Riforma delle coop e meno burocrazia, il mondo agricolo abruzzese bussa. Le (mezze) risposte dei candidati

PESCARA – Una riforma del mondo delle cooperative del vino abruzzesi, che oggi tengono in mano l’80 per cento delle produzioni. E poi meno burocrazia, procedure più snelle per i bandi, ma anche interventi più a lungo termine, per agire maggiormente sulla programmazione. Sono le principali richieste che arrivano dagli operatori del settore agricolo, indirizzate alla futura giunta regionale dell’Abruzzo.
In vista dell’appuntamento elettorale di domenica prossima, 10 marzo, per il rinnovo del Consiglio regionale, Virtù Quotidiane ha chiesto alle associazioni del settore agricolo e del vino, quali sono gli interventi che si aspettano dal prossimo presidente.
“Abbiamo presentato il nostro documento politico ai due candidati alla presidenza”, dice il presidente di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli, “in considerazione del difficile momento storico e di leggi europee che penalizzano il settore agricolo, a livello locale bisogna rafforzare gli strumenti a disposizione attraverso una normativa e una progettualità adeguate al contesto economico e sociale. L’agroalimentare ha potenzialità straordinarie e riconosciute. Chiediamo quindi la semplificazione delle procedure amministrative con particolare riferimento ai bandi comunitari, la gestione efficiente della risorsa acqua attraverso il buon funzionamento dei consorzi di bonifica e il potenziamento delle strutture idriche nel rispetto ambientale, la lotta alla fauna selvatica e il sostegno concreto alle filiere locali che vivono un momento di fragilità. Ma anche la promozione di una diffusa cultura del cibo attraverso la valorizzazione delle produzioni territoriali nonché il potenziamento delle fattorie didattiche, delle aziende di eccellenza e dei mercati a filiera corta”.
Burocrazia snella e tempi più rapidi per bandi e istruttorie anche per Domenico Bomba, presidente della Cia Chieti-Pescara. Aspetti essenziali “per garantire che gli aiuti agricoli arrivino ai destinatari in modo tempestivo ed efficace. In un settore in cui i tempi possono essere critici, soprattutto durante le emergenze come quella idrica o la carenza di manodopera agricola, la celerità delle procedure è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese agricole”, afferma. “L’emergenza idrica e la mancanza di manodopera agricola non sono solo questioni di ordinaria amministrazione, ma vere e proprie emergenze che richiedono azioni immediate e coordinate da parte delle istituzioni regionali”.
Per quanto riguarda il settore vitivinicolo “per tornare ai livelli pre Covid dei consumi interni”, spiega ancora Bomba, “bisogna attendere la ripresa stabile della ristorazione, del turismo e del commercio mondiale. Nel frattempo, bisogna puntare sull’e-commerce, sull’export in Paesi strategici come la Cina e sul boom del vino rosato e delle bollicine. Inoltre, alla luce di quanto avvenuto nella primavera 2023, è necessario finanziare con appositi strumenti regionali, le assicurazioni contro gli eventi calamitosi per tutti i vigneti regionali di pregio. Stimolare l’accorpamento del mondo cooperativistico vitivinicolo regionale, troppo frastagliato, poco competitivo sul mercato globale. Questo potrebbe portare a una maggiore efficienza operativa e a una migliore posizione nel contesto internazionale, fornendo un ulteriore impulso alla ripresa economica della regione”.
Il tema del mondo delle cooperative è evidenziato anche da Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. “Le misure strutturali ci sono e vanno bene”, analizza. “Magari insieme si possono concordare alcune sfaccettature, per avere una programmazione più congrua, visto che con tutti i bandi annuali è difficile lavorare guardando troppo oltre”. Tuttavia per Nicodemi, serve un progetto. “Le misure strutturali sono come i mattoni di una casa. Ma se non c’è un progetto, gli operai, ossia noi, li mettiamo male e la casa crolla”.
La vera necessità per il presidente del Consorzio è “una riforma concreta della cooperazione regionale. La peronospora ha evidenziato che il Montepulciano d’Abruzzo, che è la seconda doc d’Italia seconda solo al Chianti, ha mostrato di essere un gigante dai piedi d’argilla. In questa circostanza, una struttura così verticistica, dove l’80 per cento della produzione è rappresentato da 33 cantine sociali, ha evidenziato tutta la fragilità della filiera che è in mano praticamente ad un oligopolio. La prossima giunta dovrebbe avere il coraggio di capire che alcune strutture sono diventate anacronistiche. Se pensiamo che nel Chianti classico la cooperazione è appena al 7 per cento, allora si capisce che la cooperazione in Abruzzo andrebbe raggruppata in 3, massimo 4 macro aggregazioni. Serve una rivoluzione”.
Sfogliando i programmi di entrambi candidati tuttavia appare chiaro come della riforma del mondo delle cooperative non ci sia alcuna traccia. Non solo, in tutti e due i programmi sorprendentemente non esiste un capitolo dedicato all’agricoltura.
Abbiamo dunque interpellato i due candidati presidenti, Luciano D’Amico per il centrosinistra e Marco Marsilio per il centrodestra, chiedendo loro quali sono le iniziative che si intendono mettere in atto per sostenere e valorizzare il comparto agricolo e vitivinicolo nello specifico, non solo alla luce delle contingenze e quindi siccità e peronospora del 2023, ma anche a lungo termine.
Entrambi hanno affidato le risposte ai propri responsabili dell’ufficio stampa.
Marco Marsilio parla dell’agricoltura come di “un settore trainante per la nostra regione: il 7° Censimento generale dell’Agricoltura di Istat del 2021 censisce ben 44.516 aziende agricole. Riguardo alle azioni da porre in essere a favore dell’agricoltura, occorre mettere in atto interventi urgenti per fronteggiare le principali difficoltà in cui versa l’agricoltura, quali gli elevati tassi di interesse e l’aumento dei costi di produzione. Tale quadro si innesta peraltro nel dilemma esistente tra produttività e sostenibilità. Occorre accompagnare il percorso della transizione ecologica con misure che siano in grado di salvaguardare e tutelare la produttività, ossia garantire agli agricoltori una redditività adeguata”. Il presidente uscente poi, più che indicare cosa farebbe nei prossimi anni, preferisce snocciolare, anche nel programma elettorale, le azioni svolte in questi anni.
“Consideriamo l’agricoltura un ambito centrale e strategico per la realizzazione della nostra visione di Abruzzo, in cui è stretto il legame tra tutela dell’ambiente, della salute e della valorizzazione dei prodotti tipici”, commenta il competitor Luciano D’Amico. “È un approccio di cui beneficerà anche il settore turistico e l’attrattività della nostra regione. È chiaro che ci si muove su prospettive temporali differenti, a seconda delle azioni da mettere in campo. Le più urgenti sono senza dubbio tutte quelle riconducibili al cambiamento climatico, su cui è urgente programmare un piano di interventi in grado, attraverso la realizzazione delle necessarie infrastrutture, migliorare la resilienza dei territori e delle colture alle conseguenze della siccità e degli eventi estremi. Le esigenze e le richieste dei piccoli e grandi agricoltori e viticoltori vanno ascoltate con attenzione, perché sono una componente fondamentale dell’identità regionale e una parte rilevante dell’economia”.
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