“IL LOCALE 67”, A CELANO GUSTO E TRADIZIONE NEL RISTO-PUB CHE AMBISCE A DIVENTARE PUNTO DI RITROVO CULTURALE

CELANO – Gusto e tradizione si fondono in un risto-pub, non una semplice paninoteca, che a settembre compirà un anno di età e che si è trovato, come molti, a far fronte alle difficoltà dovute all’emergenza Coronavirus. Si tratta del Locale 67 in via Fontanelle 59 della cittadina marsicana che ha dato i natali a Tommaso da Celano.
Virtù Quotidiane ha incontrato il proprietario Gaetano Di Cicco proprio pochi giorni prima del lockdown definitivo che ha imposto il domicilio forzato per oltre due mesi in un clima disteso e pieno di ambizioni. Oggi è tornato a trovarlo per scoprire cosa è cambiato.
“Abbiamo riaperto con il servizio d’asporto all’inizio di maggio, inizialmente solo il fine settimana – racconta Gaetano – . Solo ora che abbiamo ripreso a lavorare in sala e durante la settimana, ci stiamo accorgendo che la clientela sta tornando, sebbene l’adeguamento alle norme sul distanziamento sociale ci ha portato a diminuire i coperti di almeno la metà”.
“Sicuramente all’inizio c’è stata molta più paura da parte delle persone nel riprendere la frequentazione di locali pubblici, ma ora sembra che la normalità si stia riaffermando. A breve avremo anche l’opportunità di aggiungere dei posti all’aperto e questo ci fa decisamente piacere perché l’unica cosa cui ambiamo ora è tornare ad un briciolo di normalità”.
Aperto alla fine di settembre del 2019, “Il Locale 67” ha ampliato l’offerta gastronomica celanese, e non solo, come spiega il proprietario: “Siamo una paninoteca ma dai connotati particolari. I nostri sono dei panini che si immergono nella tradizione culinaria locale ma attingono anche dallo street food. Diamo vita a dei prodotti diversi, quasi gourmet”.
“Insieme alla mia famiglia con cui porto avanti l’attività sperimentiamo dei panini originali in cui uniamo la classicità con i prodotti che il nostro territorio ci offre. Gran parte delle materie prime, infatti, proviene dall’Abruzzo, se non dalla Marsica stessa”.
All’inizio l’idea era quella di creare un caffè letterario, che rappresentasse un punto di ritrovo per giovani e non, un luogo di scambio di idee, in cui presentare libri, fare musica o cineforum. “Volevamo fare qualcosa di diverso e credo che la formula che abbiamo trovato sia stata quella vincente – rileva Di Ciccio – . Ma resta sempre la voglia di trasformare il nostro locale in un luogo di confronto culturale”.
“Avevamo, ma abbiamo ancora, intenzione di organizzare presentazioni di libri, corsi di pittura o di fotografia, ospitare dei musicisti, ad esempio. Ancora dobbiamo capire come mettere in atto queste iniziative nelle prossime settimane, ma sono sicuro che qualche evento lo faremo”.
Coraggio sicuramente è una delle parole chiave che contraddistingue l’attività celanese e soprattutto la famiglia Di Cicco, a fianco di Gaetano, che, massaggiatore e terapista di professione, ha abbandonato tutto per inseguire il proprio sogno. È nato così un risto-pub sulle ceneri di un locale di famiglia, una vecchia bottega alimentari di uno zio chiusa dal 1999.
“Sì, è stata una scelta coraggiosa, ma preferisco vivere una vita faticosa ma piena di soddisfazioni, piuttosto che il contrario – confida il proprietario – . Ho sempre sognato di fare la scuola alberghiera ma le circostanze non me lo hanno permesso. Per un po’, quindi, ho seguito una strada completamente diversa, ma non ero soddisfatto. Alla fine ho rivoluzionato tutto ed ho fatto questa scelta, l’unica che avrei voluto fare in quel momento, per la gioia anche di mia mamma, bravissima cuoca che mi ha trasmesso la passione per la cucina”.
LE FOTO (di Impressione)
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