DALLA SARDEGNA ALL’ABRUZZO, ECCO LA VERA STORIA DEL CASEIFICIO CAMPO FELICE

LUCOLI – Aprire la porta della piccola bottega alimentare di Collimento di Lucoli significa respirare quella fragranza di buono e di fresco che rende irresistibile ogni prodotto in commercio. Dietro al bancone l’infaticabile signora Delia, le famose mozzarelle e la forma di Blucoli con l’impareggiabile goccia di crema pronta da spalmare e assaporare sul pane e la pizza locali.
È qui che è nato il caseificio Campo Felice, nei locali del negozio di alimentari sulla strada che dal paese porta fin sull’altopiano di Campo Felice, passando per le tante frazioni che colorano la vallata di pini e querce secolari.
Era il 1970 quando i tre fratelli Arturo, Claudio e Lello Di Carlo avviarono la produzione di mozzarelle e formaggi, sia freschi che stagionati, basata sulla lavorazione prettamente manuale della materia prima, così come è oggi a distanza di oltre quarant’anni. I fratelli Di Carlo all’epoca trascorrevano sei mesi all’anno in Sardegna proprio per fare i formaggi.
Non tutti sanno che il fondatore storico del caseificio di Lucoli è stato Gino Ammannito che, originario della frazione di Collimento, aveva aperto un caseificio nella città di Addis Abeba, in Etiopia, “La Casa del formaggio”.
Due destini che un giorno si sarebbero incontrati.
“Con la guerra civile il signor Gino scappò dalla capitale etiope per tornare in paese ed avviare il caseificio nei locali della casa paterna – racconta a Virtù Quotidiane Edoardo Di Carlo, titolare del caseificio alla terza generazione insieme alla sua famiglia – Già in età avanzata e senza più forze, venuto a sapere dei fratelli che lavoravano il formaggio fuori regione, Gino propose alla mia famiglia di gestire l’attività casearia. I miei zii investirono tutto quello che avevano e fu così che nacque il caseificio Campo Felice”.
Tramandata di generazione in generazione, attualmente la quarta con i figli dei nipoti di Arturo, Claudio e Lello, l’arte nella preparazione dei formaggi del caseificio Campo Felice è diventata un’eccellenza, caratteristica peculiare del territorio aquilano, sinonimo di qualità e tipicità con prodotti unici, come il Blucoli, che sta per il blu di Lucoli, un erborinato di vacca con le muffe derivate dai lieviti delle birre artigianali che non ha nulla da invidiare al noto Gorgonzola, tre mesi di stagionatura ed un sapore inconfondibile.
Le mozzarelle rimangono il prodotto di punta della produzione, mentre l’ultimo nato si chiama Forsecchio, un provolone stagionato per un anno intero proprio dentro al secchio, dal sapore leggermente piccante.
“Non ci spostiamo oltre i 60 chilometri da Lucoli per prendere il latte – dice orgoglioso Edoardo – che proviene tutto da allevamenti della conca aquilana, sempre fresco, lo lavoriamo il giorno dopo la mungitura. L’80 per cento della nostra produzione è lavorata a mano. Dalla rottura della cagliata alla filatura della mozzarella, il procedimento è tutto manuale, a parte la formatura che viene eseguita con il macchinario”.
Nella baita di Campo Felice, la Casetta del Caseificio, inaugurata nel 2006, si possono degustare tutti i formaggi prodotti, dai caprini al formaggio di vacca da spalmare, dal Blucoli alle mozzarelle in tutte le forme, associati a vini e birre artigianali del territorio. Un punto ristoro frequentato da turisti e appassionati di montagna che si aggiunge agli altri due punti vendita cittadini del caseificio.
Nel corso degli anni e con un mercato globalizzato in continua evoluzione, la difficoltà per un’impresa che utilizza solo latte fresco è quella di una competizione sbilanciata con i prodotti a basso costo della grande distribuzione “molte aziende usano paste congelate e latte in polvere prodotti all’estero. Il latte fresco che noi compriamo sul territorio lo paghiamo circa 0,60 euro al litro per fare un esempio, quello che viene da fuori costa la metà - spiega il produttore caseario, che nel tempo ha stimolato la formazione di un consorzio di produttori aquilani di latte – Non siamo affatto concorrenziali ma è la qualità a fare la differenza. Chi assaggia i nostri formaggi torna a comprarli”.
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