LA BOTTEGA DEL RESTAURO DI CAPORCIANO, PER GIANLUCA RIDARE VITA AL LEGNO È UNO STILE DI VITA

CAPORCIANO – “Le basi ce l’hai ma hai ancora tanto da imparare”. Così si rivolse anni fa un anziano e sapiente mastro al cospetto del ragazzino ancora sconosciuto che aveva intagliato nel legno un portagioie grazioso e originale con mani promettenti e smaniose di apprendere un mestiere.
Quel giovane, oggi ventottenne e restauratore professionista, si chiama Gianluca Priore, nato e cresciuto a Caporciano (L’Aquila), il piccolo comune arroccato sul crinale che sembra dominare la Piana di Navelli, il luogo dove l’artigiano ha scelto di restare per allestire il suo laboratorio personale, al pian terreno della sua casa bottega.
“Fin da bambino”, racconta a Virtù Quotidiane, “quando la domenica mia madre mi portava alla messa, rimanevo incantato a guardare gli interni in legno della chiesa di San Benedetto Abate di Caporciano, una chiesa antica, così come le sue strutture in legno. Mi chiedevo di quali cure avessero bisogno per resistere al tempo e all’usura”.
Il suo è un rapporto particolare e privilegiato con il legno, un materiale che raccoglie e recupera, anche quando vede una vecchia tavola abbandonata, l’anta di un mobile decrepito, lo sportello di una madia dimenticata sotto la polvere, qualsiasi pezzo di legno degno di essere “salvato” dall’oblio o semplicemente dalle fiamme del camino.
Elementi posizionati con cura e divisi per genere nella falegnameria, dove entriamo incuriositi, che sembra un museo dell’antiquariato, tra frese, pialle, scalpelli, levigatrici, tenaglie, mobili, tavole, sigilli, serrature antiche, cere, impregnanti, gommalacca e molto altro.
Il legno è eterno, dice, ha sette vite, come i gatti, si può lavorare, ritagliare, ristrutturare, anche una tavola marcia può tornare a nuova vita con gli opportuni trattamenti. Per lui il legno è una vera e propria passione diventata ben presto un lavoro, una professione, uno stile di vita.
Gianluca si è formato come restauratore poco a poco dimostrando una grande sensibilità per gli oggetti di legno antichi, affascinato dalla possibilità di ridare luce a quello che il passare del tempo rende opaco.
Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte dell’Aquila e uno stage in un’impresa locale specializzata nella lavorazione del legno, da semplice falegname si avvicina alla raffinata arte del restauro, grazie ai preziosi e sapienti consigli di Sergio Mastrantonio, un veterano in fatto di restauro e lucidatura.
“Anche se inizialmente non voleva insegnarmi nulla dei segreti del mestiere – racconta – mi ha poi preso a cuore tanto da venire a trovarmi nel laboratorio personale allestito nel basso della mia abitazione”.
Casa e bottega a tutti gli effetti e per un bel periodo una “bottega per due” visto che Mastrantonio non ne aveva più una a causa del terremoto del 2009, un maestro prezioso al quale Gianluca continua a chiedere consigli e suggerimenti.
“Il segreto del restauro è la lucidatura, a gomma lacca, la resina naturale ricavata dalle secrezioni di insetti che vivono nelle foreste orientali, oppure a tampone, un’arte antica che si apprende dopo anni di esperienza e tanto esercizio – rivela l’artigiano – , per restaurare un oggetto di legno antico è necessario riconoscere la tecnica utilizzata per realizzarlo, la venatura del legno”.
Oltre a rifare soffitti e portoni antichi nei centri storici per diversi privati, Gianluca ha eseguito lavori molto importanti come il rifacimento dei portoni delle storiche Cancelle aquilane, le antiche botteghe sorte agli inizi del 1400 lungo il perimetro di Piazza del Mercato, l’attuale Piazza Duomo dell’Aquila, e poi il restauro e l’assemblaggio dell’antico mobile di una sacrestia del Convento di San Giuliano.
“Un lavoro con il quale certo non divento ricco – ammette – le ore di lavoro sono tantissime anche solo per un singolo elemento da restaurare e non affatto commissurate al riconoscimento economico, ma io vado avanti per passione perché il legno è materia nobile che sembra riprodurre il legame tra la natura e gli esseri viventi”.
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