoperto che, agli inizi del ‘900 in quel di San Demetrio Ne’ Vestini, si usava organizzare un corteo funebre al re Carnevale, a capo della sfilata c’era un fantoccio di abiti e paglia che una volta finito il rituale veniva collocato nei campi come spaventapasseri”.
“A Goriano, in questo periodo dell’anno ci sono molti turisti tedeschi, olandesi, inglesi, ci saranno anche loro alla festa ‘pagana’ che ho deciso di organizzare nella mia vigna – dice Adriana Tronca – le lady chef prepareranno lenticchie a km zero, la focaccia del transumante, l’insalatona del contadino con patate e fagiolini lessati insieme a peperoni e pomodori crudi, pizze fritte, torte della nonna e tanto altro”.
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