Cronaca 28 Ott 2022 19:35

L’EXTRAVERGINE DI OLIVA ABRUZZESE DA VALORIZZARE COMBATTE ANCHE I CAMBIAMENTI CLIMATICI

L’EXTRAVERGINE DI OLIVA ABRUZZESE DA VALORIZZARE COMBATTE ANCHE I CAMBIAMENTI CLIMATICI

FRANCAVILLA AL MARE – Valorizzare la preziosa diversità dell’olivicoltura abruzzese, raccontando la sua storia affascinante, dando una risposta al primo anello della filiera, il coltivatore. È questo il messaggio emerso nel primo dei tre appuntamenti sull’olio extravegine d’Abruzzo. Ieri, il Museo Michetti di Francavilla al Mare (Chieti) ha fatto da cornice all’incontro dal titolo “Natura e Territorio” di Farmer Olio, la rassegna di Circle Studio volta alla conoscenza e alla valorizzazione dell’Olio evo.

Il tris di incontri rientra nel più ampio progetto di conoscenza e valorizzazione dell’oro d’Abruzzo promosso dalla Camera di Commercio di Chieti-Pescara e che vedrà la redazione di una o più carte dell’olio d’Abruzzo da inserire all’interno dei ristoranti. Come accade normalmente per il mondo vinicolo, lo stesso si vuole fare per l’olio Evo che in Abruzzo trova espressioni eccezionali.

Con l’obiettivo di diffondere una sempre più consapevole cultura dell’olio, Camera di Commercio, Circle Food Communication, in collaborazione con il Consorzio di Tutela Olio Dop Aprutino Pescarese e le Colline Teatine e il Movimento Turismo Olio Abruzzo, hanno messo in piedi tre incontri.

Il primo, moderato dalla giornalista enogastronomica Eleonora Lopes, ha visto gli interventi del professor Leonardo Seghetti, dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio Clima e cambiamenti climatici, e di Dario Ricci, agronomo e Organizzazione produttori CAPO (Cooperativa agricola produttori olivicoli) di Pianella (Pescara) e l’introduzione di Gianluca De Sanctis per la Camera di Commercio.

“Stiamo lavorando a un circuito di qualità collegando il settore della produzione con la ristorazione per diffondere la cultura dell’olio – ha ricordato De Sanctis -. A luglio scorso abbiamo debuttato a Mediterranea con il progetto per la realizzazione della Carta dell’Olio che ha visto l’adesione di 39 aziende olivicole di Pescara e Chieti”.

“La cultura dell’olio viene da lontano – ha detto Seghetti nella sua lectio magistralis che ha attraversato la storia dell’oro giallo – . Oggi la società è estremamente improntata sull’apparire, ma è sempre più necessario, per valorizzare davvero l’olio d’Abruzzo, ritornare alla semplicità e raccontare la sua essenza”.

Secondo i dati snocciolati dal professore il mondo delle Dop (per l’olio in Abruzzo se ne contano tre), non supera il 48 per cento del mercato dell’olio. “Questo perché le persone non lo comprano. I consumi dell’olio sono diminuiti, ed è un fatto culturale”.

Per l’agronomo Dario Ricci, l’olio abruzzese è “tutto buono, ma occorre saperlo vendere. Saper raccontare una storia che valorizzi le peculiarità delle cultivar. L’Abruzzo in pochissimo territorio ha una biodiversità enorme”.

L’olio oltre ad essere un punto di forza nella produttività abruzzese, gioca anche un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. “Produrre un kg di olio genera 1,3 kg di Co2. Produrre un kg di manzo produce 37 kg di Co2, pari cioè a un viaggio da quasi 400 km con un’auto diesel euro 6”, evidenzia Ricci.

Il focus è stato accompagnato da una degustazione, rigorosamente a base di Evo, proposta dallo chef Guido Brandito. In apertura un cocktail gin oil (base gin con succo di limone e olio evo); insalatina di lenticchie con il suo brodo, condite solo con olio Evo; pasta al pomodoro mantecata all’Evo; e per finire biscotto all’Evo con bavarese ai tre cioccolati.

I prossimi incontri sono previsti per mercoledì 9 novembre al Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara sulla storia e cultura dell’olio Evo e il 16 novembre, nella sede della Camera di Commercio a Chieti su alimentazione e cultura.

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