Cronaca 19 Mar 2019 20:25

ALL’AQUILA LA PRIMA SCUOLA DI CINESE PER GRANDI E PICCOLI: LA SFIDA DI ELENA, CITTADINA DEL MONDO

ALL’AQUILA LA PRIMA SCUOLA DI CINESE PER GRANDI E PICCOLI: LA SFIDA DI ELENA, CITTADINA DEL MONDO

L’AQUILA – Una scuola di cinese per bambini e adulti, la prima a L’Aquila, apre i battenti a settembre nella sede di viale Crispi al civico 17, nei pressi della Villa Comunale. Ming Ling è il nome che in lingua cinese significa “campanellino luminoso”, “ming” in particolare, ovvero “luce” è anche il carattere della grande dinastia cinese.

Un insegnamento che va oltre la grammatica e la sintassi della lingua, un sapere che allarga gli orizzonti verso una delle culture più antiche del mondo, che predispone all’apertura e alla conoscenza di popoli diversi in territori diversi, un esercizio per i bambini naturalmente vocati all’accoglienza senza filtri o pregiudizi di sorta.

Così come racconta la sua fondatrice che di lingue ne parla cinque, Elena Vanni, 43 anni, nata in Liguria, a La Spezia, da padre toscano e madre ligure. Una laurea in lingua cinese e un’infanzia vissuta in Medio Oriente dove suo padre, chimico e dipendente dell’azienda petrolifera Eni, ha lavorato per tanti anni.

Elena aveva appena dieci giorni quando si è messa in viaggio per la prima volta con la sua famiglia verso l’Africa del sud, dove trascorre cinque anni in Zambia, altri cinque nel nord Africa, in Algeria e poi nel Golfo Persico, Bahrein e Arabia Saudita.

È proprio nei paesi del Medio Oriente che apprende l’inglese come prima lingua: “Mio padre mi faceva lezioni di italiano, storia, geografia, grammatica, per prepararmi agli esami che in estate sostenevo in Italia per il riconoscimento scolastico del percorso di studi intrapreso nella scuola americana frequentata all’estero – racconta a Virtù Quotidiane – ricordo che andavo a letto con le cuffiette ascoltando i verbi italiani”.

“Sono stata sin dalla nascita esposta al contatto con persone di tutte le nazionalità, vivevamo nei villaggi internazionali, avevo rapporti con gente di tutto il mondo. Tornare a Roma è stato traumatico, ho trovato una realtà completamente diversa, una giungla – ironizza – abituata come ero alla vita in mezzo al deserto, lontana dal caos della metropoli ma anche dei cinema e dei luoghi dove solitamente si incontrano i giovani di quell’età”.

Elena si trasferisce a Roma a 16 anni, frequenta l’università di lingue e sceglie il cinese “perché era quella parte di mondo che ancora non conoscevo bene – dice – la parte più estrema e lontana da me e dalla mia esperienza di vita. L’inglese era già la mia lingua, l’italiano era acquisito dai genitori, il francese e l’arabo li avevo già studiati all’estero, il cinese mi mancava nella sua diversità. Sono profondamente convinta che più conosci il diverso e più cresci come persona”.

Lo studio della lingua cinese culmina con l’esperienza che la studentessa vive in Cina, prima della laurea, quando decide di trasferirsi a Pechino per un anno. Nella capitale culla dell’impero cinese, Elena lavora come accompagnatrice turistica con l’associazione Italia Cina, come giovanissima docente di inglese all’Università di Pechino e anche come modella indossatrice per la Pantene, “con i soldi che guadagnavo – ricorda – ho viaggiato alla scoperta di tutto il paese, dalla Mongolia a Canton, un luogo magico”.

Come in un avvincente romanzo alla scoperta del mondo, sarà l’amore a portare Elena a L’Aquila, la città dove si trasferisce grazie all’incontro con suo marito, Luca Giannangeli, giornalista e fondatore-editore del magazine Sportendurance Evo, una rivista di sport equestri distribuita in tutto il mondo ma particolarmente apprezzata nei paese arabi. Il figlio di Elena e Luca, un bambino di appena tre anni, neanche a dirlo, parla già due lingue con qualche accenno anche in cinese.

È proprio a L’Aquila che hanno inizio i primi corsi di cinese, dapprima in contesti privati e da settembre nella scuola Ming Ling alla Villa Comunale, con classi di massimo sei bambini o adulti. Oltre al cinese si terranno anche lezioni di inglese.

Il corso prevede l’insegnamento dei singoli caratteri, il cinese non è una lingua alfabetica ma ogni carattere ha una sua grande storia, si studia l’ordine dei tratti, la direzione con cui si scrivono i caratteri.

“Al di là della scrittura e dell’apprendimento della lingua mi piace introdurre aspetti della cultura cinese –  svela l’insegnante – come la tradizione, la cucina, l’uso delle bacchette, solo per fare qualche esempio, un viaggio in un paese meraviglioso, all’insegna del rispetto dell’altro, del diverso, dell’accoglienza verso civiltà sconosciute”. Perché la differenza è sempre ricchezza.


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