PERDONANZA, L’EREDITÀ DI GIOVANNA DI MATTEO, UN DONO CHE CONTINUA

L’AQUILA – L’Aquila era il luogo scelto, amato, conosciuto nei pregi e nei difetti, e all’Aquila ha dedicato tutta se stessa. A meno di un anno dalla sua scomparsa, e nel clou della Perdonanza Celestiniana, Virtù Quotidiane vuole ricordare Giovanna Di Matteo, anima della manifestazione per tutte le edizioni dal 2008 fino al 2020.
Scomparsa per un tumore lo scorso aprile, al suo fianco, anche nelle ultimissime ore, come amico fedelissimo, fratello e sostegno, Pietro Piccirilli, che abbiamo incontrato: “Il sorriso di Giovanna era come i tramonti aquilani, ingentiliva anche le situazioni più complicate”, dice.
“Giovanna era instancabile, era capace di passare la notte a cucire un abito – racconta con affetto il tenente colonnello dell’Esercito, componente del comitato organizzatore – e il giorno dopo studiava senza sosta per una conferenza. Era un talento, amava l’arte ed era leonardesca: attrice, cantate, storica dell’arte, sarta, cappellaia, figurinista, ballerina e anche cuoca eccellente”.
Tra Piccirilli e la Di Matteo si era consolidata un’amicizia fatta di intesa, di solidarietà, di amore puro, sin dal primo incarico che lei ebbe nel 2008 dall’allora assessora alla cultura Annamaria Ximenes. Fu incaricata per una rinascita della Perdonanza e si dedicò senza sosta per un lavoro che amava. Giovanna Di Matteo imparò l’arte della sartoria da piccola, dalle zie, e poi studiò, si appassionò all’arte, si laureò, proprio all’Aquila, in storia dell’arte, e vinto il concorso diventò funzionaria Soprintendenza d’Abruzzo. Una vita spesa per l’arte e per la Perdonanza, e in particolare per il suo corteo, cui dava tutto.
Con Virtù Quotidiane la incontrammo durante gli ultimi momenti della nostra diretta dal corteo, nell’ultima edizione, 2019, pre pandemia, davanti la Porta Santa. Faceva fatica a camminare e si muoveva appoggiandosi ad un bastone. Ci accolse con il suo sorriso e con l’orgoglio di chi ama ciò che fa e lo vede realizzato: “Quando si guarda il lavoro finito, c’è tanto che ti piace e tanto che vuoi correggere, ma è una grande soddisfazione”, commentò al nostro microfono.
“La forma attuale del corteo è sua, è frutto del suo lavoro di ricerca storiografica. Cercò sempre più una contestualizzazione di tutti i figuranti ai primi del ‘300, basandosi sull’iconografia medioevale e in particolare sul ciclo Allegoria del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti” (databile nelle prima metà del ‘300) racconta Piccirilli, che nella sfilata veste i panni dell’uomo d’arme, lui che è militare nella vita reale.
“Giovanna aveva la capacità straordinaria di tirare fuori il meglio dalle persone, grazie alla sua posatezza, alla sua cultura e alla classe che le erano proprie”. E la capacità di tessere legami ha fatto si che al fianco di Giovanna Di Matteo siano cresciute delle collaboratrici oggi più che mai preziose.
Il talento di Giovanna Di Matteo, i suoi studi, la sua cura, ora sono nella loro mani.
Come ci dice Piccirilli, “Sara Cecchini, inizialmente, Katia De Dominicis, ancora attiva nella sartoria cui si è unita Grazia Galasso, persone che lavorano alla conservazione, al mantenimento, e alla preparazione degli abiti in corteo. Poi al corteo si dedicano, per le acconciature, Cinzia Monaco, e Nadia Ianni per la cura dei bambini”.
Oggi il parco abiti del corteo conta circa 80 pezzi, molti dei quali saranno esposti nel museo della Perdonanza che nascerà, probabilmente nel 2022 e nel quale uno spazio sarà intitolato a Giovanna Di Matteo.
“Giovanna aveva per L’Aquila un grande amore -prosegue Pietro Piccirilli-. Era nata a Treviso ed è cresciuta a San Vito Chietino, ma L’Aquila era la città della sua vita. Dopo il sisma dormì per mesi in un treno, e come funzionaria della Soprintendenza, andava chiesa per chiesa a recuperare i tesori d’arte da mettere in sicurezza. Era orgogliosa del suo lavoro, trasmetteva forza, non mollava mai nemmeno quando aveva dolore. La Perdonanza era il suo faro. In diverse edizioni partecipò anche come figurante allo stesso corteo che curava e amava”.
Uno dei sogni della Di Matteo era creare un laboratorio di sartoria, per il quale vinse un bando di progettazione europea. “Sognava un corteo sempre più coerente storicamente -spiega Piccirilli- inclusivo di cittadini e frutto di un lavoro artigianale di sartoria, restauro, possibile attraverso un laboratorio stabile. Speriamo che il suo sogno si possa realizzare e noi ci impegneremo”.
Giovanna Di Matteo se ne è andata lasciando nuova vita al corteo, nuova eleganza, e coerenza storica, e lasciando il segno di una grande attaccamento alla città e alle sue tradizioni. “Amava in modo viscerale l’arte ed era la sua casa, e L’Aquila era il luogo scelto per dare spazio alla bellezza della cultura e della tutela della tradizioni. Le diedi la mano per presentarmi a lei nel 2008, l’ho lasciata l’ultima notte che è andata via. La sua mancanza è fortissima”.
Per godere di tutto il lavoro, accurato e prezioso, fatto negli anni da Giovanna Di Matteo, si deve osservare il corteo, che, come da tradizione, si terrà anche quest’anno, sotto l’ egida dell’Unesco che ha inserito la Perdonanza celestiniana nella lista dei beni immateriali dell’Umanità proprio per la sua viva testimonianza di una tradizione che giunge a noi direttamente dal medioevo.
La modalità dello svolgimento del corteo, anche quest’anno, terrà conto delle normativa anti-Covid19.
Il 28 agosto come ogni anno, la Bolla sarà trasportata dalla Dama, accompagnata dal sindaco, Pierluigi Biondi, dal presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari, dal Giovin signore, dalla Dama della Croce, dal gonfalone medievale e dai Carabinieri in alta uniforme. Le autorità civili, religiose e militari attenderanno l’arrivo della Bolla sul prato di Collemaggio.
Il trasporto prende invece il via dalla chiesa di Cristo Re e attraversa l’intero viale di Collemaggio, fino alla Basilica. Una volta sul sagrato viene letta solennemente la Bolla Papale e consegnata simbolicamente alla Chiesa Aquilana. Ad aprire la Porta Santa quest’anno è il cardinale Enrico Feroci, che espleta il rituale bussando per tre volte alla Porta Santa con il ramo d’ulivo.
Tutte le info sul sito www.perdonanza-celestiniana.it.
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