CIMICE ASIATICA, ALL’UNIVERSITÀ D’ANNUNZIO INCONTRO SULL’INSETTO CHE MINACCIA LE COLTURE
CHIETI – I professori Luigi Menghini e Francesco Stoppa dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti- Pescara, con la partecipazione della prof.ssa Lara Maistrello del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia, tratteranno dell’emergenza legata alla invasione della cimice asiatica che coinvolge anche l’Abruzzo.
L’incontro è previsto per venerdì 15 febbraio, alle 17,30, presso l’Auditorium del rettorato nel Campus di Chieti. L’evento ha il patrocinio del Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio. All’incontro sono state invitate le principali associazioni di categoria e gli imprenditori del settore agricolo.
“L’Halyomorpha halys, nota come cimice marrone marmorizzata – spiegano in una nota i prof. Menghini e Stoppa – è un insetto mangiatutto originario dell’Asia orientale, che si sta rapidamente diffondendo in tutto il mondo come pericoloso parassita di molte colture agricole. È anche fastidioso a causa delle massicce aggregazioni di individui svernanti all’interno di case e altre strutture create dall’uomo. La sua importanza globale è evidenziata ormai da moltissime pubblicazioni specialistiche ma occorre informare gli operatori del settore agricolo sulle modalità di infestazione, e sui comportamenti di difesa da adottare”.
“L’insetto – precisano i due docenti della d’Annunzio – non risponde ai pesticidi e, per debellarlo bisogna adottare altre soluzioni. Ovunque è comparso ha creato danni per milioni di euro di perdite in frutteti e colture orticole. Negli ultimi anni, sono stati segnalati infestazioni crescenti in molti paesi dell’Europa centrale, orientale e meridionale e, più recentemente, in Cile. Ora è presente in quasi tutta Italia e causa seri problemi al settore agricolo del nord est”.
“Purtroppo – concludono Menghini e Stoppa – i modelli della sua potenziale distribuzione evidenziano l’allarme per un’ulteriore diffusione e insediamento in centro e sud Italia, minacciando produzioni orticole ma anche vinicole ed olearie”.
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