Cronaca 17 Mag 2019 11:56

FREDDO FUORI STAGIONE, NELL’AQUILANO IL RACCOLTO SLITTERÀ DI UN MESE

FREDDO FUORI STAGIONE, NELL’AQUILANO IL RACCOLTO SLITTERÀ DI UN MESE

L’AQUILA – Arresto della crescita e stress dovuto dall’abbondanza di piogge e dalle gelate notturne. Sono molti i danni alle colture che si registrano in provincia dell’Aquila a causa del freddo fuori stagione.

“Quest’anno sembrava che la primavera fosse arrivata in anticipo. L’inverno mite e siccittoso ha spinto gli agricoltori ad anticipare le semine, già dal mese di marzo, delle patate, i primi trapianti di radicchio, finocchi e insalate”, spiega in una nota Giammarco De Vincentis del Consiglio direttivo di Confagricoltura L’Aquila, ”gli agricoltori sono consapevoli che a fine marzo o aprile ci sono ritorni di freddo che danneggiano i frutteti in fiore e i vigneti, ma mai hanno assistito, nel mese di maggio, a piogge così abbondanti e, soprattutto, al calo delle temperature che da oltre venti giorni ha portato la colonnina del mercurio a danzare intorno a zero gradi”.

“Da almeno 15 giorni non è stato possibile fare le semine programmate e questo farà slittare il raccolto dei prodotti da fine luglio a dopo il 15 di agosto – aggiunge De Vincentis – molte varietà di insalate rischiano di essere danneggiate dal caldo che farà sviluppare malattie come la virosi delle verdure e la temibile peronospora della patata”.

“Abbiamo paura che dopo un ultima gelata, col primo caldo, si inizieranno a fare i primi conti dei danni subiti e sarà dura perché difficilmente i frutti della nostra terra, possono resistere a questi sbalzi di temperatura e all’umidità che sta danneggiando le piante alla radice”, spiega il rappresentante dell’associazione di categoria.

Fino a qualche anno fa molti ortaggi venivano assicurati e una parte delle spese veniva rimborsata dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) attraverso il piano nazionale per le calamità naturali, ultimamente, però – denuncia Confagricoltura – il meccanismo dei rimborso si è inceppato e gli aiuti per le calamità del 2015 e 2016 sono stati pagati, e non a tutti, solo nel 2018, ci sono aziende che aspettano ancora e hanno fatto causa all’ente pagatore.

“Non essendoci più contributi diretti solo le polizze assicurative possono salvare le aziende dal tracollo finanziario per effetto delle calamità naturali”, spiega Stefano Fabrizi, direttore di Confagricoltura L’Aquila, che fa però osservare come “gli agricoltori non possono sopportare, senza l’aiuto pubblico, tariffe assicurative che in tre anni sono più che raddoppiate per cui una polizza per il radicchio o l’insalata arriva a costare anche 1.500 euro per ettaro”.

“Molti ortaggi non sono assicurati dagli eventi atmosferici e il rischio di ingenti perdite economiche per gli agricoltori è concreto – aggiunge – . Lunedì prossimo a Pescara si terrà un workshop organizzato dall’Istituto di servizi per il Mercato agricolo alimentare per conto del Ministero dell’Agricoltura proprio su questi temi. Confagricoltura L’Aquila porterà le sue proposte per rendere più semplice un meccanismo che non funziona più e che, paradossalmente, rischia di rimandare indietro i finanziamenti comunitari perché gli agricoltori preferiscono rischiare che assicurarsi”.


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