COLLINE TERAMANE, CERULLI: CON NICODEMI PUÒ CONCRETIZZARSI IDEA UNICO GRANDE CONSORZIO ABRUZZESE

TERAMO – Quanto la storica elezione di Alessandro Nicodemi a presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo rappresenti uno spartiacque, dopo un’epoca in cui al vertice dell’ente sono sempre stati rappresentanti di colossi cooperativi, lo si vede anche dal fatto che il Consorzio Colline teramane, che tutela la prima Docg d’Abruzzo con 42 soci, rilancia l’idea di un unico grande Consorzio abruzzese, che era al centro della riflessione sul proprio futuro che era stata avviata in un’assemblea del febbraio scorso.
Partendo dal fatto che a vent’anni dalla costituzione del consorzio teramano è necessario capire in che direzione andare nei prossimi venti, il presidente Enrico Cerulli Irelli (nella foto) pose sul tavolo anche l’ipotesi di confluire nel Consorzio vini d’Abruzzo, che – in soldoni – darebbe l’opportunità di accedere a maggiori strumenti e risorse per la tutela e la valorizzazione della denominazione che, per mere ragioni di dimensioni, il Colline teramane non ha potuto raggiungere neanche in vent’anni. E che, dice, “oggi con Nicodemi ha ancora più forza”.
“La necessità pratica è quella di dare ai soci il meglio che possiamo”, riflette Cerulli a Virtù Quotidiane, “già avevamo avanzato una riflessione sull’opportunità di dare ai produttori la possibilità di promuovere il vino Colline teramane attraverso gli strumenti forti del Consorzio vini d’Abruzzo. Questo potrebbe accadere creando un grande consorzio abruzzese che davvero rappresenti tutti i vini d’Abruzzo”.
“Durante la fase elettorale siamo stati a guardare e spesso ci siamo posti il problema se ci fossero le condizioni per riprendere o meno la nostra riflessione”, aggiunge Cerulli, facendo riferimento al lungo e travagliato percorso che ha portato all’avvicendamento tra Valentino Di Campli e Nicodemi.
Ma l’esito delle elezioni, “con il fatto epocale per l’Abruzzo dell’elezione di un privato, piccolo e per di più teramano, che evidentemente corrisponde a un cambio importante nell’approccio e nell’impostazione di chi quel Consorzio governa”, rileva Cerulli, “ci ha fatto riprendere questo percorso di riflessione e adesso lo dobbiamo portare a conclusione”.
Da febbraio a oggi il Consorzio Colline teramane non si è più riunito, ma non sono mancati confronti con altre realtà consortili, come Tullum o la nascente Casauria, e con lo stesso neo presidente del Consorzio d’Abruzzo: “Adesso la cosa importante è che questo percorso venga accompagnato da certe garanzie, che in gran parte sono già contenute negli statuti, ma che garantiscano continuità nel governo della denominazione da parte chi quella denominazione rappresenta”, spiega Cerulli. “Stiamo immaginando un organismo che oggi non esiste pienamente, ne esiste uno che ha il nome giusto ma non le funzioni, perché attualmente non rappresenta tutti i vini d’Abruzzo: immaginiamo un contenitore di tutto il mondo produttivo abruzzese”.
“L’idea più condivisa”, chiarisce infine il presidente di Colline Teramane, “è quella di creare un unico soggetto che rappresenti tutto l’Abruzzo e che abbia grandi strumenti e grandi risorse, che sia strutturato in modo tale che tutte le denominazioni e le comunità di produttori siano rappresentate nel modo giusto. Il problema si pone principalmente per noi, che oltre ad essere una denominazione siamo una comunità con una identità ben definita, più di altri territori. Un passaggio che per noi avrebbe un significato in più, l’Abruzzo ulteriore esiste da tempo immemorabile e la storia non passa senza segni. Custodiamo un’identità che va anche oltre il vino”. (m.sig.)
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