Calabria magica e sconosciuta, biodiversità unica e preziosa. “Il governo difenda i nostri prodotti”
COSENZA – “Con la dop Terre di Cosenza si è arrivati a un consorzio che identifica e tutela il vino consentino che conta numerose produzioni anche di pregio, differenziandoci dal Cirò universalmente noto. Salto di qualità anche per l’ortofrutta calabrese, comparto che vanta un’alta specializzazione, imprenditori innovativi che investono in nuove cultivar e allungano il calendario di produzione. Il problema è che andando sul mercato in maniera indifferenziata queste eccellenze subiscono la concorrenza sleale di prodotti che arrivano dall’estero senza il rispetto dei nostri standard di sicurezza alimentare di sostenibilità ambientale e sociale. La Calabria, regione di straordinaria biodiversità in un territorio spettacolare, vanta un potenziale ancora non pienamente espresso. Occasioni perse”.
Paola Granata, imprenditrice agricola di alta quota, in Sila (di cui abbiamo già raccontato la storia), è presidente di Confagricoltura Cosenza, organizzazione di categoria leader nella Penisola calabrese.
“L’Italia non ha fatto un Piano organico di prospettiva per l’agricoltura e l’agroalimentare che avrebbe fortemente sostenuto il sud e il suo sviluppo”, ragiona. “Serve una profonda riforma della Politica Agricola Comunitaria rimettendo al centro l’agricoltore e la sua funzione economica sulla quale creare lo sviluppo delle aree rurali. La presenza del nostro presidente nazionale Massimiliano Giansanti neo eletto presidente del Copa (Comitato delle organizzazioni professionali agricole che rappresenta oltre 22 milioni di agricoltori in Europa, ndr) rappresenta una concreta opportunità”.
L’imprenditrice cosentina consegna a Virtù Quotidiane un ritratto in chiaroscuro dell’agricoltura in terra di Calabria emblematico di una condizione generalizzata in tutto il meridione d’Italia.
Lo slancio verso il nuovo e la valorizzazione dei prodotti del territorio subiscono una frenata da numerose criticità che attanagliano la vita degli imprenditori agricoli piegati dalla prolungata siccità e dai prezzi dei fattori di produzione che continuano a restare elevati mentre i prezzi all’origine dei prodotti agricoli continuano a restare bassi.
Un quadro non troppo favorevole che tuttavia mostra segnali di vitalità anche attraverso la creatività di alcuni giovani volenterosi che riscoprono le potenzialità finora inespresse della propria terra e delle proprie radici. Una rivoluzione ancora sotterranea ma in atto, di segno positivo, in cui Granata dice di credere: “Chi ha un progetto ce la farà. Per fortuna sta cambiando il vecchio atteggiamento di piangersi addosso, di dire che siamo una regione povera”.
Presidente Granata, agricoltura, turismo e patrimonio ambientale in Calabria a suo dire non rappresentano un unicum col territorio. Perché?
Non si è riusciti a fare sistema per comunicare l’agroalimentare d’eccellenza insieme al territorio. Se crei un’immagine di territorio meraviglioso anche il prodotto di quel territorio ne acquisisce il pregio. Negli ultimi anni gli sforzi degli imprenditori agricoli sono sostenuti dalla Regione Calabria che sta facendo un grande lavoro per posizionare la Calabria nell’immaginario del turista. C’è ancora tantissima strada da fare ma finalmente siamo su quella giusta.
Eppure le produzioni primarie calabresi – ortofrutta, vino, olio – presentano numeri performanti.
Vero, siamo la seconda regione d’Italia produttrice di olio di oliva però se dici olio di oliva pensi alla Toscana eppure sono moltissimi gli oli evo che produciamo dalle numerose cultivar territoriali. Subito dopo ci sono gli agrumi della Piana di Sibari (Cosenza), particolarmente vocata per la clementina, che ci colloca al primo posto in Italia. Grande effervescenza poi sta mostrando il settore vitivinicolo, 11mila ettari adibiti a vigne, con una qualità che è ormai riconosciuta come stanno dimostrando le ultime manifestazioni del Vinitaly, in particolare quella svoltasi a Sibari lo scorso Agosto. La Calabria inizia a splendere meritatamente di luce propria grazie anche ad alcuni coraggiosi vignaioli che caparbiamente hanno puntato sulla riscoperta dei vitigni autoctoni come il Magliocco calabrese. Fondamentale è per noi produttori continuare ad innovare i nostri processi di produzione e ad aumentare la cooperazione.
Siccità prolungata, carenza idrica e ora le piogge pesanti incombono drammaticamente sugli equilibri dell’ecosistema e non da oggi. Quella che sembra un’emergenza è un fenomeno in corso da diversi anni che ha già registrato punte particolarmente gravi. Come affrontate la crisi climatica?
L’acqua è un bene prezioso e va preservata, senza acqua non c’è vita nè agricoltura quindi è necessario moltiplicare gli sforzi per trattenere l’acqua piovana negli invasi e razionalizzare le condotte vetuste che perdono il 50% dell’acqua, occorre realizzare, dove le colture lo permettono, impianti di micro irrigazione e permettere alle imprese agricole di realizzare invasi aziendali. Nessuno pensava a un cambiamento così drastico e devastante.
Al G7 di Siracusa, l’Italia ha posto l’accento su capacità di innovazione, formazione, nuove tecnologie e sulla scienza per il rinnovamento dell’agricoltura, per la mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Come guardate al futuro?
L’agricoltura sta attraversando un momento di grande trasformazione. Il cambiamento climatico, le tensioni geopolitiche, gli effetti di un’economia sempre più interconnessa, la transizione energetica e digitale, richiedono sempre maggiori competenze. Ma nonostante le problematiche, l’imprenditore agricolo continua a produrre cibo sano e sostenibile. Siamo sempre più all’avanguardia e attenti ai bisogni del consumatore, che esige cibo più sostenibile ed eticamente rispettoso dei bisogni dell’ambiente e dei lavoratori. Il rispetto delle normative è sacrosanto ma andare in competizione con altre realtà con standard diversi in fatto di sostenibilità ambientale e sociale, sicurezza alimentare, benessere degli animali è una battaglia persa in partenza, riteniamo che debba essere applicata la reciprocità delle regole nei confronti delle importazioni dai Paesi terzi. Subiamo una crisi di competitività che mette a repentaglio i livelli raggiunti di reddito, occupazione e benessere sociale. Chiediamo al governo italiano ed europeo di difenderci da ciò!
Gli atti vandalici ai danni di agrumeti pronti per la raccolta in alcune aziende di Corigliano (Cosenza) ripropongono il problema della sicurezza delle aziende agricole e in definitiva della marginalizzazione del comparto?
Come più volte denunciato in passato da Confagricoltura, quanto avvenuto evidenzia la pesante presenza della criminalità sul territorio. Le aziende agricole, spesso situate in zone isolate, necessitano di una intensificazione dei controlli e della vigilanza anche da parte dalle forze dell’ordine. Occorre salvaguardare un comparto di grande importanza economica e sociale per il territorio di Corigliano-Rossano e per l’intera provincia.
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